Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - INCUNABOLO 2 87
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Incunabolo 2 87


Biblia, [in latino. Precede:] GABRIEL BRUNUS, Tabula, Venezia, Simone Bevilacqua, 1498, 222x160x70 mm
segnatura Inc. 2 87 (già O 8 20)
Provenienza: Gio. Maria Rosciati.
Restauro: P. Brena, Bergamo.
INDICE DEGLI INCUNABOLI 1966, n. 238, p. 75.

Inc. 2 87 piatto anteriore Inc. 2 87 piatto posteriore

Riutilizzo di una legatura della fine del secolo XV/inizio XVI, eseguita a Venezia

Legatura su cui sono stati applicati i piatti ed il dorso di una legatura rinascimentale italiana in marocchino marrone, decorato a secco ed in oro. Cinque filetti concentrici a secco. Quattro cornici rispettivamente decorate con: 1) foglie d'edera, fregi mammalucchi e gigli bocciolati; 2) coppie di delfini affrontati che si tuffano; 3) cfr. il punto 1); 4) motivi a cordami. Nello specchio, un ampio intaglio ovale vuoto, entro una coppia di palmette e quattro foglie di vite. Gigli bocciolati accantonati. Coppia di borchie sul piatto anteriore. Quattro fermagli: costituiti da bindelle decorate con gigli bocciolati e foglie di vite, e quattro contrograffe zigrinate, con finestrella di aggancio laterale. Dorso mobile, a quattro motivi mammalucchi entro coppie di foglie di vite, a secco ed in oro, affrontati. Capitelli verdi, rossi, bianchi e azzurri. Carte di guardia membranacee e bianche, rifatte. Il taglio dorato e cesellato, raffigura motivi floreali alternati a volute fogliate, entro una coppia di circostanti cornici a cerchielli. Rimbocchi rifilati con cura, ad angoli giustapposti. Restauro: Pietro Brena, Ponteranica (Bergamo).

La scritta di possesso1 indica il 1545 quale data di esecuzione "ad quem" della coperta. La palmetta nello specchio2 orienta verso una legatura veneziana3. Il delfino costituisce un motivo proprio del XV, XVI e, più raramente, XVII secolo. Il delfino isolato è presente, specie nell'iconografia gotica e rinascimentale, quale simbolo di fedeltà e protezione, nonchè simbolo di Cristo Salvatore. Questo motivo, che in Italia nel XVI secolo è spesso associato al simbolo della "Fortuna", è presente anche in un certo numero di legature francesi del XVI secolo, rivolto verso destra o sinistra, con o senza corona. Compare inoltre in coppia affrontata nel XVI secolo, a disegnare quasi un anello aperto, con al centro una palmetta o, secondo A. Hobson, una fontana ("dolphins diving on either side of a fountain"). Questo fregio, adottato prevalentemente nella decorazione di cornici, è caratteristico del Veneto, ove fu impiegato tra il 1470 e il 1500 circa. L'impiego della cornice con i delfini non si limitò all'Italia nord-orientale; in forme poco differenti è attestata negli stessi anni a Firenze4. Compare a Roma5 nel 1490 e a Milano verso il 1510-16 circa. Il motivo dei delfini affrontati, scrive É. Dacier6 "très gracieux, très finement gravé (...) une véritable vignette typographique spécifiquement 'Renaissance' qui vient, lui aussi, d'Italie", è di particolare interesse perché, secondo E. Ph. Goldschmidt7, è il primo esempio di ferro italiano impresso con decorazione in oro su un volume francese, un poema manoscritto del 1507 dedicato da Fausto Anderlini a Luigi XII, legato verosimilmente da Simone Vostre. Una inusuale e rara versione con i delfini addossati invece che affrontati, si osserva in una legatura decorata a secco, eseguita verso il 1530 e custodita nella Biblioteca Braidense di Milano8. Sotto forma di spirale terminante con la testa di delfino, si trova nelle cornici di legature eseguite nel XVII secolo nella legatoria vaticana. Quale emblema del primogenito del re di Francia, il delfino compare talvolta coronato in insegne araldiche del XVI e XVII secolo. In quest'ultimo secolo, disposto in serie, il delfino si riduce a elemento ornamentale privo di significato araldico, in decorazioni francesi a seminato. Inusuali le bindelle decorate9. In evidenza il taglio dorato in oro pallido10, caratteristico per il periodo. Le contrograffe sono state erroneamente applicate sul piatto anteriore in occasione del restauro: esse compaiono infatti legature francesi, italiane e spagnole su quello posteriore. Esemplare ritenuto veneziano da T. De Marinis11.


1
segnatura Inc. 2 87, dettaglio
Segnatura Inc. 2 87, dettaglio
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2
segnatura Inc. 2 87, dettaglio
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3
MAZZUCCO 1994, pp. 155, 163, ferro m2, Pietro Bembo, Gli Asolani, Venezia, 1505, Venezia, Biblioteca Marciana, segnatura 393. D.165.
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4
COLIN 1960, tav. 4, 7.
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5
HOBSON A. 1989, fig. 75, p. 88
HOBSON A. 1989, fig. 75, p. 88, Sallustio, Opera, Roma, 1490-1500, Chantilly, Musée Condé, segnatura ms 762, piatto anteriore.
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6
DACIER 1933, pp. 24-25.
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7
GOLDSCHMIDT 1967, I, Text, p. 94.

OBSON A. 1989, fig. 139, p. 173 OBSON A. 1989, fig. 139, p. 173

Volume francese contenente un poema manoscritto del 1507 dedicato da Fausto Anderlini a Luigi XII, legato verosimilmente da Simone Vostre (HOBSON A. 1989, fig. 139, p. 173, Fausto Anderlini, Ad invictissimum … Francorum regem Ludovicum XII, de statu politico deque regia in Genuenses victoria (1507), Paris Bibliothèque nationale, segnatura lat. 8393, piatto anteriore).
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8
BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE 2002, n. 22, Modus visitandi domos sacri Ordinis nostri Carthusiensis, ms. membranaceo sec. XV, segnatura AD.X.35.
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9
segnatura Inc. 2 87, dettaglio
Segnatura Inc. 2 87, dettaglio

segnatura Inc. 2 87, dettaglio
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10
segnatura Inc. 2 87, dettaglio
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11
DE MARINIS 1960, II, n. 1679 bis, tav. C 31.
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