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Catalogo della mostra:
"La Biblioteca di Giacomo Quarenghi"

A cura di PierValeriano Angelini

"… è una gran passione per me, e il solo sollievo che ho nelle mie occupazioni, quella dei libri" (G. Quarenghi)


INTRODUZIONE
Quello tra Giacomo Quarenghi ed i libri fu un rapporto davvero speciale: profondo e pervasivo al punto da fargli imperniare in essi molto della sua cultura; costante nelle differenti forme dall'adolescenza all'età avanzata; sottile nel discernimento delle qualità filologiche ed estetiche.
Egli fu lettore, autore, collaboratore, collezionista, bibliofilo, donatore (forse venditore, certamente procacciatore), nell'intenzione traduttore, progettista di spazi per libri: sono poche le sfaccettatura dell'universo librario della sua epoca nelle quali non lo si possa trovare in qualche modo coinvolto.
È questo aspetto della personalità intellettuale del maggiore architetto bergamasco che la mostra intende richiamare e porre all'attenzione del pubblico: una dimensione più privata rispetto a quella che ruota intorno al ruolo quarantennale di architetto degli zar e di figura di spicco su scala europea della ricerca architettonica neoclassica. Ma in questo percorso si intende far risuonare l'eco della vastità di interessi culturali, di una pratica intellettuale non parcellizzata, di un travaso interdisciplinare di impronta umanistica che pervade il continente in epoca post-illuministica e colora in maniera inconfondibile una stagione della civiltà.
La Civica Biblioteca "Angelo Mai" di Bergamo raccoglie un numero notevolissimo di edizioni che sono documentate nella biblioteca personale di Quarenghi. Non è dato di sapere se tra gli esemplari qui presenti ve ne siano alcuni che in passato l'architetto ebbe con sé a Pietroburgo (sembra potersi ritenere con sufficiente certezza che non fosse uso apporre segni di possesso sui propri volumi); le notizie disponibili circa la dispersione della sua raccolta libraria lasciano però campo aperto ad illazioni in tal senso. Per alcuni esemplari si hanno notizie più precise, che ne attestano inequivocabilmente la provenienza dagli scaffali dell'architetto.
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LA BIBLIOTECA DI GIACOMO QUARENGHI
La biblioteca personale di Giacomo Quarenghi fu assai ricca per la sua epoca, tanto sotto il profilo quantitativo quanto sotto quello qualitativo.
Data la sua dispersione quasi totale intervenuta quando l'architetto era ancora in vita (in una lettera del 1812 lamenta che i figli "hanno venduto e disperso tutta la collezione dei miei vecchi disegni ed anche dei libri") la fonte principale per ricostruirne la consistenza e le caratteristiche è costituita dal Catalogo dei libri conservato all'Archivio di Stato di Bergamo (presente in mostra), e quello presente nella Biblioteca Pubblica Saltikov- Scedrin di Pietroburgo, che documenta un numero minore di opere rimaste a Pietroburgo dopo la morte dell'architetto.
Altra fonte preziosa (cui si è attinto anche nelle didascalie, ponendo il testo in corsivo) è costituita dalla corrispondenza, in particolare verso gli amici coi quali condivideva maggiormente la passione per i libri: Giuseppe Beltramelli a Bergamo, Pier Antonio Serassi a Roma, o ancora la poetessa bergamasca Paolina Grismondi Secco Suardo.
Proprio da una missiva a quest'ultima abbiamo un'idea della consistenza numerica della raccolta nel 1785: "Al sig. Muletti mi farebbe somma finezza il dirli che m'è riuscito di mettere insieme qui quasi due mille volumi la più parte Italiani, e testi di lingua" (lettera a Paolina Grismondi, 18 settembre 1785). Una lettera al Serassi di tre anni successiva segnala un decisivo incremento numerico: "tengo una non indiferente serie de nostri Italiani delle migliori edizioni presenti, di modo che sono ormai vicino a compir tre mila volumi" (lettera a Pier Antonio Serassi, 8 ottobre 1788).
In sintesi gli aspetti principali che emergono dall'analisi dei titoli e delle edizioni possedute da Quarenghi ruotano intorno alla vastità di interessi culturali che affollavano la mente dell'architetto in svariati ambiti, anche significativamente distanti dal centro delle sue attività operative.
Se infatti non si è sorpresi nel riscontrare una ricca dotazione di opere relative alla trattatistica d'architettura, o più in generale comunque afferenti in varia forma a quella disciplina (spesso in edizioni ricercate e di qualità), non si può non notare la straordinaria ricchezza di titoli riguardanti le belle arti e l'erudizione antiquaria ed archeologica (ma d'altronde è costante nelle missive agli amici italiani la richiesta di ricevere tutto ciò che si potesse ottenere al riguardo). La cultura letteraria, tanto antica quanto contemporanea, si dimostra un campo di interesse (ma anche di svago) di primaria importanza, così come gli ambiti storico-filosofico-religiosi sono significativamente documentati. Non mancano poi opere curiose, eccentriche, inconsuete: il libro è insieme fonte di nuove curiosità, e strumento del loro appagamento. Da rilevare infine la passione e la competenza propriamente bibliofila del raccoglitore, che traspare dal Catalogo dei libri dell'Archivio di Stato di Bergamo (compilato dal segretario di Quarenghi ed evidentemente ‘complice' nella passione bibliofila – Taddeo Mussio ingegnere, le cui annotazioni circa i volumi elencati appaiono nelle didascalie delle vetrine sotto i titoli tra virgolette).
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OPERE ESPOSTE

Catalogo dei libri di Giacomo Quarenghi.
Bergamo, Archivio di Stato (allegato G dell'Istromento di donazione del Kr. Sig.e Giacomo Quarenghi dimorante S. Pietroburgo fatta alli figlij dimoranti in Bergamo, 1 marzo 1810, notaio Bortolo Poletti, Fondo notarile, fald. 9657, n. rep. 148).
È lo strumento fondamentale per conoscere almeno in parte la biblioteca personale di Giacomo Quarenghi (vi sono annotate poco più di 1100 opere, per un totale di meno di 2000 volumi). È stato redatto presumibilmente a Pietroburgo dopo il 1791 (a quell'anno risale l'edizione più recente che vi compare) dalla mano di Taddeo Mussio, segretario dell'architetto.


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