Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - INCUNABOLO 2 332-333
Incunabolo 2 332-333
Duns, Johannes,
Quaestiones in tertium librum Sententiarum Petri Lombardi, [Venezia, Johann Herbort], ed. Giovanni da Colonia, Nicolaus Jenson e Compagni, 1481
segnatura
Inc. 2 332 (già A 8 11)
INDICE DEGLI INCUNABOLI 1966, n. 470, p. 133.
Duns, Johannes,
Quaestiones quodlibetales, Venezia, Johann Herbort, ed. Giovanni da Colonia, Nicolaus Jenson e Compagni, 1481, 235x160x28 mm
segnatura
Inc. 2 333, (già A 8 12)
INDICE DEGLI INCUNABOLI 1966, n. 463, p. 132.
Provenienza: Bergamo, Biblioteca dei Cappuccini.
Coppia di legature della prima metà del secolo XVI, eseguite in Francia, del genere "a griglia di S. Lorenzo"
Vitello marrone dal fiore diffusamente scomparso, decorato a secco. Due fasci di filetti e coppia di filetti bruniti concentrici. La cornice a rotella, raffigura rosette entro volute. Nello specchio, quattro bande verticali evidenziano una serie di api o mosche. Tracce di quattro bindelle in pelle allumata. Dorso a quattro nervi rilevati, rivestito da un lembo di cuoio in cuoio testa di moro. Capitelli grezzi. Nel secondo compartimento, una scritta in caratteri capitali recita "Duns-Scot/Sententiar/1481" ("Duns-Scot/Quotlibeta/1481"-segnatura Inc. 2 333). Taglio grezzo. Carte di guardia bianche ed azzurre.
La cornice a volute
1, il decoro a griglia di S. Lorenzo
2 e le api o mosche
3 in esso contenute, indicano una legatura di origine transalpina. La Biblioteca Queriniana di Brescia possiede una legatura di questo genere
4. Apparentemente inusuali, le quattro bindelle in pelle allumata nelle legature francesi del periodo.
1
Segnatura Inc. 2 332, dettaglio
Cfr.
GID 1984, planches 67-72.
2
Segnatura Inc. 2 332, dettaglio
Gril o, per esteso, gril de St. Laurent, o griglia di san Lorenzo. Decorazione francese tipica della seconda metà del Quattrocento e del primo Cinquecento, caratterizzata da fasce o bande verticali parallele in numero da due a cinque, separate tra loro da filetti, delimitata da una cornice. Le fasce, decorate inizialmente con piastrelle quadrate, poi con rotelle, aumentano di dimensioni verso la cornice. Gli spazi interni alle bande sono decorati con gli stessi fregi ripetuti per tutta la lunghezza delle bande stesse. Talvolta i motivi (piastrelle quadrate con un Agnus Dei, un leone, uno scoiattolo) sono alternati a spazi lasciati vuoti al naturale, per evitare un troppo fitto ripetersi dei motivi. Ne deriva una caratteristica decorazione costituita da fasce verticali che simulano una griglia. Sono noti esemplari normanni e parigini caratterizzati da un'unica grande placca che copre l'intero piatto; questo tipo di esecuzione è riconoscibile per l'assenza di sovrapposizioni dei motivi agli angoli e
per la perfezione dei filetti. Una decorazione di questo genere degli inizi del XIV secolo è stata segnalata anche a Colonia.
Cfr.:
GID 1984, planches 39-41;
MINER 1957 p. 64;
VEZIN 1978, Catalogue des frottis, Composition des fers de type C, 1978, Av. 2845.
3
Ape o mosca (in Francia è infatti detto "fer à la mouche") Elemento decorativo in uso nelle Fiandre e soprattutto in Francia (a Parigi e a Lione) agli inizi del xvi secolo, ove era ritenuto simbolo di regalità. L'ape più antica pare sia stata utilizzata da Jean Guilbert di Bruges (1480-90) nella forma di ape a quattro zampe entro un piccolo rettangolo. Un ferro analogo, ma con ape a sei zampe, si riscontra più tardi sulle coperte di Jean Ryckaert, attivo nelle Fiandre tra il 1511 e il 1546. Dapprima sotto forma di ferro isolato (ne esistono numerosi tipi), il motivo dell'ape si presenta dopo il 1510 su rotelle, disposto in bande verticali ove le api possono susseguirsi senza interruzione, oppure alternarsi ai fiori e ai fregi intrecciati che distinguono tra loro i differenti tipi di rotelle. Eccezionalmente, api compaiono anche su piastrelle disposte in bande verticali. La maggior parte dei libri di Luigi XII di Francia (1462-1515), prima del suo matrimonio con Anna di Bretagna, del 1499, recano
nello specchio fasce decorate a rotella con api, accompagnate dalla divisa "Non utitur aculeo regina cui paremus". Tuttavia, la presenza di api su una legatura di tale periodo non permette di per sé d'ipotizzare una provenienza regale. L'ape compare come elemento decorativo e simbolo di operosità, disposto in fasce longitudinali, nello specchio di legature rinascimentali. Più tardi, nel XVII secolo, si riscontrano le api disposte a seminato, a ricoprire l'intera coperta, in stemmi come elemento araldico o in decorazioni a seminato di legature seicentesche romane, eseguite per il papa Urbano VIII Barberini (1568-1644). Le api ricompaiono nel XIX secolo, nella simbologia del periodo napoleonico.
Questa Biblioteca custodisce una legatura del 1555 eseguita nell'Europa orientale segnata
Cinq. 2 140, pure provvista di questo genere di motivo (cfr. la riproduzione "infra").
Cfr.
BRUN 1935, pp. 129, 160-164, 211-213;
BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA 1977, tav. CXLIV;
GUIGARD 1890, pp. 9-10;
LIBRAIRIE SOURGET 1997, n. 133.
Segnatura
Cinq. 2 140, dettaglio
4
Brescia, Biblioteca Queriniana,
Evclidis Megarensis Geometricorum elemetorum libri XV…. (et alia), Parisiis, In officina Henrici Stephani, 1516, segnatura Cinquecentine C 37.