Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - MAB 35
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MAB 35


Messa di S. Alessandro e di S. Vincenzo (col comune delle messe)
ms. membranaceo sec. XV, cc. 32, iniziali rosse con rubriche; due lettere miniate con fregi in oro (cc. 1, 15, e 27), 380x250x35 mm
segnatura MAB 35 (già Delta 1 sopra 5)

MAB 35 piatto anteriore MAB 35 piatto posteriore

Legatura del secolo XVI, eseguita a Bergamo

Bazzana (?) marrone con alcune profonde spellature, decorata a secco ed in oro. Tre filetti concentrici a secco. Cornice a due filetti dorati. Al centro dello specchio, un cartiglio formato da quattro fregi di tipo orientaleggiante affrontati, ripetuti negli angoli interni. Fregi trilobati accantonati esterni. Quattro bindelle in tessuto rosa slavato, verosimilmente rifatte. Dorso a quattro nervi rilevati. Cinque alette orizzontali di rinforzo. Capitelli grezzi. Compartimenti separati da un filetto orizzontale dorato, a creare spazi provvisti di una coppia di filetti obliqui incrociati e filetti verticali. Taglio dorato. Carte di guardia bianche, con filigrana a forma di sole antropomorfo. Rimbocchi rifilati senza particolare cura; quelli laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede.

La presenza delle Messe dei due patroni di Bergamo lascia supporre l'origine bergamasca del manoscritto. L'analisi della decorazione, estremamente raffinata, porta a collocare il manoscritto in epoca cinquecentesca. I caratteri stilistici evidenziano il legame con la cultura figurativa veneta: la concezione pienamente naturalistica del fregio a fiori e frutta, che costituisce le forme più sottili e astratte proprie della cultura bergamasca, legata alla tradizione di Jacopo Balsemo, rimanda alla lezione del Mantegna, riproposta variamente nel Cinquecento veneziano1.
Il testo di natura locale ed il fregio orientaleggiante2 del cartiglio, pure presente in una legatura rinascimentale bergamasca3 di questa Biblioteca e l'inusuale filetto orizzontale4 che delimita in due campi i compartimenti del dorso, indicano un'origine orobica della legatura. La grana soffice del cuoio sembra testimoniare l'uso di bazzana5.


1
CODICI E INCUNABOLI 1989, n. 99, p. 233.
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2
segnatura MAB 35, dettaglio
Segnatura MAB 35, dettaglio
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3
segnatura Inc. 5 110, dettaglio
Segnatura Inc. 5 110, dettaglio
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4
segnatura MAB 35, dettaglio
Segnatura MAB 35, dettaglio
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5
Qualunque tipo di pelle conciata e lasciata al naturale come grana e colore. In legatoria, si usa molto la bazzana di montone, il cui fiore, liscio e morbido, si presta a lavori di sbalzo e a decorazioni a secco e in oro, e, chiaro com'è, rende facile la tintura con qualsiasi colore. è stata anche usata per le etichette da incollare sul dorso dei volumi. Nel restauro di legature antiche di vitello, in mancanza di un cuoio di colore simile all'originale, è frequente l'utilizzo della bazzana di vitello, che può essere tinta nel colore più adeguato. La bazzana di montone è liscia e delicata, fragile e facile alla spellatura. Classificata tra le pelli di seconda qualità, è usata nelle legature di minor pregio.
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