Fascicolo VII
Lettere (in minuta) di Agostino Carli Rubbi

1° gruppo: senza data e senza destinatario

VII, 1
à Monsiuer (in francese)

Monsieur le comte Augustin Carli Rubbi Chevalier de l'ordre de S. Lazare et Morice à Trieste

VII, 2
à Monsierur (in francese)

Monsieur le comte Augustin Carli Rubbi à Vienne.

VII, 3
(Frammento in francese)

Incomincia con la descrizione di un parco, delle specie di alberi e delle statue che lo ornano. Dopo varie considerazioni sui sogni e sull'esperienza, si ritorna alla statuaria: "il nostro amico ha scoperto una statua del buon secolo di Michelangelo: una Fortuna assisa su un globo...".

VII, 4
(Frammento in italiano, minuta molto corretta)

Lo scrivente lamenta di non conoscere abbastanza la lingua tedesca per poter aspirare ad una Commissione diplomatica sotto una Cancelleria tedesca (Trieste). Perciò lascia Vienna e si scusa delle "cassature" che costellano la lettera, che però non sarebbe stato prudente far correggere ad altri.

VII, 5
Agostino Carli Rubbi

Vienna
Accenna al padre Cavaliere di SS. Maurizio e Lazzaro. Cerca di ottenere a Venezia quell'impiego a cui ha dovuto rinunciare a Trieste. Fa la storia travagliata degli incarichi finora ricoperti o richiesti invano. L'ultima data citata è il 1813.

VII, 6
(in francese)

Ritorna a Vienna dopo 33 anni. Le vicissitudini del Piemonte gli hanno fatto perdere la Commenda di SS. Maurizio e Lazzaro. Gli viene offerto un impiego a Trieste.

VII, 7
a Eccellenza...

Fa presente le benemerenze del padre e dello zio conseguite negli incarichi ricoperti presso il Governo austriaco a Milano. Sollecita, anzi implora un impiego.

VII, 8
a Caro amico

Accorata e lunga descrizione dei meriti, delle benemerenze e delle competenze che fanno dello scrivente la persona ideale per un incarico a Trieste.

VII, 9
a "cavalier mio pregiato"

Elenca puntigliosamente i titoli che gli fanno meritare un incarico.


2° gruppo: senza data ma con destinatario

VII, 10
Agostino Carli Rubbi a sig. Boezzi, avvocato patrimoniale della Sacra Religione e Ordine Militare di SS. Maurizio e Lazzaro - Torino

Il signor Donato Gabbi, procuratore di Agostino Carli Rubbi, informa che i redditi del suo cliente in Torino sono stati sequestrati da parte della Sacra Religione, sembra a causa di un debito non estinto. Agostino Carli Rubbi chiede una dilazione rateale, perché, dice, "non vivo di particole né di Paternoster". Protesta di non aver debiti con l'Ordine, di cui porta onorevolmente la Croce da 31 anni.

VII, 11
Agostino Carli Rubbi à Cobenz, ambasciatore di S.M.I.R. a Parigi (in francese)

1814 giugno 14, Vienna
Invia a Cobenz un estratto dell'atto originale relativo alla Commenda di SS. Maurizio e Lazzaro.

VII, 12
al Barone di Steffaneo

Sfogo quasi disperato del povero Agostino che si trova "nell'inferno della postulazione" e che si dice ormai rassegnato a non ricevere alcun incarico dal sovrano. Eppure, gli sarebbe bastato un posto da bibliotecario, adatto alla sua "indole lucifuga" e al suo "istinto da tignola e da topo di libri".

VII, 13
a monsieur Young, segretario del Gabinetto di S.M. (in francese)

Ha indirizzato a M.me de Roth un certo Contucci, dottore di diritto, che ha ottenuto un buon incarico. Ma per lui, niente.

VII, 14
à M.eur Young (in francese)

Sollecita caldamente Young perché all'Arcivescovo di Carcassonne, suo intimo, sia concesso di visitare il Gabinetto di Fisica di Sua Maestà. Di sfuggita, rileva che dopo tre mesi di attesa Sua Maestà non gli ha ancora lasciato capire se intende servirsi di lui.

VII, 15
à M.eur Young (in francese)

Invia un "petite essai litteraire" perché Young lo metta ai piedi del monarca, onde suscitare un po' di interesse sulla Italia austriaca. Ne aveva inviato un estratto anche al conte Steffaneo (lettera 12 2° gruppo) a Lussemburgo. L'imperatore aveva avuto una disputa sulla traduzione italiana del termine "maladroit". Richiede alla Città di Torino il pagamento degli interessi maturati sul capitale della Commenda. Ma i Francesi non pagano nessuno (nel corpo della lettera compaiono le date 1798, 1799, 1801). I Francesi infatti sogliono affermare che i legamenti della vite appartengono alla vigna. Seguono considerazioni politiche con citazioni dei trattati di Campoformio e di Lunéville.


3° gruppo

VII, 16
à Mad.me Griso, née Baronne de Brigido a Capodistria (in francese)

1789 giugno 27, Venezia
Agostino partecipa le sue nozze con Mad.me Marianne Pettenello, ignara di un segreto inviolabile che riguarda la famiglia Carli, di cui la destinataria è a conoscenza e che forse la riguarda personalmente.

VII, 17
(in 4 parti, o meglio in 4 lettere; in francese)

a) conte Solar di Monasterol a conte Agostino Carli Rubbi (copia)
1793 marzo 27, Torino
Ho ricevuto la lettera che conteneva la vostra richiesta a Sua Maestà. Non sono che un intermediario fra voi e il conte di Hauteville. Se la cosa andrà in porto, non dovrete che a lui la vostra riconoscenza.
b) Hauteville a Solar de Monasterol
È concessa ad Agostino Carli Rubbi la facoltà di portare la Croce di SS. Maurizio e Lazzaro in attesa di succedere al padre [morirà nel 1795] nella Commenda; negata invece la carica di Consigliere di commercio, perché Carli è straniero.
c) De Hautevile a De Monasterol
1793 aprile 6, Torino
Il conte di Hauteville, segretario di Stato per gli affari stranieri, comunica di aver ricevuto dal funzionario cavalier Bertolotti l'autorizzazione concessa al Carli di fregiarsi della Croce di SS. Maurizio e Lazzaro.
d) S. M. Amedeo di Savoia a conte Agostino Carli Rubbi (copia trascritta da Amedeo Bertolotti)
1793 aprile 5, Torino
Si concede facoltà di portare la Croce dell'Ordine Militare di SS. Maurizio e Lazzaro.

VII, 18
al Cav. Dellera

1796 gennaio 13, s.l.
Si occupa di ricerche araldiche e discetta di "epizotia" [malattia infettiva degli animali].

VII, 19
al Cav. Dellera

1795 marzo 9, s.l.
Ancora sulla epizotia: raccomanda i suffumigi nelle stalle. Si praticano anche per gli appestati nel Lazzaretto di Vienna. Rimane da vedere se la peste umana possa contagiare i bovi.

VII, 20
al conte Adami in Torino

1796 maggio 4, Trieste
Congratulazioni per la nomina a Presidente del senato e Ministro di stato di Adami. Ricorda i lunghi soggiorni in Piemonte del padre e dello zio, al servizio di Sua Maestà. Come dire: e per me proprio nulla?

VII, 21
al conte Du Mazin in Torino (in francese)

1797 maggio 4, Trieste
Si propone ancora per un incarico.

VII, 22
al cav. Dellera in Torino

1797 maggio 4, Trieste
Il 23 marzo i Francesi sono entrati a Trieste. Si parla del re di Piemonte come di un prossimo re di Lombardia. Agostino, che a Trieste ha ostentato in faccia ai Francesi la coccarda della Commenda piemontese, si attende un incarico a Milano, per "cognizioni" politiche, diplomatiche e commerciali.

VII, 23
a conte De Mazin in Torino (in francese)

1797 dicembre 17, Trieste
È alla ricerca di pezze d'appoggio per rivendicare all'Ordine di SS. Maurizio e Lazzaro il possesso in Venezia dell'isola di S. Lazzaro, detta degli Armeni perché vi sorge un convento di frati di quella nazionalità.

VII, 24
al cav. Dellera in Torino

1797 dicembre 18, Trieste
Cita la famosa guida del Sansovino "Venezia città nobilissima e singolare" in cui si attesta il possesso da parte dell'Ordine di SS. Maurizio e Lazzaro dell'isola di S. Lazzaro, di cui l'ordine fu illegalmente spogliato. Ci sono poi disposizioni (mai cadute in prescrizione) nelle bolle papali di Pio IV e di Clemente VIII che consentono agli Ordini il recupero dei beni perduti.

VII, 25
al cav. Dellera in Torino

Sono arrivate le truppe austro-russe. Quale sarà il destino della Commenda?

VII, senza numero
al conte Du Mazin (in francese)

Torino
Informatemi, vi prego, circa il destino delle Commenda di patronato particolare, in una parola di quelle come la mia.

VII, 26
à Mad.me Giovanetti, Maison Monasterol à Tourin (in francese)

1799 gennaio 17, Trieste
Mia moglie, dice Agostino, già traumatizzata dalla paura di perdere il capitale nel vostro paese, ha dato alla luce una bambina che non è vissuta che poche ore.

VII, 27
a sua moglie (in francese)

1800 febbraio 20, Vienna
È un problema provvedere alle figlie. Perciò si parla di scarpe, di ciabattini, di amici e conoscenti (Danielo e Strassoldo) e di prebende. Elogi della corte ad Agostino per un suo saggio politico. Si cita il vescovo di S. Ippolito, già vescovo di Trieste e insegnante di Agostino al Collegio Teresiano di Vienna 35 anni fa.

VII, 28
al sig. Montegrandi padre e figlio in Torino

1800 marzo 29, Trieste
Ordina che siano tenute a disposizione le somme di denaro frutto del capitale della Commenda di S. Nazaro nell'Ordine Militare di SS. Maurizio e Lazzaro.

VII, 29
a Mous.eur le comte (in francese)

1800 agosto 10, Trieste
Prega il destinatario di prestare aiuto all'intermediario che gli recherà la presente e che si reca a Torino per affari. Per sé invoca lumi sul destino della famosa commenda e relative rendite.

VII, 30
a M. Colonel Delmotte (in francese)

1801 dicembre 22, s.l.
Lamenta la lontananza della famiglia e le ristrettezze economiche. Propone l'uso di cavalli e carriaggi dell'Armée per far venire grano dall'Ungheria. N.B. Quanto segue non fu comunicato. Sembra che la corte voglia sostituire l'Ordine del Toson d'Oro. Agostino dà la stura ad una dotta disquisizione storico araldica per sostenere la inopportunità del progetto.

VII, 31
alla moglie

1801 febbraio 25, Vienna
Minuziosa descrizione dell'udienza ottenuta presso la S.M.I.R., dall'attesa in anticamera all'esposizione a Sua Maestà dei guai di casa Rubbi, causati dal danno economico per la perdita della Commenda in Torino. Ricorda il servizio del padre e dello zio e la sua personale preparazione e fedeltà, maturate fin dal suo soggiorno al Collegio Teresiano di Vienna. Chiede dunque un incarico a Trieste dove abita da più di trent'anni. Poi chiede che la moglie gli invii una libbra di olio di ricino e una libbra di china di Napoli.

VII, 32
alla moglie (in francese)

1801 febbraio 27, Vienna
Rifà la storia dolorosa dei suoi guai. Rivendica la sua fedeltà all'Austria durante l'occupazione francese. Niente incarico, perché il destino dell'Istria non è ancora deciso. Aveva iniziato con le parole: "Vivo come un pazzo".

VII, 33
à Mess.eurs les contes d'Amagnac à Trieste (in francese)

1801 agosto 13, Vienna
Si rivolge a "mes chers enfants". Ci vorranno mesi per ottenere un impiego a Trieste, nonostante le pressioni presso la Cancelleria italiana a Vienna.

VII, 34
à Young (in francese)

1801 ottobre 20, s.l.
Sull'amministrazione e sui finanziamenti della Cancelleria italiana a Vienna.

VII, 35
alla moglie

1801 novembre 6, Vienna
Lettera dagli accenti drammatici: "... di qua, o olio santo o un collocamento decente. Non chiederò l'elemosina al Padrone. Son nove mesi che mi trovo qui in attesa. L'ho detto anche al Padrone: mi ha risposto: chi vi trattiene? Ma non mi muoverò. Nannola mia adorata, abbi costanza".

VII, 36
alla cont.sa Carli Rubbi

1801 novembre 8, Vienna
Informa la moglie del lusinghiero colloquio avuto con il vescovo di Vienna (trascrive le battute più significative del dialogo). Il vescovo si è impegnato a fargli avere un impiego a Venezia o a Trieste non appena sarà definito stabilmente l'ordinamento di queste città. Anche il cardinale Flangini si credeva dimenticato, quando ricevette il decreto che lo nominava Patriarca di Venezia. Bertani di Venezia è qui e vuole l'appalto del tabacco.

VII, 37
a Young (in francese)

1801 novembre 16, s.l.
Il cardinale Flangini vuole portare la sede del Patriarcato dalla pur grandiosa di S. Pietro all'estrema periferia di Venezia, in città. Per sistemare gli uffici vorrebbe sopprimere un convento femminile sulle Mercerie. Cosa lecita, se si pensa che conventi di quell'Ordine sono molto numerosi nelle isole. Paiono eccessivi ai veneziani un Patriarca e tre vescovi per le isole principali: tanto più che un tempo i veneziani, tre volte più numerosi che al presente, erano concentrati in laguna, dove i nobili avevano anche le case di campagna, ora disseminate in terraferma. Così un tempo non c'erano né caffè né casini, e i parlatori dei conventi erano luoghi d'incontro. Inoltre tra i conventi ve ne sono di ricchi (doti delle novizie da 700 a 1500 ducati) e di poverissimi. Perciò è bene che si riduca il numero dei conventi. E bastino il Patriarca e un solo vescovo: S. Marco sarà cattedrale di Venezia. Seguono osservazioni e suggerimenti sullo spostamento della Dogana di transito. Si intende fondare una Accademia dei Cadetti di Marina.

VII, 38
à Mons. colonel Delmotte, aiutante di campo dell'arciduca Carlo (in francese)

1801 novembre 24, Vienna
"L'Arciduca Carlo avendo desiderato disconoscere la piega che hanno preso le faccende d'Italia, ha gradito che gli facessi pervenire per bocca vostra le informazioni che ho potuto procurarmi". Continua ricordando di aver già consigliato all'arciduca Carlo che gli affari in Italia facessero capo alla Cancelleria di Stato, onde poter meglio controllare l'Italia e i prìncipi che vi regnano, parenti della Casa Imperiale o stranieri. Sconsiglia poi di destinare alle cose d'Italia funzionari che non vi hanno mai soggiornato o che non ne conoscono la lingua. Mentre lo scrivente, che è veneziano...

VII, 39
à ms. Young (in francese)

1801 gennaio 30, [Vienna?]
I patrizi veneziani fanno il possibile per continuare a governare anche dopo la caduta della Repubblica. Consiglia come riorganizzare la Cancelleria d'Italia a Vienna. Propone caldamente il conte Colloredo per un incarico.

VII, 40
a Young (in francese)

1802 febbraio 2, [Vienna?]
Agostino prega Young di un favore: offra lui al sovrano un prezioso libro su Giulio Cesare, stampato da A. Palladio nel 1575. Servirà a rammentare a Sua Maestà che il nobile Agostino Carli Rubbi attende sempre un incarico.
Segue:
1802 febbraio 10, Vienna
Traduzione in italiano dell'ultima parte di questa lettera.

VII, 41
a Young (in francese)

1802 marzo 2, Vienna
Dovrà ricorrere all'usuraio per ottenere un prestito che serva a mantenere la famiglia e a sostenere le spese del suo ritorno. Oppure dovrà chiedere un anticipo di mille fiorini sullo stipendio del futuro impiego. Prega Young di consigliarlo in proposito.
Sul retro, à même:
5 marzo 1802 (in francese)
Implora da Young una parola di conforto: ha un bisogno disperato di ottenere a qualunque costo mille fiorini.

VII, 42
alla moglie

1802 febbraio 22, Vienna
Sua Maestà si è mostrato sensibile al dono del libro ("Ordinanze militari della Marina") bello e prezioso e ha espresso grande considerazione e stima per il nobile Carli. Ma la Via Crucis continua.

VII, 43
al col. Delamotte (in francese)

1802 aprile 8, Vienna
Lo prega di presentare a Sua Maestà un altro devoto omaggio: due "hors d'oeuvre" tolti dal suo annuario di Trieste: un opuscolo non meglio precisato e una vita del Primo duca d'Urbino, di Jerôme Muzio, uno degli autori della Crusca, "écrite" annota a lato, nel 1606 [Girolamo Muzio, 1496-1576]. Ma forse è l'anno della edizione. Sembra imminente un incarico da parte della corte. Segue la trattazione di questioni economiche di carattere personale ("bagatelles") e altre sul commercio a livello europeo.

VII, 44
a Young (in francese)

1802 aprile 15, s.l.
Il conte di Mailasti ignora chi fosse mio padre: dopo Dio, non ci siete che voi e Sua Maestà su cui possa contare.

VII, 45
a Cobenzl (in francese)

1802 maggio 16, s.l.
[Si legge a fatica, causa i caratteri fittissimi e in parte sbiaditi]. Sembra affidare al Cobenzl una memoria sul commercio della Spagna e un promemoria per S.A.R.

VII, 46
a Delamotte (in francese)

1802 giugno 6, s.l.
Ancora lamenti sull'incertezza della propria sorte. Trame politiche in cui entrano la contessa Nesini, già segretaria dell'Ambasciata veneziana a Roma, e il cardinale Flangini, Patriarca di Venezia.

VII, 47
a conte Teleky a Presburgo (in francese)

1802 giugno 12, s.l.
Si parla della traduzione in tedesco del trattato di Gian Rinaldo Carli sulle monete e di alcuni passi di controversa interpretazione.

VII, 48
a S.E. Ugarte (in francese)

1802 agosto 28, s.l.
Ugarte ha parlato bene di Agostino Carli a Sua Maestà e Agostino gli esprime tutta la sua gratitudine. Sembra imminente un incarico per lui a Trieste.

VII, 49
a Young (in francese)

1803 febbraio 17, s.l.
Non può recarsi all'udienza del sovrano per un persistente mal di testa. Non vede davanti a sé che la rovina e la disperazione.

VII, 50
al barone di Lovas Governatore dell'Istria

1803 aprile 13, Vienna
"Ripongo ogni mia speranza in V.E. e ne imploro fervorosamente la protezione".
Segue:
al colonnello Delamotte, Capitano generale (in francese)
1803 aprile 26
Al Delamotte rivolge preghiera di presentare a S.A.R. il suo Trattato sul Commercio della Spagna perché S.A.R. potrebbe fargli avere dall'imperatore quel benedetto incarico di Consigliere del governo dell'Istria, tanto più che all'Istria sono stati congiunti i territori dalmati ex veneziani.

VII, 51
a S.E. Cobenzl Vicecancelliere cancelliere di Corte e Stato (in francese)

1803 maggio 25, Vienna
Ancora suppliche per ottenere informazioni circa la rendita della Commenda piemontese del padre.
Segue:
al conte Neuhaus ciambelliere imperiale e cavaliere dell'ambasciata a Parigi
1803 maggio 6
Fa il punto sulla situazione economico-finanziaria della Commenda del padre e chiede di conoscere in proposito tutti i suoi diritti presenti e futuri.

VII, 52
a S.E. Cobenzl (in francese)

1803 settembre 5, s.l.
Se i consolati vengono messi alle dipendenze della Cancelleria di Stato e qualcuno deve occuparsi della relativa corrispondenza, io, dice Agostino, sono nato a Venezia, abito da quattordici anni a Trieste, ho scritto sul commercio fra Austria e Spagna, dunque...

VII, 53
Copia della 52

Segue una nota che esorta alla speranza, sembra di Cobenzl stesso.

VII, 54
a S.M.

1803 ottobre 4, Vienna
Ricorda i guai patiti a causa dei Francesi, i suoi meriti di studioso, gli anni di soggiorno e di postulazione a Vienna, il glorioso servizio del padre...
1803 ottobre 4, Vienna (sul verso)
Supplica a Sua Eccellenza de Lovas, governatore di Trieste, per un incarico in quella città. Segue un'"Annotazione". Nomina alcuni nobili e altri funzionari, fra cui Cobenzl e Steffaneo, che hanno parlato di lui a de Lovas. Il quale però si è impegnato debolmente presso Sua Maestà e non ha ottenuto nulla.

VII, 55
a S.E. Luigi Cobenzl (in francese)

1803 ex, s.l.
Cobenzl fa da tramite fra l'Ambasciata di Parigi e lo scrivente, il quale dichiara di accettare anche ridotto il saldo di un credito che vanta in Francia.

VII, 56
a Rochemont e Sterer banchieri a Parigi (in francese)

1803 dicembre 1, Trieste
Incarica un amico che passerà presto a Parigi, di ritirare i suoi titoli e di pagare ai destinatari quanto è loro dovuto per l'esazione dei suoi crediti.

VII, 57
Memoria inviata a Parigi per mano del banchiere di Vienna Brentano Cimaroli (in francese)

1803 dicembre 24, Vienna
Fa la storia della Commenda fondata dal padre [† 1795] nel 1753 presso l'Ordine di SS. Maurizio e Lazzaro in Torino e delle complicazioni insorte a causa dell'invasione francese. Reclama rendite e interessi del capitale impiegato, in base al Trattato di Lunéville.

VII, 58
al barone di Steffaneo

1803 giugno 18, s.l.
Prega il barone di presentare all'"Augusto Padrone" un altro libro molto raro e prezioso. Intanto è rimasto senza casa a Trieste. In tanta desolazione, dice Agostino, non mi rimane che il conforto della vostra amicizia, nata vent'anni fa nella Biblioteca dei Gesuati a Venezia.

VII, 59
Risposta ai banchieri di Parigi (in francese)

1804 febbraio 11, Vienna
Avanza dubbi e riserve sulle modalità di pagamento del credito di cui alla lettera 55.

VII, 60
al col. Delamotte (in francese)

1804 aprile 3, Vienna
Fa la storia della tormentosa ricerca di un impiego dopo il 1799, ricorda i suoi meriti circa l'Istria, il mancato appoggio del conte Mailach, il più volte ricordato suo Rapporto sul commercio dell'Austria con la Spagna, che Delamotte stesso ha presentato a S.A.R.... ecc. Riporta poi testualmente [in tedesco] una risoluzione in risposta alla sua richiesta di impiego nel governo dell'Istria, che sembra del tutto negativa, se gli fa pensare di tornare a Trieste, in famiglia. Si rammarica di non aver potuto attendere personalmente, negli ultimi anni, all'educazione delle tre figlie.

VII, 61
a S.E. il sig. Gian Rinaldo di Carli

1804 aprile 18, Vienna
Illustra il suo Saggio sul commercio della Spagna. Si dichiara unico figlio del conte Gian Rinaldo Carli, di cui ricorda gli alti meriti a Milano, le opere stampate e quelle rimaste manoscritte, nonché la morte, il 22 febbraio 1795. Seguono cenni autobiografici: educazione nel Collegio dei Nobili di Parma, studi di legge all'Accademia Teresiana di Vienna (professore ed amico il futuro arcivescovo di Vienna), studi di economia a Milano con Beccaria, nomina a Paggio del re a Torino (dove il padre deteneva la famosa Commenda presso l'Ordine di SS. Maurizio e Lazzaro) senza alcun servizio attivo, anche perché straniero anzi sempre spiritualmente fedele all'Austria, nonostante il Cavalierato dell'Ordine di cui sopra. Insomma, era inviso allora ai Savoia, come ora agli Asburgo.

VII, 62
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1804 giugno 24, Trieste
Cronache familiari. Per esempio: M.me Damillo ha appena partorito l'undicesimo figlio: ne ha già cinque viventi, e una figlia.

VII, 63
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1804 agosto 22, Trieste
Garbuglio di lettere smarrite e in tremendo ritardo e difficoltà di chiarire o indovinare il contenuto, anche per la fittissima scrittura.

VII, 64
ai banchieri Rougemont e Sherer in Parigi (in francese)

1804 agosto 25, Trieste
Vanta crediti in Francia e ne rivendica il pagamento. [Capitale della Commenda piemontese incamerato dalla Francia]. Segue lettera al Cobenzl con supplica di trasmettere ai destinatari la lettera di cui sopra.

VII, 65
a Donato Gobbi in Torino

1804 dicembre 10, Trieste
È lieto che il destinatario, dietro insistenza della zia Gioannetti, abbia accettato di assumere la procura dei suoi beni e ne annuncia l'invio.

VII, 66
al signor Donato Gobbi negoziante in Torino

1804 dicembre 10, Trieste
Procura e istruzioni particolareggiate.

VII, 67
alla Sig.ra Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1804 dicembre 10, Trieste
Ancora sulla rendita del suo capitale in Torino. Ricorda che fanno da tramite il signor Gobbi che ha una procura, e il signor Damillo, parente della moglie.

VII, 68
alla Sig.ra Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1805 febbraio 6, Trieste
Ringrazia la destinataria e quanti hanno materialmente riscosso le rendite rateali del suo capitale.

VII, 69
Pettenello a Luigi Fontana, ricevitore delle Finanze in Torino (in francese)

1805 febbraio 20, Trieste
Rivendica a nome di Agostino Carli il pagamento degli interessi del capitale investito in Torino. Rifà poi la storia accuratissima della storia della Commenda di Gian Rinaldo e rivendica con puntiglio giuridico i diritti di Agostino Carli.

VII, 70
a Donato Gobbi, negoziante in Torino

1805 marzo 6, Trieste
Poiché la città di Torino ha venduto ad un ricco privato i beni immobili sui quali vantava un'ipoteca anche Agostino Carli, questi sollecita il Gobbi ad esigere quanto gli spetta.

VII, 71
alla sig.ra Gioanetti Bruel in Torino (in francese)

1805 marzo 20, Trieste
"Il sig. Gobbi se ne sta zitto da troppo tempo sui miei affari" scrive Agostino Carli alla zia del Gobbi stesso e la prega pertanto di indurre il nipote a maggior sollecitudine.

VII, 72
a Luigi Fontana in Torino (in francese)

1805 aprile 3, Trieste
Sembra ancora di Pettenello (69) questa precisazione: ora tocca a Torino, al Gobbi e più ancora alla Francia tutelare gli interessi di Agostino Carli.

VII, 73
al conte Somis de Chiavre in Torino (in francese)

1805 maggio, 8, s.l.
Agostino, stretto dal bisogno, aveva contratto un debito contante sulla rendita dell'ultimo semestre, che ora viene procrastinata. Supplica quindi Somis, grande amico, di far cessare questa situazione orribile per un padre di famiglia e per un uomo d'onore.
Segue:
a D. Gobbi in Torino
1805 aprile 17, s.l.
Sollecita chiarimenti rassicuranti circa la vendita, da parte della città di Torino, dei beni immobili sui quali aveva investito. Gli spettano rendite adeguate e sospirati arretrati.
Segue:
A. M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)
1805 aprile 17, s.l.
La ringrazia di aver fatto da tramite e da consigliera nel corso delle laboriose trattative economiche.

VII, 74
a M.me Gioannetti Bruel (in francese)

Copia della precedente.

VII, 75
a Somis di Chiavrie in Torino (in francese)

1805 maggio 8, Trieste
Dopo tre settimane, non ha ancora ricevuto i frutti del suo capitale, nonostante la procura al signor Gobbi: nessun rimprovero, ma è pur penosa l'attesa di un padre di famiglia.

VII, 76
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1805 maggio 8, Trieste
Ringrazia la "preziosa amica" per il "salutare consiglio" di rivolgersi al Somis e al Gobbi.

VII, 77
a Somis, giudice del Tribunale d'Appello in Torino (in francese)

1805 maggio 29, Trieste
Descrive con accenti drammatici l'insostenibile attesa di una risposta da parte di Somis, da tempo muto ai disperati appelli di Agostino.

VII, 78
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1805 giugno 12, Trieste
Si evince che anche Somis sta passando i suoi guai.

VII, 79
a Somis in Torino

1805 giugno 12, Trieste
Sono sicuramente afflitto per i suoi guai, dice Agostino, ma "dai crediti civici io non ho avuto un soldo da otto anni. Avanzo £ 9350. Dove sono finite?". Segue la dolorosa istoria dei capitali impiegati in Torino.

VII, 80
a D. Gobbi in Torino

1805 giugno 12, Trieste
Precisa seccamente al Gobbi: "Lei ha autorità di fare quanto potrei fare io stesso".

VII, 81
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1805 giugno 19, Trieste
Sembra voglia cedere i suoi diritti sul capitale investito in Torino per averne immediato compenso e prega l'amica di trovargli un acquirente.

VII, 82
a C.te Somis in Torino

1805 luglio 10, Trieste
Minuziosi e precisi calcoli sulla rendita che gli spetta sul famoso capitale.

VII, 83
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1805 luglio 10, Trieste
Proposito non troppo fermo di un viaggio a Torino. Intanto, solo da madame può attendersi buone notizie.

VII, 84
Procura contro il C.te Somis

1805 luglio 23, Trieste
Spazientito dal non ricevere un soldo dal Somis dal 1798, lo esautora completamente revocandogli la procura che passa a Donato Gobbi, nipote di madame Gioannetti. È accompagnata da:

VII, 85
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1805 luglio 23, Trieste
Spiega le ragioni dell'atto cui si riferisce la lettera 84.

VII, 86
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1805 luglio 23, Trieste
Il contenuto è come quello della lettera 85.
Segue:
a D. Gobbi in Torino
1805 luglio 23, Trieste
Anche a Parigi saranno fatti passi decisi contro Somis.

VII, 87
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1805 agosto 14, Trieste
Promette di non infierire sul Somis, almeno a Parigi. Intanto si aspetta di ricevere £ 500, a prescindere da rendiconti fatti o da fare.

VII, 88
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1805 agosto 28, Trieste
Passano i giorni e le 500 lire non arrivano, nonostante l'interessamento della Gioannetti presso il nipote Gobbi. Si vede prossimo ad un intervento più deciso, anche legale.

VII, 89
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1805 settembre 5, Trieste
Vi benedico: "l'argent" è arrivato. Somis aveva ceduto i titoli di mio padre ad altri: ecco perché non ricevevo alcuna rendita.

VII, 90
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1805 settembre 11, Trieste
Non si spiega come il Somis abbia potuto alienare titoli e rendite di Agostino Carli e come l'acquirente [Borghese] abbia potuto utilizzarli all'insaputa di Somis.

VII, 91
a M.me Gioannetti Bruel (in francese)

1805 ottobre 9, Trieste
Minuzioso calcolo di interessi riscossi e da riscuotere.

VII, 92
a M.me Gioannetti Bruel (in francese)

1805 novembre 20, Trieste
Ieri mattina le truppe francesi sono entrate in città; altri reparti si dirigono verso Venezia, Capodistria e Fiume.

VII, 93
a Sybille, Cap. di vascello, Comandante di Trieste (in francese)

1806 gennaio 9, Trieste
Venezia e Capodistria stanno per essere cedute alla Francia e il mio capitale investito a Torino sottostà alle leggi dell'Impero francese ! Ma io sono fedel suddito austriaco, naturalizzato dal 1765, 32 anni prima di Campoformio. E poi nel 1802 l'Imperatore d'Austria mi ha nominato Consigliere presso il Governatorato di Trieste. Tuttavia la mia famiglia è di origine francese: discendo da Simon Caroli Eques, nato nel 1379, che servì alla corte di Carlo VII di Francia ! Insomma, dice Agostino, la mia antica patria francese ora mi riprende nel suo seno e solo da essa accetterei un incarico.

VII, 94
a S.E. Tommaso Gallino, Presidente del Tribunale di Appello di Venezia

1808 gennaio 16, Venezia
Una specie di rapporto giustificativo della propria vita negli ultimi anni, con cenni alle opere scritte, per esempio sull'Istria, sulla Spagna, su Venezia, sul progetto di Cancelleria d'Italia a Vienna.

VII, 95
a M.me Gioannetti Bruel (in francese)

1806 giugno 2, Trieste
Insicurezza delle poste ordinarie. Attende £ 100 da Donato Gobbi.

VII, 96
allo zio Stefano Carli

1806 maggio 23, Trieste
Caloroso invito allo zio a venire a Paderno, ospite di una famiglia [Agostino, la moglie e le tre figlie] che lo accoglierà a braccia aperte, perché formata da "una cinquina di cuori di buona tempra" le cui iniziali formano la parola PACEM.

VII, 97
lettre de M.ur Fontanes à mon beau frère (in francese)

1807 febbraio 12, Torino
Sig. Pettenello [cognato di Agostino] vi scrivo dopo la morte della persona che si occupava dei crediti del conte Carli in Piemonte. Io sono ridotto a vivere di quanto mi passa il Governo e non posso sperare, alla mia età, di trovare un lavoro. Solo voi potete essermi utile. Il Governo stabilisce di saldare i suoi debiti. Mi dovete dire se i nostri crediti rientrano in quelli liquidabili. Vi spetterà la provvisione di liquidatore.

VII, 98
a Tommaso Gallino

1808 aprile 10, Venezia
Grazie del consiglio che mi avete dato per tutelare l'interesse della mia famiglia, compromesso da un "avaro, inquieto, indiscretissimo zio". Ricorda il testamento del nonno circa la casa paterna e la contestazione che ne fece lo zio Stefano (definito un Arpagone) e che durò decenni. Consigliatemi voi ora, Presidente Gallino, come tutelare gli interessi miei e delle mie figlie.

VII, 99
a T. Gallino

1808 giugno 19, s.l.
Chiede una verifica legale sul possesso della sua parte di casa paterna e sulle transazioni avvenute in passato fra suo padre e i fratelli di lui.

VII, 100
a M.me Reboul in Torino (in francese)

1808 giugno 28, s.l.
Ancora sui crediti di Monti e di Città, scaduti ma non riscossi. Vorrebbe rientrare in possesso dei capitali, ma deve sapere come regolarsi.

VII, 101
a M.me Gioannetti Bruel (in francese)

1801 agosto 10, Venezia
Le manda 10 libbre di seta della Cina perché ne faccia un abito. Poi le solite questioni di crediti e di interessi.

VII, 102
Memoria inviata per mezzo del sig. di Montvallon al sig. Vincent Prefetto di Torino (in francese)

1808 agosto 20, s.l.
È prescritto il pagamento di una tassa di indennità per poter disporre di un capitale della Commenda. Vi si oppongono questioni finanziarie e di diritto.

VII, 103
Memoria (in francese)

Minuziosa cronistoria dei capitali di Commenda e dei crediti di città istituiti dal padre Gian Rinaldo in Torino e delle difficoltà di Agostino per venirne in pieno possesso.

VII, 104
a M.me Gioannetti Bruel in Torino (in francese)

1809 marzo 15, Venezia
Benedice letteralmente madame Gioannetti per il generoso impegno con cui ha agevolato l'esercizio dei suoi diritti.

VII, 105
a M.me Gioannetti Bruel (?) (in francese)

1809 aprile 12, Venezia
Chiede alla "preziosa amica" un soccorso di carattere economico.

VII, 106
a G.B (?) (in francese)

1809 maggio 27, Venezia
Se madame Langier gli rimborserà il capitale di £ 1690, dovrà ancora ringraziare madame Gioannetti.

VII, 107
a Donato Gobbi (appunti)

1811 febbraio 21, Torino
Non dimentico codesto conte Carli Rubbi e spero di potervi annunciare presto qualcosa di positivo.
1811 febbraio 28, Torino
Nell'entrante mese spero di poter riscuotere gli interessi del conte Carli Rubbi.
1811 marzo 6, s.l.
La città riduce del 20 e del 40 % gli interessi sui rimborsi di capitale. Bisogna sapere se il provvedimento è passeggero o permanente.
1811 maggio 11, s.l.
Scrive al Gobbi e alla Gioannetti Bruel per delucidazioni e consigli sulle complicate procedure per la riscossione di crediti.

VII, 108
a S.E. il Duca di Feltre (seguono titoli) Ministro della Guerra (in francese)

[1812 marzo 25, s.l.]
Cita il suo titolo di Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro e il possesso della Commenda di famiglia; numera titoli e meriti del padre Gian Rinaldo. Sembra supplicare di essere insignito dell'Ordine dell'Imper. e Reale delle Réunion, per conservare il rango di cui godeva prima della soppressione dell'Ordine citato sopra.
Segue:
Memoria, allegata alla richiesta del conte Agostino Carli Rubbi del 25 marzo 1812. Domanda la "grazia" di portare la Croce della Réunion, che ritiene di meritare per le ragioni esposte sopra e per aver pagato, il 1 gennaio 1809, franchi 5707 e 80 centesimi alla Città di Torino, per disporre del capitale della Commenda di suo padre, a suo tempo riconosciuta da Vittorio Amedeo III Re di Sardegna. E suo padre è conosciuto anche fuori d'Italia per tante opere importanti, delle quali vorrebbe curare una edizione di 25 volumi in 8° per dedicarla a Sua Maestà Imperiale e Reale. Io stesso, aggiunge Agostino, sono uno studioso, anche se non ho mai potuto servire alcun re in un pubblico impiego. Le nostre origini sono francesi, come testimonia anche un decreto di nomina riguardante mio padre e firmato da Maria Teresa. Il documento originale si trova presso mio zio paterno [Stefano Carli] di 86 anni che vive a Capodistria. Del resto, un trattato di alleanza tra la Francia e l'Austria del 1430 fu firmato, per parte francese, da un Simon Carli. Per tanto Agostino attende quel titolo fiducioso e sottomesso.

VII, 109
Citazioni di fonti storiche, a prova di quanto sopra esposto (in francese)


VII, 110
Memoria (in francese)

Ancora sulla storia travagliata della Commenda paterna attraverso le vicissitudini storiche che investono il Piemonte nel periodo napoleonico.

VII, 111
Memoria (copia; in francese)

1812 giugno 13, Venezia
Il conte Gian Rinaldo Carli Rubbi fondò nel 1753 una Commenda nell'antico Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro nella città di Torino...
Segue l'analisi del contenuto giuridico del contratto e dei mutamenti intervenuti all'atto dell'occupazione francese.
Segue una seconda parte intitolata: Estratto dell'Istrumento 19 ottobre 1753 di erezione della Commenda dei SS. Maurizio e Lazzaro, patronata dal conte Carli Rubbi. Risulta che il conte Gian Rinaldo Carli Rubbi ha versato £ 32765 da impiegare per suo conto al 4% "in tanti capitali Monti e crediti della presente città" [Torino], 24 settembre 1753, Marchetti segretario della città.
Segue il conteggio degli interessi corrisposti di volta in volta sia a Gian Rinaldo Carli Rubbi che ad Agostino suo figlio.

VII, 112
a S.E. il conte Ferdinando Marescalchi dignitario ecc., Ministro di Stato del Regno d'Italia in Parigi

1813 maggio 12, Venezia
Si raccomanda perché sia presa una decisione circa la sua richiesta di essere insignito dell'Ordine della Réunion e adduce i motivi per i quali riterrebbe di meritarla.
Segue:
Al Duca del Cadore, Gran ciambellano dell'Ordine della Réunion (in francese)
Gli ricorda la memoria del 25 marzo 1812 al Duca di Feltre per "implorare" la Croce di cui sopra; ribatte il tasto delle origini francesi dei Carli e ricorda ancora i titoli e i meriti del padre.

VII, 113
a S.E. le Prince de Reuss (in francese)

1814 maggio 2, s.l.
Lamenta il disagio di dover lavorare a pian terreno in una stanza fredda e umida, ma vanta tuttavia lo scrupolo con cui legge e classifica tutte le lettere dell'Archivio degli Inquisiti di Stato. Redigerà un rapporto per il prefetto degli Archivi di Stato di Milano che lo inoltrerà al Ministro dell'Interno del Regno.

VII, 114
a M.r Segretario dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e Segretario di Gabinetto di S.M. il Re di Sardegna in Torino (in francese)

1814 novembre 19, Venezia
In un primo testo in italiano qualcuno rende, corretta, una minuta avuta in visione e ammonisce a non insistere circa la decorazione alla moglie.
Un altro testo (in francese) tormentato per la scrittura minuta e le molte correzioni, rifà la storia del cavalierato dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e affronta questioni nuovamente insorte, per affrontare le quali si richiede la benevola intercessione dell'ignoto destinatario.

VII, 115
1815 maggio 2, Trieste

Agostino viene a sapere che è stato fatto il suo nome presso il Governo Veneto. Si premura allora di informare non si sa chi, come si è svolta la vita sua e quella di suo padre e ne fornisce una cronistoria che ha il sapore di una giustificazione.

VII, 116
1815
Fa conoscere al marchese del Maino tutti i documenti che testimoniano servizi e fedeltà all'Austria riguardanti se stesso, il padre e lo zio paterno.

VII, 117
al sig. Barbi, Commissario di Polizia del Sestiere di Dorsoduro (in francese solo il titolo)

1815 ottobre 22, s.l.
Giustifica il Cavalierato e la Commenda, della quale rifà la storia.

VII, 118
a M. il Cav. Radicali, Segretario di Gabinetto di S.M. a Torino (in francese)

1815 dicembre 27, Venezia
Si lamenta la mancata risposta ad una lettera, pare di supplica, della quale appare oscuro il contenuto. Sono citati comunque Donato Gobbi, i cavalieri Bortolotti, Dellera e Tonso, il postulante conte Francesco Maria Cavalli di Sinigallia, la signora Diana Zambeccari di Bologna, vedova del conte Locatelli di Cesena, cugino del papa regnante, il conte Rossi ministro a Vienna.

VII, 119
a la M. de Young

1819 ottobre 4, s.l.
Si accenna dapprima a certi guai di famiglia. Si parla di una vicenda di veleni in cui sono interessati il defunto archivista Carlo Antonio Marini, il conte Bozzi, prefetto degli Archivi di Stato, il suonatore di violino Garavaglia che "nei sei mesi di lavoro chimico si guastò per sempre la salute". Costui, su invito del gesuita padre Renolli suo confessore, aveva confezionato polveri al Collegio di Brera a Milano, macinando "rospi e vipere tritati, arsenico, cantaride e altre erbe orribilmente letali". Un giorno il Garavaglia trovò distrutto il suo laboratorio. Padre Renolli partì per la Terra Santa. E non era la prima volta che gli "Ignaziani" si davano alla chimica venefica, come testimonia la scoperta di un laboratorio sospetto nella loro Casa Professa di Venezia nel 1606.

VII, 120
1823 marzo 13, "dal letto"

Malato, è "ridotto come Giobbe": Manda un memoriale a una certa Eccellenza cui offre copia del suo lavoro sul commercio in Spagna. Segue excursus della sua carriera, fino alla situazione attuale di "subalterno d'Archivio".

VII, 121
a S. M. il Re di Sardegna Carlo Felice

1823 marzo 25, Venezia
Ancora sui crediti e sulle rendite del Cavalierato. Non si trovano più i crediti di Torino e quindi son venuti meno gli interessi. Agostino, che ha tre figlie da mantenere, supplica che alla sua morte sia assicurata loro la rendita della Commenda, anche se nel contratto non era previsto che mancasse un erede maschio.

VII, 122
Eccelso Imp. Regio Governo Generale

Chiede che sia definita la posizione araldica di sua moglie. Agostino e le figlie possono essere ammessi a Corte e la loro madre no?

VII, 122A
al sig. conte Agostino Carli Rubbi dalla Commissione Araldica (copia)

1823 agosto 25, Venezia
Non si estende il riconoscimento di nobiltà, se non per i titoli procedenti dalla estinta Repubblica Veneta o concessi dai sovrani della Monarchia Austriaca. Dopo ampio dibattito (122B e 122C) l'istanza del ricorrente viene respinta. Sottoscritto Paolucci.

VII, 123
a S.M. il Re di Sardegna

1824 aprile 24, Venezia
Rinnova la supplica del marzo 1823 e non potendo esibire i documenti originali, cita come possibile testimonio Donato Gobbi, suo procuratore. Chiede una innovazione nel contratto istitutivo della Commenda, affinché le sue tre figlie ereditino crediti e renditi dopo la sua morte. Alla morte dell'ultima delle figlie, tutto passerà a S.M.

VII, 124
al sig. Nicola Boas Avvocato patrimoniale generale della Santa Religione ed Ordine Militare di S. Maurizio e Lazzaro

1824 luglio 27, Venezia
Esprime sdegno e rammarico per il sequestro di una parte (se non di tutto) il patrimonio della Commenda. Sequestro definito "inopinato, iniquo e senza creanza", atto "sulfureo". Spera in una correzione del sopruso.