Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - MA 200
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MA 200


Breviarium monasticum secundum consuetudinem Monasterii Sanctae Gratae de Pergamo
latino, ms. sec. XV, Bergamo, cc. 517, 208x150x100 mm
segnatura MA 200 (già Alfa 6 26)
Per i fogli di guardia è stato utilizzato un atto del notaio Antonius Laurentii de Redona di cui si nota la sottoscrizione a f. IV, che rogò dal 1429 al 1470.
Provenienza: Tarussi, Mansueta; Bergamo, monastero benedettino di S. Grata; fondo Locatelli; Antonia Suardi Ponti.

MA 200 piatto anteriore MA 200 piatto posteriore

Legatura del secolo XV, eseguita a Bergamo, di tipo "catenato"

Cuoio marrone dal fiore scomparso, su assi. Quattro cantonali dai margini zigrinati ed una borchia centrale a testa globosa centrale. In testa al piatto anteriore, un ferramenta, di foggia lanceolata. Una coppia di fermagli, costituiti un tempo, da una coppia di bindelle in pelle allumata (residua oggi quella di piede) e contrograffe pentalobate, zigrinate, con tre fori ornamentali interni e finestrella di aggancio laterale. Dorso a tre nervi rilevati in pelle allumata, cinto da due listelle in pelle allumata, tre in origine, fissate con una coppia di chiodini. Capitelli e taglio grezzi. Carte di guardia membranacee. Rimbocchi rifilati senza cura particolare sul piatto anteriore, maggiore su quello posteriore; angoli giustapposti.

Il codice è stato commissionato, come afferma una nota a f 517r, da una monaca, madonna Mansueta Tarussi (i Tarussi erano una famiglia aristocratica di parte guelfa originaria di Seriate1), del monastero benedettino femminile di S. Grata a Bergamo. Sebbene non sia certa la concomitanza di tale nota con la stesura dell'intero manoscritto, l'anno che vi è indicato, il 1482, dovrebbe essere prossimo alla effettiva realizzazione dell'unica iniziale miniata. La tipologia dei motivi floreali, le cromie ed alcuni dettagli tecnici- ad esempio l'uso di tocchi a punta di pennello in oro o bianco sui boccioli- ne indicano la provenienza della bottega di Jacopo de Balsemo, miniatore attivo tra il 1451 ed il 1503 ca., avvicinandosi in particolare all'apparato decorativo del secondo e assai più ricco Breviario per S. Grata (segnatura Cassaforte 6 2), realizzato negli anni intorno al 1474 e donato al monastero nel 14862.
In evidenza i ferramenta in questa legatura: le borchie3 zigrinate, caratteristiche delle legature italiane del tempo, le laminette4 in corrispondenza degli angoli, il tenone della catena5 (oggi assente), i fermagli6 – le contrograffe recano un punzone che rappresenta forse la firma del fabbro che le realizzò- e le listelle di sostegno in pelle allumata del dorso7.


1
MAZZI 1908.
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2
CODICI E INCUNABOLI 1989, n. 81, p. 204.
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segnatura MA 200, dettaglio
Segnatura MA 200, dettaglio
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segnatura MA 200, dettaglio
Segnatura MA 200, dettaglio
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segnatura MA 200, dettaglio
Segnatura MA 200, dettaglio
La catena, elemento accessorio nelle legature di alcuni codici, è costituito da una vera e propria catena di anelli metallici che, in alcuni casi, poteva anche essere doppia (quidam libri ligati duabus catenis ferreis). La catena era fissata da un lato all'estremità superiore, o a quella inferiore, di una delle assi della coperta, dall'altra al pluteo, l'armadio-leggìo usato come banco di lettura nelle biblioteche medievali e, soprattutto, in quelle conventuali. Consentiva così la lettura del volume, proteggendolo dai tentativi di furto. Codici catenati si trovano anche in raccolte di leggi (Statuti delle Comunità) consultabili dai cittadini in luogo pubblico. Le catene generalmente di ferro, avevano lunghezza varia e tipi diversi di attacco al libro secondo la forma del leggìo al quale dovevano essere collegate. Esse possono costituire un importante elemento per la storia di una legatura: ad esempio sono una caratteristica ricorrente delle legature eseguite a Freising (Germania) e a Salisburgo (Austria), mentre sono sconosciute sulle legature di San Gallo (Svizzera). La forma, la dimensione, la collocazione dei fermagli della catena costituiscono importanti indizi per ricostruire la provenienza di una legatura. J.A. Szirmai cita lo studioso M. Germann (GERMANN 1994) il quale è stato in grado di identificare i libri del periodo della post-Riforma della Stiftsbibliotek di Zurigo, provenienti da diverse biblioteche monastiche, in rapporto al differente attacco della catena.
Ad eccezione di poche biblioteche che hanno conservato intatte le loro strutture (Cesena e Firenze, Hereford in Inghilterra e Zutphen in Olanda) le catene con i loro supporti sono state quasi tutte rimosse e di esse rimangono solo le tracce. Bibliografia: ARNIM 1992, n. 1; BLADES 1890; GERMANN 1994; PEETERS 1958; SZIRMAI 1999, pp. 267-271.
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segnatura MA 200, dettaglio
Segnatura MA 200, dettaglio

segnatura MA 200, dettaglio
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segnatura MA 200, dettaglio
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