Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - MAB 63
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MAB 63


Emmanuel de Vertua, De regimine conscientiae
latino, scrittura semigotica corsiva, ms. cartaceo seconda sec. XV, Crema (?), 312x205x55 mm, cc. 245
segnatura MAB 63 (già Gamma 6 19)
Provenienza: Crema, convento di S. Agostino; Basilico da Riva; frate Giovanni Paolo da Crema.

MAB 63 piatto anteriore MAB 63 piatto posteriore

Legatura del primo quarto del secolo XVI, eseguita a Crema (?), del genere "a losanga rettangolo"

Bazzana nocciola, con spellature diffuse, decorata a secco. Tre fasci di filetti concentrici. Cornice interna provvista di losanghe dai lati concavi. Nello specchio, una losanga caratterizzata da una coppia di filetti obliqui incrociati interni. Tracce di tre fermagli, con tre contrograffe metalliche, provviste di una finestrella di aggancio laterale, fissate con quattro chiodini. Sul piatto posteriore, un'etichetta rettangolare cartacea reca la scritta "Su(m)ma fr(atr)is Emm(an)uelis ordinis/heremitar(un) s(an)cti Augustini". Dorso a tre nervi rilevati, in pelle allumata. Capitelli rosa e blu, rifatti. Compartimenti caratterizzati da una coppia di filetti obliqui incrociati. Taglio grezzo. Carte di guardia caratterizzate da filigrane a forma di: a) monte a tre punte11; b) basilisco2; c) bilancia3. Contropiatti sprovvisti di carta di copertura. Rimbocchi rifilati con discreta cura; angoli giustapposti.

Basilico da Riva che concesse al frate Giovanni Paolo da Crema l'uso del presente volume, fu vicario generale degli Eremitani nel 15004. Il codice non presenta iniziali miniate, ma una sola grande scena, autonoma rispetto alla scrittura, che occupa la parte superiore di una colonna di testo al f. 32r5. La figura del frate si ricollega ad una cultura molto diffusa in Lombardia verso il 1480-1490, tanto da avvicinarla alla tavoletta con S. Rocco del Museo Civico di Crema6. Anche il disegno della nave, realizzato con la stessa tecnica e la medesima gamma di colori, è riferibile al codice redatto a Crema, contrassegnato MA 471, custodito in questa Biblioteca.
Caratteristico per il periodo, il decoro a losanghe intrecciate nello specchio7. Questa Biblioteca possiede un'esemplare apparentemente eseguito nella medesima bottega8. Presenti sulle legature tardo quattrocentesche aragonesi, le losanghe dai lati concavi9. Secondo le aspettative per le legature del tempo, le contrograffe zigrinate10. L'etichetta11 sul piatto posteriore sembra ricordare la lunetta, compartimento di forma rettangolare, protetto spesso da un bordo metallico, posto sulla parte superiore o centrale del piatto anteriore di legature medievali, destinato a contenere un'etichetta in cuoio con il titolo del libro; talvolta questa è coperta da una sottile lamina trasparente di corno, circostanza dovuta al fatto che i messali erano posti sul lato destro dell'altare, il lato dell'Epistola, con il dorso volto liturgicamente dal lato opposto al tabernacolo. A libro chiuso, la parte più visibile del libro era quindi la coperta posteriore, che perciò veniva meglio decorata e su cui era scritto il titolo. I libri del coro e anche molti volumi non liturgici dell'epoca seguirono questa regola12.


1
BRIQUET 1968, n. 11678, -11715, Italia settentrionale, sec. XV.
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2
BRIQUET 1968, n. 2628-2682, Italia settentrionale , sec. XIV- XV.
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3
BRIQUET 1968, n. 2568-2604, Italia settentrionale sec. XV.
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4
CALVI 1669, pp. 172-174.
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5
CODICI E INCUNABOLI 1989, n. 105, pp. 251-252.
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6
MARUBBI 1986, p. 18, fig. 6.
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7
segnatura MAB 63, dettaglio
Segnatura MAB 63, dettaglio
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8
segnatura MA 433, dettaglio
Segnatura MA 433, dettaglio
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9
segnatura MAB 63, dettaglio
Segnatura MAB 63, dettaglio
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10
segnatura MAB 63, dettaglio
Segnatura MAB 63, dettaglio
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11
segnatura MAB 63, dettaglio
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12
GILISSEN 1983, pp. 53-54.
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