Doré, Pierre,
Paradoxa, Parigi, Jean de Brouilly, 1543, 159x90x42 mm
segnatura
Cinq. 2 988
Provenienza: Antonia Suardi Ponti.
LE CINQUENTINE 1973, p. 123.
Legatura della metà (?) del secolo XVI, eseguita in Francia
Vitello marrone dal fiore scomparso, decorato a secco ed in oro. Volume fortemente indebolito lungo le cerniere. Tre filetti concentrici a secco. Coppia di cornici dorate ad uno e due filetti. Al centro dei piatti, una coppia di triangoli intrecciati provvisti di tre rosette pentalobate. Dorso a cinque nervi rilevati ed un mezzo nervo in testa ed al piede. Cuoio parzialmente scomparso in testa e al piede. Alette di rinforzo in carta, a forma di trapezio. Capitelli grezzi e blu. Compartimenti provvisti di una rosetta. Taglio grezzo cesellato. Carta di guardia posteriore. Taglio grezzo cesellato, evidenzia delle volute. Rimbocchi rifilati senza particolare cura; quelli laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede.
Il vitello utilizzato, - come evidenzia la grana compatta -, i numerosi nervi ed i mezzi nervi in testa ed al piede
1, le alette di rinforzo a trapezio
2, il tipo di taglio cesellato
3, il cartiglio a due triangoli intrecciati
4, il genere di fregio aldino
5 testimoniano l'origine francese della legatura.
1

Segnatura Cinq. 2 988, dettaglio
Cfr.
DEVAUCHELLE 1995, p. 62.
2

Segnatura Cinq. 2 988, dettaglio
3

Segnatura Cinq. 2 988, dettaglio
4

Segnatura Cinq. 2 988, dettaglio
Cfr.
NIXON 1965, n. 77, Stephanus Niger,
Dialogus … accedunt Phlostrati Heroica, Milano, in officina Minutiana, 1517, Glasgow, Hunterian Library. Una legatura transalpina provvista di questo fregio fu eseguita anche per il conte Peter Ernest di Mansfeld (1517-1604-cfr.
GRUEL 1887, p. 134, Mansfelt [comte de]. Nato in Sassonia e generale dell'esercito imperiale, fu nominato nel 1545 da Carlo V governatore del Lussemburgo e di Bruxelles. Fatto prigioniero durante le lunghe contese tra Asburgo e Valois, rimase costretto per cinque anni (1552-1557) nella fortezza di Vincennes, vicino a Parigi. Questo fregio fu pure utilizzato su legature rinascimentali romane (
DE MARINIS 1966, p. 60-61, Francesco Patrizi,
Il sacro regno del Gran'Patritio de'l vero reggimento, e de la verà felicità de'l principe, e beatitudine
humana, Venezia, Comin de Trino di Monferrato, 1547;
MACCHI F. - MACCHI L. 1999, n. 38, p. XXVI,
Plutarchi Graecorum romanorumque vitae, Lugduni, Gulielmus Gazeius, 1552).
Il decoro in parola si manifesta anche su legature rinascimentali italiane:
BAER 690, Tafel XII, n. 187,
Coffret en forme de livre, legatura romana con cornice a piastrella di fior di loto;
BAER 740, n. 274, tav. XLI,
Aristophanis comoediae novem, Plautus ranae, Filippo Giunta, MDXV;
NIXON 1956, n. 26, Blossius Palladius,
Coryciana, Romae, apud Ludovicum Vicentinum et Lautitium Perusinum, 1524, roman binding;
SCHUNKE 1966, Abbildung 7, Deutsche Staatsbibliothek Berlin, Ms. Ham. 443, 17. – Berlin, Kupferstichkabinett 78.D.17.
La stella a sei punte formata dall'incrocio di due triangoli, è detta stella di Davide: è da intendersi simbolo ebraico soltanto quando compare su libri con testo o con riferimenti ebraici, altrimenti è da considerare elemento decorativo senza particolare significato, che riflette uno stilema probabilmente di origine orientale. Compare, curiosamente, anche in etichette di legatori francesi del secolo XVIII.
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Segnatura Cinq. 2 988, dettaglio