Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - CINQUECENTINA 1 944-951
Cinquecentina 1 944-951
Iustinianus I Imperatore,
[Corpus iuris civilis], Index, Lione, Guill. Rouillé, 1551, 1550, 132x82x52 mm
segnature
Cinq. 1 944, Cinq. 1 945, Cinq. 1 946, Cinq. 1 948, Cinq. 1 949, Cinq. 1 950, Cinq. 1 951
LE CINQUECENTINE 1973, p. 192.
Serie di sette legature della metà del secolo XVI, verosimilmente eseguite a Lione
Marocchino marrone spellato, decorato a secco ed in lega d'oro. Filetti concentrici a secco. Cornice ad un filetto in lega d'oro, provvista in testa del titolo dell'opera, inquadra il cartiglio centrale costituito da una rosetta entro un serto di foglie di vite, ripetute negli angoli esterni della cornice. Tracce di due bindelle in tessuto rosso. Dorso a tre nervi rilevati, alternati a quattro mezzi nervi caratterizzati questi ultimi, da un tratteggio obliquo. Capitelli grezzi e verdi. Rimbocchi rifilati con discreta cura; quelli di testa sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede. Taglio grezzo e cesellato con motivi moreschi (segnature Cinq. 1 944, Cinq. 1 945, Cinq. 1 946) e dorato e cesellato con motivi moreschi (segnature Cinq. 1 948, Cinq. 1 949, Cinq. 1 950, Cinq. 1 951). Carte di guardia bianche in carta (segnature Cinq. 1 944, Cinq. 1 945, Cinq. 1 946) oppure carte di guardia in carta alternate a due in pergamena sul piatto anteriore, mentre quello posteriore evidenzia
due carte di pergamena e una carta di guardia in carta (segnature Cinq. 1 948, Cinq. 1 949, Cinq. 1 950).
Le rosette bilobate centrali
1 (ricordano quelle presenti sulle legature rinascimentali bolognesi
2) ed il dorso con nervi alternati a mezzi nervi
3 sono caratteristici delle legature italiane del tempo; il compatto formato orienta tuttavia verso una coperta lionese
4 in stile italiano. Le carte di guardia in carta alternate a due in pergamena sul piatto anteriore ed inversamente su quello posteriore, ricordano la particolare usanza di Jean Grolier che soleva far legare quasi tutte le sue legature francesi secondo il seguente ordine: foglio membranaceo sui contropiatti; coppia di carte di guardia in carta; un foglio membranaceo; coppia di carte di guardia in carta
5.
1

Segnatura Cinq. 1 944, dettaglio
2
British Library, London, segnatura C.64.c.12 (sito Internet
www.bl.uk, Italy);
DE MARINIS 1960, II, n. 1281, tav. CCXXXII,
Evangelia, Venezia, 1430, Biblioteca Apostolica Vaticana, segnatura R.I., II,402.
3

Segnatura Cinq. 1 944, dettaglio
4

Nel XVI secolo Lione fu il centro librario più importante di Francia dopo Parigi. Peculiare delle legature lionesi è l'accurata esecuzione, tanto che alcune di esse, benché prodotte generalmente a scopo commerciale, reggono con successo il confronto, per qualità della doratura e rilievo dato alla decorazione eseguita con cere colorate, con quelle prodotte nelle grandi botteghe parigine. Le legature rinascimentali realizzate a Lione sono caratterizzate da piatti in vitello color marrone o nocciola, decorati con larghe cornici a filetti e ferri aldini pieni, a forma di ramo fiorito, posti negli angoli. Il dorso è a doppi nervi con nervi semplici in testa e al piede. Alcuni di questi elementi possono convivere con quelli della particolare legatura a intrecci colorati: esempi di questo genere sono le legature eseguite per il bibliofilo lionese Benoît Le Court (ca. 1500-1565), note in una trentina di esemplari. La decorazione a intrecci policromi ("à entrelacs") si affermò a Lione verso la metà del XVI
secolo, in genere su volumi di piccolo formato. Una placca delle dimensioni dell'intero piatto viene impressa mediante pressa o bilanciere, e le parti colorate sono eseguite con colori a cera. Poco si conosce in realtà dei legatori lionesi rinascimentali, sebbene sia corrente attribuire alle botteghe locali questa tipologia di legature "colorate": esse infatti ricoprono con notevole frequenza libri stampati a Lione. Sembra tuttavia più probabile che la maggior parte delle legature dette lionesi sia stata eseguita a Parigi, dove le botteghe avevano adattato questo procedimento di legatura meno costoso, ricorrendo alla decorazione con placche. Inoltre, come ricorda Piccarda Quilici, bisogna essere assai prudenti nell'attribuzione delle legature lionesi, perché la decorazione e la tecnica loro proprie, con alcune differenziazioni tecniche e stilistiche locali su legature abitualmente di piccolo formato, si sono diffuse in tutta Europa. Editori e stampatori italiani nei primi decenni del XVI secolo
esercitarono un forte influsso stilistico sui legatori lionesi; i Giunti, in particolare, importarono e esportarono manufatti e motivi decorativi da Lione a Firenze e viceversa. Le maestranze italiane assoldate da editori stabilitisi a Lione continuarono spesso, come per il volume considerato, a lavorare secondo le tecniche e il gusto acquisiti nella madrepatria (
BIBLIOTECA CASANATENSE 1995, I, p. 20, n. 322, II, fig. 140,
Aristote. Stagyrite lib. IIII de Celo et mundo, per solertem virum Jacobum myt, 1529, Roma, Biblioteca Casanatense, segnatura Rari 612). Cfr. Anche
ARNIM 1992 A;
BAUDRIER 1964;
QUILICI 1989 A, p. 102;
RONDOT 1896;
RUDBECK 1927;
SCHUNKE 1971;
TOULET 1972;
TRICOU 1932-1937.
5
NIXON 1965, p. xiv.
