Il "Carteggio" copre un arco cronologico rilevante della storia della bottega-ditta Serassi (attiva dal primo '700 alla fine dell'800): dalla fine del '700 alla fine dell'800.
Sono ancora oscuri i criteri in base ai quali è stato formato: certamente esso non costituisce un epistolario organico della ditta, né relativo a tutte le opere prodotte. Possiamo ipotizzare che se fosse stato organizzato ai tempi di Giuseppe II Serassi (quando questo geniale imprenditore produsse il primo grande sforzo di documentazione e propaganda del lavoro della sua ditta) avremmo avuto molte più carte relative ai lavori settecenteschi, che già si svolgevano su un territorio molto vasto tale da rendere insufficienti i rapporti personali diretti con la committenza. E' molto probabile che in quegli anni esso sia solo iniziato, come germinale archivio di famiglia, insieme con la raccolta di dati che confluì nelle
Lettere sugli organi e nel primo
Catalogo (1816)
1 e sia cresciuto nel tempo senza un ordine preciso ma sulla base di criteri variabili quali, ad esempio, l'importanza del corrispondente o dell'argomento trattato. Si spiega così l'evidente
disomogeneità del materiale: a fronte delle circa 40 lettere (36 del solo Moroni, "procuratore" e organista titolare) relative a S. Maria Maggiore di Trento e delle circa 20 relative ai Carmini di Venezia, altri carteggi relativi ad importanti opere sono rappresentati qui da solo una o due carte, mentre gli archivi locali ne contengono quantità molto elevate
2.
Una lettura analitica del "Carteggio" fornisce una molteplicità di informazioni "tecniche" su ciascun organo (progetto, cassa e fonica, costi, contratto, postille e aggiunte, condizioni economiche, modifiche, riparazioni, trasporti e dazi, autorizzazioni amministrative, contestazioni, collaudi, ecc.) che, per una piena fruizione, vanno integrate con un riscontro con la documentazione locale. Si aprono, inoltre, prospettive di ricerca su ambiti non solo organistici ed organologici, ma anche di interesse culturale e socio-politico più ampio e non solo musicale.
Più in generale, è opportuno leggere questo "Carteggio" anzitutto per ambiti locali. Ci sembra in questo modo di recepire nel senso più produttivo la proposta di Oscar Mischiati
3 di procedere nelle ricerche e raccolte di dati, informatizzate o meno, per ambiti regionali: ciò richiede una definizione dei corrispondenti che conduca fin dove possibile ai contesti locali, tradizioni e storie socio-culturali. Analogo il suggerimento offerto da Arnaldo Morelli
4 di conciliare il massimo della specializzazione (le banche-dati di schede descrittive elettroniche) con la ricchezza ed articolazione dei temi di storia musicale, superando la tradizionale "separatezza" degli studi sugli organi rispetto al contesto musicale e culturale in genere. Una raccomandazione in tal senso è presente nel saggio del m° Mario Valsecchi
L'opera dei Serassi attraverso le lettere di collaudo5 ove si impegnava in un'analisi di questa parte del
"Carteggio", prefigurando la costituzione di una banca-dati. Ad un più ampio contesto rimanda la proposta di Giosuè Berbenni di ampliare gli studi, dall'ambito tecnico-musicale a quelli della società e dell'economia, ricerca portata avanti dallo stesso in questi anni e che vedrà la luce con il titolo
Le vicende umane e patrimoniali dei Serassi, etc.
6.
Contemporaneamente, il "Carteggio" può essere letto verticalmente come traccia di storia della ditta tra '700 e '800, in un ambito che va dalla promozione statale napoleonica delle scienze, dell'impresa e dell'istruzione alla successiva amministrazione austriaca, sino all'Unità:
- evoluzione dell'organaria da artigianato artistico ad industria d'arte
- evoluzione delle istituzioni ecclesiastiche e della relativa attività musicale
- evoluzione delle attività culturali e musicali dalla dimensione corporativa a quella privatistica
Il "Carteggio" traccerà così il percorso storico della Ditta, nell'evoluzione del suo modello tecnico ed imprenditoriale, partendo dalle pubblicazioni della Ditta, dai manifesti celebrativi, alle
Lettere sugli organi di Giuseppe II, ai Cataloghi.
La struttura stessa del materiale permette di collocare i singoli dati su di una traccia ben definita:
- fino al 1817, cui mette capo l'intensa attività promozionale di Giuseppe II
- dal 1818 al 1846, cioè fino alla pratica per l'ottenimento del titolo di Regia Fabbrica Privilegiata ove, con un catalogo di tutti gli organi costruiti dal 1830, la ditta viene definita nel suo organico, volume d'affari, costi e profitti ormai a livello di moderna azienda manifatturiera; fanno fede del modello costruttivo di quest'epoca le Regole geniali per registrare l'organo di san Filippo (di Torino), suggerite dal valente organista sig. avvocato Monti nel 1830, edite dallo scrivente in http://www.antichiorganidelcanavese.it/regole-geniali.html
- dal 1846 al 1868, periodo della piena maturità industriale, rappresentato dai Cataloghi del "ragioniere" G.B. Castelli nonché dalle Norme generali sul modo di trattare l'organo moderno, dello stesso Castelli7
- dopo il 1868, fase di declino, culminante nell'uscita dalla ditta di Giacomo Locatelli con gran parte delle maestranze (1870); dei lavori di quest'epoca però non è stato tenuto catalogo
Per descrivere questo percorso è utile un conteggio delle lettere: il primo periodo si aggira intorno alle 50; il secondo è quello corredato dal maggior numero di documenti, circa 430 (più della metà del totale); il terzo ne conta circa 220 (un quarto del totale) mentre l'ultimo ne conta circa 40. Appare evidente, dal confronto con l'attività di Giuseppe II testimoniata dalle sue lettere, che nessuno sino allora si preoccupò di raccoglierle. L'alto numero di lettere del secondo periodo lascia supporre che proprio allora si decise di organizzare anche la documentazione della ditta: d'altronde già prima del 1846 l'articolato organico di essa prevedeva due "impiegati di concetto": Attilio Mangili, Agente generale con mandato e Viaggiatore, e G. Battista Castelli,
Agente di Studio per la tenuta dei registri e della corrispondenza.
Per numero ed importanza di argomenti, possiamo indicare come esemplificativi i seguenti gruppi di lettere, per mittenti o luoghi interessati (ai mittenti seguono il numero di lettere e, tra parentesi, l'epoca).
Primo periodo:
Francesco Martinengo Cesaresco, 4 (1807-8) mecenate, promuove opere serassiane in zone di sua influenza nel Bresciano.
Carlo Gervasoni, 10 (1811-19), didatta, membro attivo della Società di Scienze Lettere ed Arti, specie nella
Nuova teoria di musica (1812), descrivendo lo stato della musica in Italia, esalta Mayr ed i Serassi, in particolare l'organo di sant'Alessandro in Colonna; promuove lavori serassiani in Lunigiana.
Il futuro cardinale
Angelo Mai, 3 (1816-17) segretario dell'Ambrosiana, diffonde le
Lettere sugli organi e valorizza la biblioteca tassiana che Giuseppe II recupera dopo la morte dello zio Pierantonio.
Paolo Bonfichi, 8 (1814-24) già compositore "napoleonico" a Milano; è anche uno dei tre ideali corrispondenti delle
Lettere sugli organi di Giuseppe II, con Mayr e
Carlo Bigatti, milanese (6 lettere fino agli anni ‘40). Collauda con un concerto l'organo del Duomo di Piacenza; promuove le opere serassiane a Milano, da san Tomaso in Terramara a sant'Eustorgio, ove Giuseppe II affronta la concorrenza di Biroldi.
Il secondo periodo vede il maggior numero di lettere svilupparsi intorno a tre nodi: le complesse e contestate imprese dei
Carmini di Venezia e di s. Maria Maggiore a Trento e la concorrenza dei S. con il Montesanti che mette capo all'opera in S. Andrea di Mantova; inoltre altri due gruppi di lettere testimoniano dell'espansione dei S. in Piemonte (Torino, Tortonese, Astigiano) ed a Milano.
Per i Carmini:
Francesco Boldini, parroco, 9 lettere, (1821-22);
Domenico Cimoso, musicista 7, (1822-28);
Gregorio Trentin, costruttore 3, (1822-26).
Per Trento:
Francesco Moroni, musicista 36 (1827-31) e i vari
Zanotti 1819,
Tacchi,
Wais,
Carpentari.
Per Mantova:
Ferdinando e
Luigi Montesanti 11 (1825-42) ed in seguito i musicisti
Francesco Comencini 22 (1825-57) e
Luigi Provaglio 32 (1837-67).
Per Torino:
Carlo Minochio 10 (1825-45), e per altre zone del Piemonte, dal Tortonese all'Astigiano:
Luigi Perosi, 41 (1832-47); da ricordare il "dilettante" avvocato
Carlo Monti, "procuratore" dei Serassi, autore di importanti istruzioni di registrazione nel 1830.
Per Milano: l'amministratore del Duomo
Ambrogio Nava 7 (1842-58) ed i musicisti
Neri,
Piazza,
Boniforti,
Boucheron.
Si colloca nel secondo periodo, come datazioni delle lettere,
G. Simone Mayr. Sono solo quattro lettere (1830-36) ma significative degli ambiti assai vasti di una molto più ampia collaborazione con i Serassi: loro promozione in ambienti italiani importanti, come Roma e Napoli, anche tramite amici e discepoli come Donizetti e Grazioli; discussione di schemi tecnici organologici; elaborazione di una biografia serassiana all'interno di un Dizionario dei musicisti bergamaschi (per il progetto, si veda sia la collaborazione di Mayr con Lichtenthal che le proposte di Gervasoni e Schultesius nell'ambito della Società nazionale di Scienze, Lettere ed Arti, classe di Musica); scambio di musiche e proposte di concerti tramite i Serassi nelle loro "missioni" fuori Bergamo. Il frequente richiamo od omaggio a Mayr in molte lettere dimostra come questi ambiti tematici siano caratteristici di tutto il Carteggio e suggeriscono di integrarlo con i carteggi mayriani.
A cavallo tra il 2° ed il 3° periodo si collocano personaggi di grande rilievo:
p. Davide da Bergamo (indicizzato come Moretti Felice), 29 (1822-62), a partire dall'organo del convento di S. Maria di Campagna di Piacenza, ove è presentato da Mayr, promuove e partecipa alla progettazione ed al collaudo di un gran numero di organi in Alta Italia;
p. Luigi Taparelli d'Azeglio, 5 (1829-50), filosofo gesuita, ideatore del "Violicembalo", diffonde il modello serassiano negli ambiti di Roma (chiese del Gesù e dell'Anima), Palermo e Napoli; probabilmente è da far risalire a lui l'espansione dei S. anche presso i Gesuiti di Sardegna;
da ricordare per quest'epoca anche
Felice Frasi, 12 (1834-62), organista formato a Milano, collaudatore di varie opere serassiane in Piemonte.
Il 3° periodo non vede gruppi particolarmente consistenti di lettere salvo quelli di alcuni promotori dei S. come
Giovanni David da Verona, 9 (1852-53),
Carlo Molinari da Borgomanero, 11 (1861-2) e
Pietro Bossi, 15 (1861-67), organista a Salò e poi a Morbegno, che si offre come procacciatore d'affari a percentuale. Contemporaneamente cresce il numero di lettere dall'estero (1844, per Guayaquil, Perù, ma il mittente scrive da Vienna; 1845 da Bastia; 1853 da Spalato;1856 da Parigi, 1858 da Trieste; 1860 da Rio de Janeiro; 1861 da Malta; 1863 dalle Canarie).
Il 1863 reca tre lettere da Firenze, che consacrano l'affermazione a livello nazionale con l'opera governativa in S. Lorenzo, peraltro diretta da Giacomo Locatelli.
Le ultime lettere sono degli anni ‘70-80 e spesso recano dubbi sull'efficienza della Ditta; significativo ancora, del 1874, un piccolo gruppo di tre lettere per gli organi delle chiese (cattolica e riformata) di Brusio (Svizzera), ove i S. avevano lavorato alla fine del secolo precedente.
Questo percorso, su cui si colloca già un gran numero di soggetti ed oggetti, potrà ampliarsi ed arricchirsi nel confronto con gli studi e le documentazioni locali; si auspica così che l’immissione in rete del Carteggio valga come proposta di collaborazione, in vista della quale la Biblioteca civica "A. Mai" offre la possibilità di ospitare eventuali contributi all'interno del proprio sito.
PIER MARIA SOGLIAN
(Unità operativa del progetto di ricerca C.N.R
Progetto Indagine storico-documentale sugli organi storici della provincia di Bergamo
Responsabile scientifico: Giosuè Berbenni)
Note:
- Catalogo degli organi fabbricati da Serassi di Bergamo, s.n.
- Vedi ad esempio la cinquantina di lettere relative al Duomo di Sarzana, edite da Sergio Chierici in "Informazione organistica" 2000 nn. 1-3.
- Convegno Canne somieri e mouse, Università degli Studi di Bergamo, 21-23 Giugno 2002.
- Convegno Canne somieri e mouse, Università degli Studi di Bergamo, 21-23 Giugno 2002.
- I Serassi e l'arte organaria fra Sette e Ottocento : atti del Convegno internazionale di studi, Bergamo, 21-23 aprile 1995, Bergamo, Carrara, stampa 1999.
- Di prossima pubblicazione presso l’Ateneo di scienze, lettere ed arti di Bergamo.
- Norme generali sul modo di trattare l'organo moderno proposte da Giambattista Castelli; cogli esempi in musica del maestro Vincenzo Antonio Petrali, Milano, F. Lucca, (1862).