Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - MA 305
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MA 305


Costanzi, Giacomo, Museo
volgare, ms. cartaceo metà sec. XVI, Venezia(?), cc. 24, 205x141x8 mm
segnatura MA 305 (già Delta 5 27)

MA 305 piatto anteriore MA 305 piatto posteriore

Legatura della metà (?) del secolo XVI, eseguita nel Veneto (?)

Marocchino bruno decorato in oro. Coppia di cornici a doppio filetto. Rosette accantonate interne ed esterne. Al centro dello specchio, un cartiglio costituito da cinque nodi di tipo moresco, ripetuti singolarmente negli angoli. Tracce di quattro bindelle. Dorso a tre nervi rilevati, evidenziati da una coppia di filetti orizzontali. Capitelli assenti. Taglio grezzo. Carte di guardia con una filigrana a forma di agnello pasquale1. Rimbocchi rifilati con discreta cura.

Il manoscritto conserva un testo di carattere morale, opera di Giacomo Costanzi, letterato di Capodistria (l'antica Giustinopoli), dedicato a Cristoforo Capello (1483-1546), luogotenente del regno di Cipro dal 1541, di cui compare lo stemma a f. 1r. Il confronto tra la raffigurazione dello stemma con le corrispondenti immagini nelle Commissioni dogali negli anni immediatamente successivi al 1520 (Commissione del Doge Andrea Gritti a Bartolomeo Zorzi, 1523 Philadelphia, The Free Library, segnatura Lewis ms. 47.5; Commissione del doge Andrea Gritti a Stefano Trevisan, Londra British Museum, add. 20916, f.4) dimostra la persistenza di moduli ripetuti nei decenni successivi. In ogni caso, l'anno 1541, anno della nomina di Cristoforo Capello a luogotenente del regno di Cipro, costituisce un termine "post quem" per la realizzazione del manoscritto2.
Il decoro a nodi di tipo moresco3 e a rosette4, motivi non caratterizzanti, tuttavia di gusto veneto, potrebbero suggerire un'esecuzione in questa regione. La decorazione a foglia d'oro, approssimativamente eseguita, ne testimonia le difficoltà tecniche5.


1
BRIQUET 1968, n. 49, Firenze, 1551; Treviso 1514.
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2
CODICI E INCUNABOLI 1989, n. 152, p. 348.
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3
segnatura MA 305, dettaglio
Segnatura MA 305, dettaglio
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4
segnatura MA 305, dettaglio
Segnatura MA 305, dettaglio
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5
Comunemente detto anche oro fino, si utilizza per l'impressione a caldo, sulle legature, di decorazioni e scritte mediante l'uso di ferri, rotelle, palette, piastre o caratteri. Oltre all'oro vero, per lavori meno raffinati può essere impiegato oro falso composto da varie leghe. Oltre che sul cuoio, la doratura può essere eseguita anche su altri materiali, quali carta o tela. La doratura tradizionale su cuoio con oro in foglia richiede molta esperienza e abilità. Vi sono due modi di procedere: senza traccia per dorature semplici e meno accurate, su traccia per dorature di grande raffinatezza e precisione. Le operazioni principali della doratura su traccia consistono nel disegnare la decorazione su un foglio di carta velina che viene provvisoriamente fissato sulla legatura. Una prima impressione con ferri riscaldati viene fatta attraverso la velina in modo che il disegno rimanga tracciato sul cuoio. Tolta la carta, con un pennellino si passa dell'appretto nelle tracce o su tutta la superficie, secondo il tipo di decorazione. Come appretto si usa sia il tradizionale bianco d'uovo mescolato ad aceto, sia moderni prodotti chimici in vendita pronti all'uso. Data la giusta quantità di appretto e raggiunto il giusto grado di asciugatura (l'esperienza insegna), si passa un leggero strato di olio di mandorle dolci che non macchia il cuoio e serve a trattenere la foglia d'oro. Con l'estrema delicatezza che il materiale richiede, si posa la foglia d'oro in modo da coprire tutte le parti da decorare. Le tracce lasciate dalla prima impressione con ferri caldi, appaiono attraverso la foglia d'oro e su queste tracce si devono nuovamente imprimere i ferri riscaldati alla giusta temperatura. Anche in questo caso è l'esperienza che insegna: mentre il troppo calore brucia il cuoio, una temperatura insufficiente non fa reagire l'appretto. Sotto l'effetto della pressione e del calore, l'appretto trattiene l'oro che entra in contatto con il disegno a rilievo dei ferri. Con un panno morbido o con un pennello si spolvera infine l'oro in eccesso e la sola decorazione appare in oro sul cuoio. Dove mancasse dell'oro, si può ripetere l'operazione. Nella doratura senza traccia, s'imprime il ferro direttamente sull'oro posato sul cuoio apprettato. Per l'impressione di piastre, queste, riscaldate sul fuoco, venivano poste sul cuoio apprettato e coperto con foglia d'oro e l'impressione avveniva per mezzo del bilanciere.
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