Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - CINQUECENTINA 3 1528
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Cinquecentina 3 1528


Boccaccio, Giovanni, Il Decamerone, Venezia, per Gabriel Giolito di Ferrari, 1542, 208x140x33 mm
segnatura Cinq. 3 1528
LE CINQUECENTINE 1973, p. 28.

Cinq. 3 1528 piatto anteriore Cinq. 3 1528 piatto posteriore

Legatura eseguita nel 1853 a Londra da Thompson, del genere "pastiche"

Zigrino nocciola decorato in oro. La coperta è distaccata dal blocco dei fascicoli. Filetti concentrici dorati. Cornice interna decorata con coppi di volute caudate sormontate da una foglia di foggia triangolare. Nello specchio, la data di stampa del testo entro due mazzi di stelline. Circostanti cartella e losanga. Fregi aldini pieni accantonati. Dorso a cinque nervi poco rilevati. Nel secondo compartimento, la scritta "IL DECAMERONE/DI/BOCCACCIO"; in quelli rimanenti, un fregio aldino pieno. Capitelli rossi, azzurri e gialli. Taglio dorato e marmorizzato. Labbro decorato con motivi arabescati delimitati da tre filetti verticali e collegati da un filetto orizzontale. Carte di guardia bianche. Una cornice a due filetti lungo il margine dei contropiatti.

Manufatto del genere "pastiche"1, su modulo di Etienne Roffet2, eseguito dalla bottega londinese Thompson3 come testimonia il timbro posto sul verso della carta di guardia anteriore. Malgrado la ricca decorazione, è stato verosimilmente utilizzato dello zigrino4 quale materiale di copertura; il dorso mobile ha reso fragile5 la struttura del volume, affiancato da una lettera del legatore milanese Tommaso Laengner6 che ne indica il prezzo e l'esecuzione a Londra7.


1
Da non confondersi con la legatura retrospettiva, il pastiche è una copia esatta e fedelissima di una legatura artistica, senza limitazioni di epoca o stile. Di fatto, il pastiche costituisce un falso dichiarato. Diversamente, lo stile retrospettivo, riflesso di una moda che ebbe molto successo nella seconda metà dell'Ottocento, non copia con esattezza ma si ispira a uno stile anteriore. I principali legatori francesi che eseguirono copie di legature del XVI, XVII e XVIII secolo, a partire dalla prima "fanfare" di Thouvenin (copia di una legatura del Cinquecento) furono Trautz che eseguì copie di legature Grolier, di "fanfare" e di Le Gascon; Cuzin, che imitò legature del XVII secolo; Mercier e Lortic, tutti operanti a Parigi. Il Maestro del "pastiche" fu Trautz denominato "grand prêtre du pastiche": soffocato dalle committenze, tratteneva i volumi anche per anni prima di iniziarne la legatura. Le opere firmate Trautz, riferisce Y. Devaux, per la loro sontuosa bellezza e per la loro perfezione conseguirono prezzi molto elevati e diventarono oggetto di speculazione. Ancor oggi sono molto ricercate e apprezzate. Va tuttavia ricordato che anche alcuni legatori della prima metà del XVIII secolo realizzarono copie di decorazioni di secoli precedenti: in particolare, Antoine-Michel Padeloup "le Jeune" (1685-1758) eseguì per il bibliofilo Chastre de Cangé decorazioni ispirate a quelle seicentesche di Florimond Badier caratterizzate da "spirales pointillées". Questi lavori, eseguiti almeno in parte con ferri originali provenienti dalle botteghe del Seicento, sono in realtà considerati una continuazione più che una imitazione dello stile.
Cfr. BRESLAUER 102, n. 79; DEVAUCHELLE 1995, pp. 226-229; DEVAUX 1977, pp. 253-259; DEVAUX 1988, p. 508; BIBLIOTHÈQUE NATIONALE DE FRANCE 1998, n. 141.
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2
segnatura Cinq. 3 1528, dettaglio
Segnatura Cinq. 3 1528, dettaglio
Cfr. CULOT 1991, n. 29, Polybius, Historiarum libri quinque in lati(n)am conuersi linguam, Nicolao Perotto interprete, Venezia, in aedibus Aldi, et Andreae Soceri, 1532.

segnatura Cinq. 3 1528, dettaglio
Segnatura Cinq. 3 1528, dettaglio
CULOT 1991, n. 31, Terenzio, Comoediae ex, tum ex Donati co(m)mentariis, Paris, Robert Estienne, 1536. Etienne Roffet, legatore detto "Le Faulcheur", figlio di Pierre. La sua attività è nota a partire dal 1530 (muore nel 1548): libraio come il padre, pubblicò la prima edizione francese delle Metamorfosi di Ovidio. Fu il primo legatore a portare il titolo di "Relieur du Roi", conferitogli nel 1539 da Francesco I: a lui si devono le prime legature finemente decorate in oro, concepite per lo stesso monarca. Lavorò anche per il bibliofilo J. Grolier. Annoverato fra quanti diedero inizio all'età d'oro della legatura francese per la sua elegante semplicità, Étienne Roffet adottò come schema caratteristico una cornice con fregi stilizzati (tipica una piccola foglia rotonda dorata e una cartuccia centrale orientaleggiante con pendagli e fregi accantonati). Da notare inoltre nelle sue legature, fino al 1540 circa, l'impiego di vitello bruno o nero, l'uso di ferri d'influsso italiano, l'alternanza dell'oro e dell'argento nella decorazione. Pare che due cerchi concentrici sulla coperta rappresentino la sua firma.
Anche altri legatori parigini del tempo utilizzarono questo fregio per il decoro delle legature (HOBSON G. D. 1926 A, plate XI, p. 28-29, Themistius, Omnia Opera Graece, Venezia, 1534, legatura alle armi di Enrico II di Francia).
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3
segnatura Cinq. 3 1528, dettaglio
Segnatura Cinq. 3 1528, dettaglio
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Designa un cuoio di asino o di cavallo o di mulo importato dal Medio Oriente, in particolare dalla Turchia, la cui concia era completata con l'utilizzo dei semi duri e tondi di una pianta del genere Chenopodium: questi lasciavano impresso sul lato fiore, una grana fitta e regolare simile alla granitura della pelle di pescecane da cui il nome di zigrino. Questo cuoio molto duro e resistente, usato già nel secolo XVIII per volumi di uso corrente come i libri di devozione per i quali era tipico l'uso di zigrino nero, ebbe grande diffusione in Francia soprattutto a partire dagli anni Trenta del secolo XIX. Attualmente è chiamato zigrino il cuoio di capra o di montone cui si conferisce artificialmente una grana tonda, fitta e rilevata, ad imitazione di quella originale.
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segnatura Cinq. 3 1528, dettaglio
Segnatura Cinq. 3 1528, dettaglio
Nei volumi con dorso mobile, le nervature sono finte, ossia non fanno corpo con la cucitura, ma sono ottenute mediante l'applicazione di strisce di cuoio o di cartone, trasversali rispetto al dorsino. La loro funzione è soprattutto estetica; i finti nervi infatti non possiedono una funzione strutturale e possono essere liberamente aumentati o diminuiti di numero, a piacimento. Il dorso mobile si riconosce a libro aperto per lo spazio vuoto visibile tra dorso e fascicoli: il libro si apre a piatto e, rispetto a una legatura classica, si mantiene meglio in questa posizione. Secondo questa modalità sono legati quasi tutti i libri di oggi. Spesso su dorsi lisci si esegue una decorazione che rispetta la tradizionale suddivisione a scomparti, e i nervi inesistenti sono marcati da filetti.
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segnatura Cinq. 3 1528, dettaglio
Segnatura Cinq. 3 1528, dettaglio


Milano 14 aprile 1853
Teodoro Laengner
Sagrestano (?) sig. Carrara

Qui unito ho l'onore di mandarle
G. Boccaccio il Decamerone. Vinegia, Gio-
lito, 1542. ligatura in chagrin caffè di
Thompson.                                       L. 105
                 provvigione 10%                  10,50
                 spese da Londra a Milano        1,60
                                                          117,10

che Ella vorrà compiacersi di farmi entrare licenza da Parigi era già ricevuta.
ho avuto la grata mia del 4 addì, è sarà mia cura di procurare le impressioni
che mi chiede.
Sono con distinta stima di Lei
Distinto ed affmo suo
T Laengner
favorisca inviarmi il catalogo di Bruxelles.


La Biblioteca Trivulziana di Milano possiede due inedite legature rispettivamente su testo Novella di Lionora di Bardi ed Hyppolito Bondalmonte, Londra, R. Triphook, MDCCCXIII, segnatura Triv. I 3 e Quintus Horatius Flaccus, Londini, Guglielmus Pickering, MDCCCXXVI, segnatura Triv. N 136, realizzate da questo artigiano.
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7
Legatore non presente in RAMSDEN 1956 che tuttavia cita: Thompson, Charles (E. Howe, London Bookbinders (1648-1815), Oxford, Bib. Soc., 1950, p. 92); Thompson, John- indirizzo: 1 Cross St. Clerkenwell; Thompson, Jonathan-indirizzo: 75 Aldersgate St. (24): 114 Cheapside (32): n. 124 & High St. Stoke Newington (36); Thompson, John-indirizzo: 6 West Harding St., Fetter Lane; Thompson, Thomas-indirizzo: Broad-wall, Blackfriars; Thompson, Thomas-indirizzo: Broad-wall, Blackfriars.
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