Fascicolo VI
Lettere di Tamagno Giuseppe a Gian Rinaldo Carli Rubbi 1746 - 1785

Il Tamagno è un abate che cura le anime delle famiglie nobili di Venezia (e dà notizie) e procura anche cibi e medicine. Le prime sette lettere sono indirizzate a "Carissima cugina". Gian Rinaldo Carli era suo cugino: quindi la cugina era la sposa del Carli, come del resto si rileva dalle lettere (Chiodi).
Considerata la difficoltà di interpretare la grafia del Tamagno, ammetto che talora qualche parola o qualche passo sono risultati inintelligibili (Baldis).


VI, 1
Tamagno Giuseppe a Carissima cugina

1746 settembre 20, Venezia
Informato per lettera dei disturbi fisici della cugina, il Tamagno fornisce minuziosi consigli terapeutici e salutari rimedi, come certe pillole. Trasmette gli auguri di altre persone, non è chiaro se parenti o affezionati famigli.

VI, 2
Tamagno Giuseppe a Carissima cugina

1746 settembre 23, Venezia
Disquisizioni sottili sulla febbre e sulla qualità dell'aria e ipotesi acute sui danni che ne possono derivare all'inferma. Si parla anche di una scorta di panni, di eredità e di un certo Todesco "che tiene stretta amicizia con Bacco".

VI, 3
Tamagno Giuseppe a Carissima cugina

1746 settembre 28, Venezia
Abboccamento chiarificatore a Venezia [canal Regio, oggi Sestiere di Cannaregio] con d'Osvaldo. Notizie sulla salute di Maria. Elogi alla salubrità dell'aria che si respira a Preganziol.

VI, 4
Tamagno Giuseppe a Carissima cugina

1746 ottobre 12, Venezia
Appena giunto a Venezia verso le 23 si affretta a Ca' Miani dove, sembra per conto della cugina, tratta affari anche matrimoniali, cui allude in termini espliciti solo per la destinataria, rinnovando proteste di fedeltà. Tomaso è peggiorato, Livia saluta.

VI, 5
Tamagno Giuseppe a Carissima cugina

1746 ottobre 23, Venezia
Ancora sulla salute, sull'appetito, sulla buona aria di Preganziol, sugli amici comuni. Chiudono brevi cenni sulla guerra di successione austriaca. Ventimiglia presa dagli Austro-Sardi, Savona resiste. "Le cose di Fiandra vanno alla peggio" pare per i Francesi.

VI, 6
Tamagno Giuseppe a Carissima cugina

1746 ottobre 27, Venezia
Laborioso progetto di incontro con "il cognato". Se ne discute la durata e il gradimento. Ancora sulla spartizione dei mobili, previo incontro con il signor Donati. Diffidi la cugina dell'aria fredda: provoca il raffreddore.

VI, 7
Tamagno Giuseppe a Carissima cugina

1746 novembre 4, Preganziol
Ha trattato ancora con il cognato la divisione dei mobili, ma non sono in ballo soltanto quelli. Tamagno ha fatto l'inventario e spedirà la barca "per prendere la robba tutta". Ci sono altre difficoltà, ma saranno superate.

VI, 8
Tamagno Giuseppe a Carissimo amico e cugino

1747 marzo 2, Venezia
Rende conto di un veloce scambio di lettere, tramite anche il Burchiello [servizio di barca Venezia-Riviera del Brenta]. Segue una vivace scenetta di campiello: un importuno vuol sapere del matrimonio del Carli e il Tamagno se la cava diplomaticamente senza soddisfare la curiosità.

VI, 9
Tamagno Giuseppe a Carissimo amico e cugino

1747 marzo 13, Venezia
Brevi cenni e scarne allusioni a persone e fatti ben noti al destinatario. Così rimangono misteriosi i traffici del Businello, nonchè un prezioso "fiocco di diamanti".

VI, 10
Tamagno Giuseppe a Caro amico e cugino

1747 marzo 6, Venezia
Si incontrano difficoltà nel combinare un matrimonio fra esponenti di diverso ceto sociale.

VI, 11
Tamagno Giuseppe a Caro amico e cugino

1747 marzo 16, Venezia
Maneggi per sposare Paolina, in cui entrano Ca' Boldù e Foscarini.

VI, 12
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1749 settembre 7, Venezia
Lettera sterminata per tante bagatelle. Ha scritto l'amico Tonino, cui "si scopre il cuore a fior di labbra". La casa del cugino in Padova è meglio sia affittata che venduta. Il Tamagno chiede aiuto in denaro al cugino, perché, per spese sostenute e mancati introiti, si è ridotto alla "povertà evangelica". Descrive le condizioni di Ca' Priuli e considera se convenga acquistarla.

VI, 13
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1749 settembre 20, Venezia
Il Tamagno si dice colpito da "convulsioni e deliqui con lo scarico a basso e il vomito continuo". Ma si riprende e informa il cugino sulle indagini condotte per trovargli un alloggio a Venezia. Si compiace delle "insolite finezze" di cui Gian Rinaldo è stato oggetto da parte del duca di Modena. Il figlio di Gian Rinaldo è ben custodito e assistito. Nozze in Ca' Malenotti.

VI, 14
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1753 maggio 24, Venezia
"Oh! che sussurri, oh ! che strepito": Nicolò Bon, che pur vestiva "toga paonazza" [procuratore di S. Marco] è destinato in relegazione al castello di Brescia. Aveva detto ai Savi: "Noi mangiamo poco e le vostre Eccellenze mangiano tutto". C'è il proposito di eleggere un tal Donini a Bergamo. Un ladro, sembra.

VI, 15
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1756 maggio 15, Venezia
Descrive con dovizia di particolari lo scontro navale fra un famoso corsaro di Tripoli e la [tartana] del capitano Ivanovich. "Ben prodigioso fu l'azzardo e felicissimo l'esito".

VI, 16
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1756 dicembre 16?, Venezia
Fa sapere al Carli che il figlio Agostino pretende parte della dote Rubbi [della madre Paolina Rubbi, ?-1749]. Agostino ha 8 anni ma è sostenuto dallo zio Stefano Carli.

VI, 17
Tamagno Giuseppe a Carli Rubbi Gian Rinaldo in Pisa

1756 dicembre 25, Venezia
Grave dissidio familiare sembra fra il conte Stefano [fratello di Gian Rinaldo] e la moglie, visto che questa è definita cognata nonché "pazza e irragionevole".

VI, 18
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1757 aprile ?, Venezia
Intricata questione ereditaria [Rinaldo padre è morto nel 1757] cui è interessato il conte Stefano. Il Procuratore Marco eletto ambasciatore a Roma. In Pomerania si scontrano Russi, Prussiani e Austriaci. Notizie sulla salute di taluni stretti famigliari.

VI, 19
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1757 aprile 9, Venezia
L'eredità paterna è stata divisa in sei parti: misera è quella toccata a Gian Rinaldo. Il fratello Stefano vorrebbe per sé "l'argenteria, le lenzuola, la biancheria da tavola". Il conte Girolamo [altro fratello] si rimette alla volontà di Gian Rinaldo. Alcuni capitali sono legati a luoghi pubblici, come le Scuole Grandi.

VI, 20
Tamagno Giuseppe a Carli Rubbi Gian Rinaldo in Pisa

1757 aprile 16, Venezia
Ancora sull'eredità paterna: è necessario consultare lo Zanchi. Difficoltà nello spartire opere di classici come Tucidide e Senofonte.

VI, 21
Tamagno Giuseppe a Carli Rubbi Gian Rinaldo in Firenze

1757 aprile 30, Venezia
[L'inchiostro sbiadito rende ardua la lettura]. Sembra che Tucidide e Senofonte vadano a Firenze, presso Gian Rinaldo.

VI, 22
Tamagno Giuseppe a Carli Rubbi Gian Rinaldo in Capodistria

1757 maggio 21, Venezia
Sarebbe bello se il conte Carli Stefano divenisse "più facile e dolce" nelle trattative per l'eredità paterna. Nell'operazione di recupero dei capitali è citato anche il signor Pietro Manzoni.

VI, 23
Tamagno Giuseppe a Carli Rubbi Gian Rinaldo in Capodistria

1757 giugno 29, Venezia
Minuto resoconto di operazioni finanziarie, sembra per il riscatto di capitali. Citate ancora le Scuole veneziane della Carità e di S. Rocco. Il conte Stefano si appropria di certi mobili, però paga.

VI, 24
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1758 agosto 26, Venezia
Inizio sibillino: "Ebbe il padre notizia da Bassano del figlio suo Valerio colà ricoveratosi presso i sigg. Remondini [i famosi stampatori]. Si parla di papa Rezzonico Clemente XIII [che fu eletto duo anni dopo il 6 luglio 1758] e della nomina a prelato domestico di un altro veneziano, l'arciprete Barbarigo.

VI, 25
Tamagno Giuseppe a Carli Rubbi Gian Rinaldo in Capodistria

1760 marzo 17, Venezia
"Abbiamo vinto, abbiamo vinto, Iddio ci ha fatto la grazia". "Il Procuratore Marco pianse, svenne, a veder approvate le sue fatiche". Forse è proprio l'elezione di questo Marco la causa di tanto giubilo.

VI, 27
Tamagno Giuseppe a Caro cugino

1762 marzo 20, Venezia
Creditori, debitori, elezioni, nascite e morti di cittadini illustri.

VI, 28
Tamagno Giuseppe a Caro cugino

1766 settembre 6, Venezia
Resoconti di cassa. Il Tamagno si sente afflitto da "tetro umore" e si propone di recarsi in campagna. Scontri sul mare con i pirati di Tripoli.

VI, 29
Tamagno Giuseppe a Caro cugino

1767 agosto 22, Venezia
Riferisce sulle ricerche di libri rari e sospetti [uno è depositato presso l'Inquisizione] che si intitolano al Regno Terrestre, al Regno Papale e al Regno Celeste [sono le tre parti del Triregno del Giannone]

VI, 30
Tamagno Giuseppe a Caro cugino

1767 settembre 8, Venezia
Ancora sui libri del Giannone. Il "Regno terrestre" sarà stampato ad Amsterdam. Accenno a provvedimenti riformistici sulla manomorta e sugli ordini regolari in Europa.

VI, 31
Tamagno Giuseppe a Caro cugino

1767 settembre 23, ?
Danni e restauri al palazzo di Paderno [Treviso, già Rubbi]. Manutenzioni ed affitti di case coloniche. Contrasti di interessi. "Da Giuseppino udirete la novella di quel tale Barbaro Stefano che tratta male con noi".

VI, 32
Tamagno Giuseppe a Caro cugino

1767 settembre 29, ?
Di pietre preziose e di gioielli. Visiterà Venezia il conte del Tirolo. Dove alloggerà?

VI, 33
Tamagno Giuseppe a Caro cugino

1767 ottobre 7, ?
Proseguono i restauri a Paderno, dove le rendite sono scarse, come sa il conte Gian Rinaldo.

VI, 34
Tamagno Giuseppe a Cugino amatissimo

1767 ottobre 23, ?
Difficile affittare i beni di Paderno. Questioni amministrative e ereditarie che riguardano anche il contino [Agostino Carli Rubbi?].

VI, 35
Tamagno Giuseppe a Caro cugino

1767 settembre 15, ?
Dalla villa: "L'articolo riguardante la Vostra persona sarà letto al signor vostro zio". Si parla poi di un anello, di cambiali e di Giuseppino che è informato di tutto. Scompiglio per le nuove norme sui beni ecclesiastici e sui conventi. Per es.: si inibirà ai luoghi ecclesiastici la facoltà di ereditare, esclusi per altro gli Ospedali, la Fraterna Grande e le piccole Fraterne delle parrocchie.

VI, 36
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1767 novembre 12, ?
Gli avversari del conte hanno sequestrato la rendita spettante a lui e al figlio Agostino. Il conte richiede un collare di maggior finezza di quello ricevuto: occorrerà interpellare il Roberti, ma si può fare. Agostino insiste nel rivendicare l'eredità della madre Rubbi.

VI, 37
Tamagno Giuseppe a Cugino carissimo

1768 marzo ?, Venezia
"Dobbiamo sloggiare da S. Alvise". A chi consegnare le chiavi di casa senza disperderle? Notizie di cronaca cittadina.

VI, 38
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1768 marzo 24, Venezia
Informazioni sui "denari di Zecca" ma anche su avvenimenti politico-militari.

VI, 39
Tamagno Giuseppe e Carissimo cugino

1768 aprile 2, Venezia
Ancora sui capitali di Zecca. Diatriba sulla primazia del papa nell'elezione dei vescovi. Il Bettinelli professa in proposito idee non ortodosse.

VI, [sn]
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1768 aprile 16, Venezia
Contrasto tra il papa e S.R.A. di Parma, che coinvolge anche Francia, Spagna e Napoli.

VI, 40
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1768 giugno 18, Venezia
Di procure ed usufrutti per operazioni finanziarie. Regolazioni per decreto delle "Episcopali cancellerie".

VI, 41
Tamagno Giuseppe a Cugino?

1769 marzo 17, Venezia
Di permute, enfiteusi e fidecommessi. Notizie varie: un capitano salpa di nascosto sottraendosi alla contumacia; il Bailo di Costantinopoli riferisce su movimenti di flotte internazionali.

VI, 42
Tamagno Giuseppe a Amico carissimo

1769 agosto 5, Venezia
Sulle rendite dei "Capitali di Zecca" e sui fidecommessi di Iseppo, Antonio e Giustina.

VI, 43
Tamagno Giuseppe a Cugino amatissimo

1769 agosto 17, Venezia
Intricata questione di fidecommessi e di eredità in cui entra Agostino, ma anche Iseppo e Antonio [nipoti di Gian Rinaldo?] nonché casa Boldù e la famiglia Spinetti e Santorini. Costosi i restauri a Paderno (TV) [C'erano i beni di casa Rubbi e vi fu sepolta Paolina]. Conflitti di competenze in campo religioso.

VI, 44
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1769 agosto 17, Venezia
Si parla del testamento di Antonio (?). Una misteriosa "forastiera" alloggia presso le monache di S. Biagio. Stupore per la pubblicazione, sembra a Bergamo, di un Breve pontificio che approva le Missioni dei Gesuiti.

VI, 45
Tamagno Giuseppe a Cugino carissimo

1770 maggio 26, Venezia
Rapporto economico-finanziario.

VI, 46
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1771 dicembre 14, Venezia
Sono compiute le fabbriche della Colonia Pinato (?). Cacciati i Turchi dalle provincie oltre il Danubio e fuga precipitosa del Gran Visir.

VI, 47
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1777 ottobre 9, Ornella (?)
Il nobile Badoer, arrestato per imputazioni di stato, è tradotto da Zara a Venezia: "Fu sbarcato di chiaro giorno alla Piazzetta scalzo i piè, coperto da un capotto, scoperta la testa, lunghi i capelli e barba, guardato da 6 soldati".

VI, 48
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1777 novembre 22, Venezia
"L'affare del Durazzo è terminato... : tradotti co' ceppi alle mani e piedi, i delinquenti camminano sfilati l'un dietro l'altro e l'ultimo capo della barca avea dietro le spalle un cartellone scritto a lettere cubitali indicanti la loro colpa". Nuovi patti del senato, anche nei riguardi dei mercanti ebrei.

VI, 49
Tamagno Giuseppe a Cugino carissimo c

1778 agosto ?, Venezia
Tamagno a colloquio con il funzionario Zatta che chiede di entrare in possesso dell'opera completa "Le lettere americane" del Carli Rubbi Gian Rinaldo prima di consentirne la pubblicazione: tanto più che ne ignora l'autore.

VI, 50
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1778 settembre 14, ?
Assente Zatta, supplisce Ruberti nel fornire istruzioni per la stampa dell'opera del Carli Rubbi Gian Rinaldo. Il di lui nipote Agostino, appena giunto in città, si è pure rivolto a Ruberti. Accenno a inconvenienti provocati da servi. Aggiunge: "I puntigli domestici dell'amico Goldoni servano a conoscere quanto di male producano in casa i servi di più padroni".

VI, 51
Tamagno Giuseppe a Carissimo cugino

1778 dicembre 19, Venezia
Oscuro, tragico avvenimento in Venezia. È morta una dama Capello (Carli Rubbi era stato presente alle nozze) non sembra per cause naturali. I suoi famigliari, padre, figlio, nuora, sono imputati di "salasso violento, veneficio, infanticidio e sodomia sforzata". Ma è imputata come complice anche un'altra dama, che sembra coprire le colpe del suocero e del marito. Un prete, reo confesso, è agli arresti, mentre 60 testimoni attendono di essere ascoltati. Tra gli altri libri uscirà anche l'Almanacco, "solita offerta del Storti".

VI, 52
Tamagno Giuseppe a Cugino caro

1778 dicembre 26, Venezia
La truce vicenda della lettera precedente subisce tenebrosi sviluppi quanto a numero di imputati e specifiche modalità di esecuzione dei delitti.

VI, 53
Tamagno Giuseppe a Cugino caro

1779 agosto 20, Venezia
Piccole questioni economico-amministrative. Sono morti due senatori: uno è Francesco Grimani "del fu Serenissimo" che lascia la sua spada d'oro alla comunità di Brescia; l'altro è un Duodo: "poche esequie può sperare dai frati, verso i quali si dimostrò troppo rigoroso e incivile". Lascia solo un nipote pazzo furioso. "Si arricchirà la famiglia Loredan da S. Vio".

VI, 54
Tamagno Giuseppe a Caro cugino

1780 giugno 5, Venezia
"Novelle urbane" definisce le notizie che sta per fornire, ma in realtà sono fatti storici che interessano la salute della Repubblica. Qui si accenna soltanto alla nomina del patrizio Pisani alla carica di Procuratore [seconda solo a quella del dogato]. "Serenissimo ingresso, ricchissimo rinfresco". "il vostro affare si è incagliato". Ma per fortuna un giudice sarà Marco Contarini: "La Quarantia, la casa, la chiesa, sono i suoi familiari, né conobbe mai maschera, Teatro, Casino".

VI, 55
Tamagno Giuseppe a Caro cugino

1780 giugno 17, Venezia
Definisce "congiurati" ma senza piano concreto il Pisani di cui alla lettera precedente a Carlo Contarini, i "novatori" che vorrebbero instaurare la monarchia. Mentre il Pisani festeggia nel Casino di S. Moisè, la notte del 31 maggio bussa il Segretario del Tribunale supremo. Lo accompagnano il fante degli inquisitori di Stato Cristofolo Cristofoli e un reparto di schiavoni. Il tempo di confortare la moglie, di scrivere un "viglietto" al segretario che consegni le chiavi delle carte segrete e via alla volta del castello di Verona dove il Pisani, convertito "alle idee di Francia" rimarrà dieci anni. Anche Carlo Contarini è arrestato e rinchiuso nella fortezza di Cattaro, dove finirà presto i suoi giorni.

VI, 56
Tamagno Giuseppe a Cugino carissimo

1781-82 gennaio 12, Venezia
Parla di una intricata vicenda di debiti in cui sembra invischiato un nipote e chiede aiuto al carissimo cugino.

VI, 57
Tamagno Giuseppe a Cugino carissimo in Milano

1783 ottobre 7, ?
Auspica che un'altra questione di debiti e crediti si risolva in via privata anziché forense.

VI, 58
Tamagno Giuseppe a Cugino carissimo

1785 maggio 13, Venezia
Per ordine dei Dieci vengono sequestrati e bruciati tutti i mobili di casa di un certo Abate Sessa "greco o di Magna Grecia" spedito subito con peota a Lagoscuro. Sui motivi del provvedimento lo scrivente adombra l'ipotesi di eresia o di trama politica e così conclude: "Nel fatto c'è del comico, c'è del serio: pensa chi ci governa".
Giorno 14: Breve cronaca mondana e politica di vita cittadina con un cenno alla stampa in corso delle "Lettere americane".