Cronobiografia di Luigi Crespi (Bologna, 1708 – 1779)
1708 gennaio 23
nasce a Bologna da Giuseppe Maria (detto lo Spagnolo, pittore, 1665-1746) e da Giovanna Cuppini
dal 1720
è presente nella bottega del padre dove collabora con lui per l'esecuzione di alcuni quadri (pale delle chiese di S. Sigismondo a Bologna e di S. Bartolomeo della Buona Morte di Finale Emilia)
dal 1732
sono le prime opere autonome e autografe: le pale per la chiesa parrocchiale di Bastiglia (Modena), la pala presente nel conservatorio di Prato, la "Madonna del Rosario" nel Santuario di Valdibrana (Pistoia)
1748
è nominato canonico della Collegiata di S. Maria Maggiore a Bologna
1750
è nominato cappellano segreto del card. Lambertini, poi divenuto papa col nome di Benedetto XIV
1752-1753
soggiorna per circa sette mesi a Dresda dove, secondo le cronache, pare che si adoperò per la realizzazione della pinacoteca (vedi documento 15, nota 73)
dal 1753
si dedica alla stesura della "Felsina pittrice", una raccolta di 73 biografie di artisti bolognesi, realizzata come proseguimento dei due volumi dell'opera di Carlo Cesare Malvasia edita nel 1678
1753
realizza quattro dipinti per l'Oratorio della Maddalena a Bologna
1761
esegue il "Ritratto del padre Gioacchino Banzi" per il convento di S. Giuseppe a Bologna, inaugurando un'attività ritrattistica più pacata rispetto alla volitiva pennellata del padre, anticipando così una finezza esecutiva di tipo neoclassico
1770
è nominato consocio professore dell'Accademia di Firenze
1774
è nominato accademico onorario dell'Accademia di Parma
1776
è nominato accademico onorario dell'Accademia di Venezia
1779 luglio 2
muore a Bologna
Lettere al conte Giacomo Carrara
L'epistolario del canonico, artista e critico d'arte bolognese Luigi Crespi, presente nella Biblioteca "A. Mai", è costituito da 16 lettere inviate al conte Giacomo Carrara di Bergamo (esclusa la lettera al doc. 1 presumibilmente indirizzata al frate carmelitano Giuseppe Vaerini, intermediario in affari tra i due).
L'epistolario è conservato nei faldoni con segnatura MMB 554 e Specola Epistolario 26.
Delle lettere è proposta una trascrizione scientifica: il testo del documento è stato, cioè, trascritto integralmente (con lo scioglimento delle abbreviazioni e con la riproduzione dell'impaginazione di ogni singola lettera) e, al contempo, arricchito di note per la comprensione degli avvenimenti narrati e dei personaggi citati.
Per quel che riguarda il contenuto delle lettere, molte di esse trattano degli affari, coltivati tra Crespi e Carrara, nel campo della compravendita di oggetti d'arte: particolarmente interessanti sono le proposte di acquisto, avanzate del canonico, di alcuni bozzetti dei quadri del padre Giuseppe Maria per la chiesa di S. Paolo d'Argon. Dalle lettere emergono anche alcuni aspetti discutibili della sua personalità, tra cui l'atteggiamento di esplicita parzialità nei confronti del fratello Antonio, ritenuto l'unico continuatore della buona pittura bolognese (doc. 1), e la presa di posizione, per ragioni di mercato, nei confronti di alcuni artisti a lui contemporanei.
1
Collegio Montalto
1, 2 maggio 1765.
Lettera al frate carmelitano Giuseppe Vaerini
2[?].
Molto Reverendo Padrone mio Signor Signor Padrone Colendissimo
Hò letta la stimatissima del Signor Carrara di Bergamo, sotto li 20 scaduto, che Vostra Signoria si è degnata farmi leggere, perche io le dia categorica risposta a quanto in essa si desidera. Premessi dunque i miei rispettosi ossequi, e all'uno, e all'altro, eccomi à compiacerli entrambi.
Per quello concerne alla stampa del 3° Tomo della Felsina3, questa non è ancor seguita, e lo sarebbe stato, se diversi interompimenti, e particolarmente quest'ultimo della Sopraintendenza al Collegio Montalto, non l'avessero im pedita: l'Opera è presso che terminata, ne più vi rimane, che l'intaglio dè Rispettivi Ritratti, e qualche vita da compirsi: Lo che seguendo, il Signor suo corrispondente4 sarà tosto da me servito, e mi pregerò moltissimo umigliargli due copie della medesima, supplicandolo preventivamente del Suo benigno compattimento, non meritando la cosa, atto ulteriore della sua benignità.
Nel tempo stesso poscia, che gli umiglierà quanto le hò detto, gli passerà [al conte] pure i miei più distinti Ringraziamenti intorno alle sagge notizie, si è degnato farmi avanzare sopra il Frangipani5, che conserverò con par ticolar diligenza; e per le umanissime espressioni, che meco resa, le quali in niun conto sono da me meritate, e però mi comprovano ad evidenza di quanta virtù egli sia ornato.
Le sincere notizie, che posso poi avanzargli sopra il Sig. Ercole Graziani6, sono, che stante la sua grave età, e trattandosi di un pittore di maniera, al presente non è più da considerarsi, ne meno in confronto di un Giovane studente; e le ultime opere sue esposte, l'una all'altare Maggiore della Parrocchiale di S. Maria Maddalena, l'altra nella Chiesa di S. Salvatore7, senza nominarne altre, anziche fargli onore, più tosto disonore areccano alla Sua Riputazione, se da qualcuno non si rifletti alla Sua avanzata età.
Pittori poi in Bologna, da paragonarsi ai Battoni, ai Cignaroli8, e tant'altri Spiritosi Veneziani viventi, non occorre ne pur pensare, non dirò, che vi siano mà che ne pure siano per venire, battendosi da tutti la strada contraria, per giungere a qualche perfezzione nella Pittura: Ne il Bigari, ne il Varrotti, ne il Bianconi, ne il Gandolfi9, che pur qui passano, frà gli Appassionati per i Migliori, sono da farne alcun conto, a parlare con sincerità, e a non ingannare altrui, od anche per non comparire afatto ignoranti in bell'Arte.
Se io non fossi fratello di Antonio Crespi, potrei di lui dargli ottime informazioni, mà in bocca mia la lode di quello, potrebbe essere creduta appassiona ta: tuttavia parlando in via d'onestà, e coram Deo, questi è il solo in Bologna, che conservi tutta la maniera del Padre, di forza, di dissegno, di colorito, e che possa dirsi battere la vera strada, e caminar dietro agli antichi, come moltissime opere sue, e qui, e fuori il manifestano10: Se il Signor Carrara vuole fare una prova, io mi esibisco a servirlo, in termini i più Onesti del Mondo:
Egli mi cometti un Quadro: si stabilisca il prezzo Onesto: e quando il Quadro non sia stimato, e di merito, e di maggior valore di quello lo averà pagato, io riprenderò per me il Quadro, e gli Restituirò la Sua Caparra. Poss'io parlare con patti più vantaggiosi, ed' onesti? Cosi parla chi parla con onestà, con verità, con giustizia, e col solo desiderio di servire l'Amico, e di far conoscere un Professore.
Il Signor Carrara, sentirà nominare un certo Abbate di Pesaro11, per un Celeberimo Pittore, anzi paragonarsi a Rafaello medesimo, mà non stia alla voce, che fanno correre di lui i suoi appassionati amici.
Il Franceschiello di Napoli12, è il Solo da queste nostre Parti, che meriti una stima particolare per il distinto Suo merito. Povera Pittura! a che mai ti sei ridotta! Un tempo questa Città era la Produttrice de Maestri in cotal genere, ed ora non ne conta alcuno! e quello che è peggio; chi si è posto a dirigere la gioventù, la dirigge per strada tutta opposta, e però non resta ne pur la speranza di vederne sorgere qualch' uno.
Ma io mi sono troppo dilungato, e però le chieggo scusa del tedio. La supplicherò dunque a lasciarmi la lettera del Sig. Carrara, giachè ne hò tempo di poterne riccopiare le desiderate notizie, ne posso per le medesime di tanta mia premura, ritornargliela. La ringrazio senza fine: mi umigli obligato, e Rispettoso al Sig. Carrara: mi onori de suoi comandi, e mi tenghi raccomandato al Signore, qual povero carcerato, sembrandomi d'essere un'Abozzo del Santo d'oggi, il quale per 5 anni stette nascosto nella Cisterna, e tre anni nel Sepolcro del Padre13, giachè questi cinque mesi, che mi ritrovo qui, mi sembrano cinque Secoli: Sospiro la mia libertà, la mia quiete, il ritorno a miei studii, e sopra tutto la sua grazia, rimanendo con tutto lo Spirito Di Vostra Signoria […]Reverenda
Coll.co Montalto lì 2 Maggio 1765
Si vera sunt que vociferant vado sperando, che un'Angelo vestito da C. R. Somasco, mi sciolga le catene, e mi estragga de isto carcere14
Umilissimo Devotissimo Obbedientissimo Servitore
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, c. 1.
Segnatura: MMB 554, c. 42.
2
Bologna, 9 Dicembre 1766.
Lettera.
Bologna li 9 Dicembre 1766
Illustrissimo Signor Signor Padrone Colendissimo
Nel leggere il V Tomo delle lettere Pittoriche15, favoritomi dal nostro Comune Amico, e Patrone, dottissimo Mons. Bottari, ho veduta una sua eruditissima lettera, che è la 141 di quel tomo, nella quale ella si è degnata fare menzione di me, con termini cosi obliganti, che quanto meno meritati, mi obligano a passarle ossequiosamente un distinto Ringraziamento, siccome faccio con tutta la Cordialità, anche per le notizie del Frangipani16, in essa portate, perche me le comunicasse.
Per dimostrarle in qualche parte la mia ben dovuta gratitudine mi è venuto un pensiero, che col cuore sulle labbra le comunico. Io mi ritrovo avere i pensieri del fù mio Padre de 4 quadri, ch'egli fece per S. Polo d'Argon. Nel primo S. Andrea a piè della Croce
Nel secondo S. Giovanni Evangelista nella Caldaia d'Oglio
Nel terzo S. Allessandro
Nel quarto i SS. Rustico, ed' Eleuterio nella Prigione17.
Sono tutti, e quattro compagni; in tela, dipinti a oglio, Conservatissimi; di altezza palmi 4 : e di larghezza palmi tre, 3. Ora io non gli stimo meglio sagrificati, che nelle mani di un intelligente, e Dilettante, com'è Vostra Signoria Illustrissima, il quale essendo nella Città medesima dove sono le opere, può contare per cosa singolare averne i pensieri dello stesso Autore: e perche venghino in cotali mani, io mi contenterò di soli 5 Zechini l'uno, che sarebbero in tutto, soli 20 Zechini Veneziani, effettivi, sicuro, che Vostra Signoria Illustrissima riconoscerà la finezza, che le faccio, e ne farà quel conto, che doppo la mia morte, non sarebbe fatto da altri.
A sua risposta18, io gli incasserò diligentemente, e gli spedirò in quella forma, si degnerà prescrivermi.
Riceva in quest'atto una chiara riprova di quella obligatissima Servitù, che le professo, e di quel desiderio, che nutro vivissimo di autenticarle, che le dono, e sarò sempre
Di Vostra Signoria Illustrissima, che prego riverirmi distintamente i Padri Somaschi
Umilissimo Devotissimo Obbedientissimo Servitore
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, cc. 2.
Segnatura: MMB 554, c. 43
3
Bologna, 1767 marzo 24.
Lettera.
Illustrissimo Signor Conte mio Signor Padrone Colendissimo
Con quanto dispiacere hò rillevato dalla gentilissima Sua l'incomodo sofferto, con altrettanto piacere la Sento ristabilita, e prego Dio, lo sia ad centum annos, tutti prosperosi, e felici.
A norma de suoi desiderj sono alla sua disposizione i due quadri del fù mio Genitore: l'uno di S. Andrea, l'altro dell'Evangelista S. Giovanni. Entrambi per 10 Zechini Veneziani
La misura delle due tele compagne è la presente: cioè quattro di queste misure fanno l'altezza; e trè di queste medesime fanno la larghezza19.
Io gli dissi pensieri perche da codesti furono fatti i quadri; ma dal Rimanente sono colloriti, compiti, e poco mutati: e però ridotti, e terminati da potersi gustare.
Alla sua rissoluzione, ben rottolati, gle li farò pervenire L'opera mia del III T[omo] della Felsina è compita, ne altro vi manca, che l'intagliarne i Ritratti: dall'intaglio de quali hò dovuto desistere, per alcune vertiggini sopragiuntemi, e che fra qualche mese di riposo, ripiglierò per darlo quanto più presto alla luce, ed' una delle prime Copie le perverà, per accrescere i suoi libbri di Pittura.
La descrizione fatta dal Zanotti non è stampata, ne si stamperà, che unita ai Rami del Claustro di S. Michele in Bosco20: Questa stampa anderà in lungo, e per l'intagliatore che è tale, e perche, a mio credere, penso pentito il dalla Volpe, di avergli commessa codest'opera; Chi ha il Claustro intagliato dal Gioannini, se ben cattivo, se lo tenga caro: la Descrizione poi certo sarà migliore di quella del Malvasia21.
L'intaglio del Signor Traballesi22 è molto plausibile, mà non mi sembra eguale in tutte le Sue Opere.
Io non hò espressione, che voglia per ringraziarla di tante sue soprabondanti, e non meritate da me, gentilissime espressioni: La desidero ben persuasa, che non trasanderò mai congiontura alcuna, onde comprovarle la mia eterna Stima, che conserverò sempre del Suo gran merito, e che ella può disporre a suo talento di me, sicura che senza risserva, mi riconoscerà mai sempre per quello, che ossequiosamente mi dichiaro.
Ai Riveritissimi Padri Comendoni, i miei rispetti devotissimi e loro dica, che il Senatore Bolognini è morto: era fratello della Contessa Marescotti.
Di Vostra Signoria Illustrissima
Umilissimo Devotissimo Obbedientissimo Servitore
Bologna li 24 marzo 1767 Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, c. 1.
Segnatura: MMB 554, c. 44
4
Bologna, 1767 aprile 7.
Lettera.
Illustrissimo Signor Signor Padrone Colendissimo
Bologna li 7 aprile 1767
Sono stati posti, tosto, in rotolo i due quadri, essendo dipinti in tela, delle quali non può temersi, ne screpola tura, ne scrostatura, ne piegatura, e sotto gli ochj miei sono stati involti, e collocati nella sua Cassettina, fatta fare subito: indi è stata consegnata, per me stesso, al Negozio del Signor Bussi, da cui mi sono stati pagati gli Dieci Zechini Veneti, nel suo valore corrispondente, e paoli due per la Cassetta: ed' eccola servita in tutto a norma de suoi Comandi, e desiderj.
Rimane, che giunti nelle Sue mani, io abbia il contento di sentirne il Suo gradimento, il quale a quest'ora, non dubito, non sia pieno, rispetto al prezzo, che sarà Sempre tenuto sotto Segreto, non corrispondente certo al merito di essi, ma solo dimostrante la brama, che nutrivo passassero nelle Sue mani.
Io mi sovvengo benissimo della vendita fatta dal fù mio Padre al fù Principe Panfilj, dei 20 Rametti, con la favola di Bertoldo, Bertoldino, e Cacasenno23, in Cassettina di noce, chiudentesi a Sarasina, e gle li vendette per 120 Zechini. Mi sarà graditissimo di sapere il Cavagliere che ora gli possiede, per enunziare nella Vita di quello, in quali mani sieno passati
Egli se gli tenghi cari per essere non solo di quell'Autore, e conservati, ma si ben'anche, gli Originali d'un'Opera, da Lui stesso incisa in Rame, col nome sotto del Mattioli, e poi da questi intagliata per l'opera de Cantici fatti sù d'essa.
Si tenga pur'anche Vostra signoria Illustrissima, con gellosia i due quadretti inviategli, per essere conservatissimi, e fuori di pericolo di annegrirsi, o perdersi giammai, e su tele da mai screpolare, o patire, e finalmente per essere gli originali pensieri dei due noti quadri etc.
Aggiugnerò nella vita di Domenico Viani24 il quadro grande costà collocato nella Chiesa dei Canonici Lateranensi, da esso lui dipinto, ed il quadretto posseduto da Vostra Signoria Illustrissima25, e per l'una, e per l'altra notizia le rendo grazie distinte.
Chi sa, che in persona, non abbia da vedere, tra non molto, la sua bella Raccolta di quadri, e quanto v'hà di bello in Bergamo!
Oh! Vi sarebbe pur la bella, e Rara occasione, onde acquistare un Quadro Superbo da Galleria per un Monarca: Un Cavagliere rimasto senza Padre, ed' obligato a pagare una grossa Sigurtà fatta dal morto Suo Genitore, fra molti Capitali, venderebbe un Superbissimo Quadro del Guercino, della prima maniera, e conservatissimo, e particolarissimo per la grandezza delle figure, che non eccedono il braccio: Rappresenta questi i dodici Apostoli intorno al Sepolcro della Vergine Santissima, tutti am-miranti, e pensierosi per non trovarvi il Suo Sagro Corpo, che in Aria viene accompagnato al Cielo da alcuni Angioli: Questi assolutamente sono più belli, di quello sarebbero dipinti dal Correggio, e tutto il quadro è d'una leggierezza di penello, d'una forza, d'una machia, d'un gusto, che nulla di più si può bramare. Quantunque il Padre Suo abbia potuto avere più volte 500 Scudi, mai l'hà voluto dare, perche era l'Ornamento della sua piccola Galleria: in oggi, il figlio, lo darebbe per 100 Zechini Veneti, effettivi, e mi dispiace di non essere in istato di poterne fare l' acquisto, che ben volentieri il farei, colla Sicurezza di guadagnarvi, per lo meno, il doppio. L'Altezza del Quadro è di trè di questi fogli per l'alto, e mezo, dico fogli 3 ½. La larghezza è di trè di questi fogli, intendendo sempre di foglio aperto.
Ma qual'occasione non v'è, in queste communi miserie di far buoni acquisti? Mi creda, che capitano congionture felicissime in ogni genere; mà manca il danaro26.
Starò intanto in attenzione del Riscontro di avere ricevuta la Cassetta, e di avere Riconosciuto nell'acquisto, la verace stima, ed' ossequio perfettissimo hò per il suo merito, cui non mancarò contrasegnare in ogni occasione quella distintissima Servitù, con cui hò l'onore di protestarmi
Di Vostra Signoria Illustrissima
Umilissimo Devotissimo Obbedientissimo Servitore
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, cc. 2.
Segnatura: MMB 554, c. 45
5
[Bologna, senza data]
.
Lettera.
Illustrissimo Signor Signor Padron Colendissimo
Hò tutto il piacere, che i due pensieri28 di mio Padre, abbiano incontrato il di lei gentile, e saggio gradimento: Cosi lo speravo per il loro merito, e per avere il contento di averle dato un saggio della stima particolare, che hò di lei, e della sincera servitù, che le professo. Se è ella sapesse, che alcun'altro Dilettante costi, fosse per prendere l'altro Pensiere del Quadro dei due Santi Martiri Prigioni, Alessandro etc. del tutto finito, e superbo quant'essere mai si possa, potrà arbitrare di esibirlo, e fossi merito per l'onestà del prezzo, che sarà moderato, ed' in maniera da averne onore, e chi lo proporrà, e chi lo venderà: Veramente è un Capo d'Opera, giachè in piccolo, com'ella saggiamente avverte, molto più valea, che in grande. Così pure ritrovandomi una mediocre raccolta di Medaglie Imperiali29, di varie grandezze, di metallo, io ne farei esito volentieri, a prezzo moderato, ed' onesto, spedendone prima il Catalogo. Ella perdoni, se mi prendo tanta libertà, mà non saprei, ella è tale la stima, che ho della Sua Padronanza, e gentilezza, che mi faccio coraggio, senz'alcun merito, di farlo.
Sono invitato da Monsignor Nessi, Vescovo di Parenzo30, mio intrinseco Amico, a voler passare qualche giorno da lui, come feci del 1753 prima di passare in Sassonia, e però volendo compiacere le amorose sue gentili instanze, hò fatto pensiere, o prima, o doppo di portarmi anche a Bergamo. Il tempo preciso nol saprei, ma forse per la regatta, siché nel Mese venturo: ed' io avrò, sommo contento, e ascriverò a mia somma sorte il poterle rassegnare e viva voce la mia costante venerazione
Ai Padri Comendoni, le mie ossequiose riverenze, che suppongo informati della morte improvvisa della fù Marchesa Magnani Bentivogli, Paleotti Lorbelli, nel Sabbato Santo passato.
Le rendo grazie della notizia del Moderno Possessore della Nota faccenda di Bertoldo etc. che sarà aggiunto nella Vita del mio Genitore: e così pure quella del Quadro della Casalini, e l'altro del Torelli: e notarci anche quello della Decolazione del Battista nella Chiesa della Carità, se il nome dell'autore non fosse rimasto nella sua penna.
Oggi si è sparsa universalmente la nuova funesta della morte improvisa del Rè di Polonia31: siccome Domenica Scorsa col Coriere di Spagna s'intese, d'aver egli lasciato moribondo quel Conte Pallavicini, dianzi Nunzio a quella Corte.
Per il dì 15 Corrente è intimata nell' Città d'Alessandria la radunanza dinanzi al Rè di tutti i lettori de' Colleggio de Gesuiti di tutto il Piemonte.
Sono, e sarò sempre bramoso de Suoi Stimatissimi Comandi per potermi con tutta verità manifestare
Di Vostra Signoria Illustrissima
Umilissimo Devotissimo Obbedientissimo Servitore
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, cc. 2.
Segnatura: MMB 554, c. 40
6
Bologna, 1767 giugno 9.
Lettera.
Illustrissimo Signor Signor Padrone Colendissimo
Bologna li 9 Giugno 1767
Attese le sue gentilissime ed obligantissime espressioni, primieramente rendendo le più distinte grazie a Vostra Signoria Illustrissima, le dirò in secondo luogo, che i due altri Quadretti compagni32, io gli rotolerò, ed in Cassetta gli spedirò a Vostra Signoria Illustrissima; dè quali benchè quello dei due Santi prigioni sia terminatissimo, ed il più bello di tutti, e però meritasse egli solo 10 Zechini, tuttavolta perche l'altro, non è terminato come codesto, anzi più sbozzato degl'altri, perciò io mi contento di entrambi di Soli Zechini 10, quando non posassi altro ricavare, ben sapendo in quali ottime mani io sia, e quanto possa compromettermi di Sua gentilezza, alla quale in tutto, e per tutto io mi rimetto.
Nella cassetta poi istessa, io includerò il pachetto delle Medaglie Separate, col Suo Elenco, e suoi prezzi; delle quali ella potrà scegliere quelle, che più le piaceranno, e del Rimanente farne quell'Uso, che più le piacerà; anche per questo Capo rimettendomi alla Sua bontà, Onestà, e favore. E se ella avrà la bontà notiziarmi quelle medaglie d'Uomini Illustri, che le mancano, vedrò di servirla33.
In essa Cassetta pure, quando le piaccia, potrò unirvi gli infrascritti dissegni Originalissimi.
I Un Dissegno a lapis Rosso, di altezza palmi 4 e di larghezza 2 del Cellebre Flaminio Torre, fatto per intagliarlo, e ricavato dal dipinto del Claustro rinomato di S. Michele in Bosco, esprimente la storia del Diavolo sul Sasso di Lodovico Caracci, ben mantenuto, e conservato
Zechini 2
II Un bellissimo Dissegno ad' Aquarello, lumeggiato finito, e conservatissimo: con 15 e più figure, di certa istoria da me non conosciuta, del Cellebre Cesare Gennari, per il Traverso lungo palmi 4, ed' alto 2
Zechini 2
III Un dissegno a lapis rosso non compito, di Giovanni Andrea Sirani Scolaro di Guido, della bella Tavola della Stragge degl'Innocenti, dipinta in S. Domenico dal Reni, alto palmi 4 e largo palmi 2
Zechini 1
IV Un Dissegno compito a lapis Rosso alto palmi trè, e largo palmi due dello Smanioso S. Antonio tentato del Tintoretto, già intagliato dal Caracci, e dissegnato dal Cellebre Cav. Coriolano, che voleva intagliarlo
Zechini 1
V Un dissegno del Cangiasi34 di un Riposo in Egitto all'Aquarello conservatissimo, alto palmi 2 e largo uno
Zechini ½
VI Il suo Compagno dello Stesso Autore, della Stessa grandezza, e della medesima Conservazione, con la Beata Vergine, il bambino, e S. Givanino
Zechini ½
VII Un dissegno per il traverso a lapis Rosso sfumato, di Marc'Antonio Franceschini, in tutto non compito, con Donna Sedente, e varii Puttini lungo palmi tre, e alto 2.
Zechini 1
VIII Uno schizzo ad'Aquarello di un sotto in su del Burrini veramente magistrale alto palmi uno e mezo, e largo palmi uno
Zechini 1
Somma addendo: Zechini 9
IX Un superbissimo, e raro Dissegno del Cellebre Pellegrino Tibaldi per il traverso, longo oltre due palmi ed' alto un palmo, con un Ercole Sedente, e trè Puttini lumeggiato ad aquarello
Zechini 2
X Un bellissimo Nudo d'Accademia del Cavalier Carlo Cignami, in piedi, in foglio
Zechini 1
Somma Zechini 12
Questi sono i dissegni, che per ora unirei nella Cassetta, e che sagrificarei al Suo merito, restringendomi all'onesto descritto prezzo, sempre però rimettendomi a ciò le fosse in piacere, si perche bramo la Continuazione della Sua pregiatissima grazia, e però della Sua totale sodisfazione, si perche altro non desidero, che darle vive riprove della mia perfetta Venerazione35.
A Sua pronta Risposta, tutto sarà Spedito per la Via de Spedizioniere Bussi, se cosi le piace, e la Cassetta potrà passare, come l'altra volta, cioè con due Quadretti Sacri36.
Tanto per i Suddetti Quadri, quanto per i Dissegni, Medaglie etc. ultimandossene la vendita, il piacere, e favore sarà di spedire, tanti Zechini Veneti di peso, e non la Valuta: il tutto in grupetto etc, essendovi qui qualche vantaggio nelli effettivi Zechini.
Le rendo poi grazie distinte delle notizie favoritemi intorno ai Quadri, ed agl'Autori Bolognesi, che sono in Bergamo.
Io mi tratterò qui anche per tutto il Mese, et ultra, essendo in contratto di fare il Coadiutore al mio Canonicato, onde poi essere, nella tanto desiderata mia libertà.
Sino a che Vostra Signoria Illustrissima non avrà ricevuta la Cassetta, e veduto il tutto, non si contratti di prezzo, volendo che Vostra Signoria Illustrissima si sodisfaccia in tutto, e per tutto, e vegga la verità dell'esposto. Sono, e sarò Sempre intanto disposto sino con la Vita à Contestarle quella perfetta servitù, con cui mi dichiaro.
Di Vostra Signoria Illustrissima
L'avrò presente per le Corniole, Camei, Bronzi etc.37
Umilissimo Devotissimo Obbedientissimo Servitore
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, cc. 2.
Segnatura: MMB 554, c. 46
7
Bologna, 2 dicembre 1769 [?].
Lettera.
Bologna li 2 Decenbre 176..
Illustrissimo Signor Signor Padron Colendissimo
Dal Padre Maestro Vaiarini Carmelitano hò ricevuto i suoi gentilissimi saluti, con le novelle di lei38, tanto da me desiderate, e però non potevano essermi più care, ne l'une, ne gli altri. Egli à nome suo m'hà richiesto un'esemplare dell'Opera mia39, che subito gli hò consegnato, essendosi obligato per la prima occasione di farglelo recapitare, ed' il suo importo è di paoli 12.
La Sollecitudine con cui sono stato obligato ad intagliare i Rami, hà fatto sì, che non hò potuto usare per essi quella diligenza, che avrei voluto, e come sono quello del Zanotti40, ed' il Ritratto di mio Padre, sul gusto de' quali avrei voluto intagliarli41; mà sono essi accessorj in un'Opera, che non si valutano, e però gle ne premetto le mie Scuse.
Il suddetto Padre mi hà confidato il desiderio, che ella avrebbe di far fare alcuni disegni, e di valersi di un tale, qui nostro Bolognese42: sopra di che l'aviso, confidentemente, che questo tale, non è disegnatore eguale, perche si stucca, e le cose sue non sono eguali, e però in parte diligenti, ed in parte scorrette: poi è un'Umore bisbetico, più che pittoresco, di cui non può fidarsi, e le serva di Regola, che Monsieur Dalton43, Pittore del rè d'Inghilterra gli aveva comessi i Dissegni di alcuni Quadri nelle Chiese di Bologna, che egli gle li pagava 12 Zechini l'uno, fatti all'acquarello, in grandezza di un foglio, e fattine 4, o 5, non c'è più stato rimedio, che voglia proseguire a farne, dicendo essere cosa da Ragazzi.
Se ella volesse degnarsi spiegarmi il Suo desiderio, e cometterne uno, o due, ella proverebbe se restasse ben servita, e rissolvere poscia pel rimanente. È in sua libertà farne la prova.
Vi sarebbe in bella occasione di 4 quadretti Superbi44 da Galleria, e che si avrebbero a buon prezzo.
I Una Carità di Carlo Cignami45
II Un bel Paese fiamingo col nome dell'Autore
III Un bel Quadretto di Cechino Salviati46, con una favola
IV Un Quadretto olandese col nome dell'Autore.
Si avrebbero, forse, tutti, e quattro per 50 Zechini, e sono veramente da Gabinetto, ed il trasporto de medesimi, perche in cassetta mediocre, sarebbe di poca Spesa. Se ella fosse in Caso, o sapesse qualche Dilettante Suo amico, che ne volesse fare la provista, io m'esibisco farne l'acquisto con la maggiore agevolezza, e fedeltà; mà il danaro alla mano, è quello, che fà fare aquisti non veduti, laddove se si ha da Scrivere, e rescrivere, si mette in gelosia il Venditore, e non si conclude alcuna cosa.
Desidero l'onore dè suoi comandi, e di manifestarmele sempre per quel vero, e Sincero Servitore, che hò l'onore di dichiararmi Di vostra Signoria Illustrissima
Umilissimo Devotissimo Obbedientissimo Servitore
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, cc. 2.
Segnatura: MMB 554, cc. 41
8
Bologna, 1770 gennaio 13.
Lettera.
Illustrissimo Signor Signor Padrone Colendissimo
Portatimi dal Padre Maestro Vaiarini Carmelitano quest'autunno passato i suoi gentilissimi saluti, io non mancai di Scriverle i miei ben giusti ossequiosi Ringraziamenti, anche per la memoria, che degnasi conservare di un debole Suo Servitore, e varie altre cose le scrissi, delle quali mancando di Risposta, non tralascio la congiontura presente, di spedirgli una Copia dell'Opera mia debolissima47, la quale, mercè la bontà dè miei Padroni hà incontrato moltissimo, a segno, che il Celebratissimo Novelista Fiorentino48, ne hà fatta un'onorevole memoria nel Foglio del Novembre passato, ed' il Celebre Sig. Mariette di Parigi49 m'incoragisse al prosseguimento, con espressioni degne di lui, ed' immeritevoli di me. Volevo unirvi anche un saggio di quel poco, che sò in Pittura, per avere l'onore di colocare qualche Segno mio, nella sua bella Raccolta50, ma il tempo orrido per le molte nevi cadute non m'hanno permesso di effettuare il mio desiderio, che ad' altra prima buona occasione sarà eseguito, supplicandola preventivamente del Suo benigno compattimento, e gentilissimo gradimento.
Pregola umilmente conservarmi la Sua grazia, ed' il Suo Padrocinio, che valuto moltissimo, e a darmi colle occasioni di ubbidirla le riprove della Continuazione, e dell'una, e dell'altro, passando intanto a voscrivermi inalterabilmente
Di Vostra Signoria Illustrissima
Bologna li 13 Gennaio 1770
Umilissimo Devotissimo Obbedientissimo Servitore vero
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, c. 1.
Segnatura: MMB 554, c. 47
9
Bologna, 1770 marzo 6.
Lettera.
Bologna li 6 Marzo 1770
Illustrissimo Signor Signor Padrone Colendissimo
Con sommo mio contento, veggo pervenuta nelle Sue mani l'Opera mia51, col mio riverentissimo foglio. Della medesima veramente il fù Celleberrimo Sig. Dottor Lami hà parlato con somma bontà, ed in guisa, che non meritavo; e cosi pure Monsieur Mariette: ne altro hà di preggio, che una sincera Verità, e veri lumi per l'Arte, che che possano dire alcuni il contrario. I precetti sono incontrastabili: i lamenti sono palpabili: i fatti inegabili.
Franceschiello in Napoli molto più mi è piacciuto di Solimena52: Battoni in Roma: il Cignaroli in Verona / ecco tutti que', che professori possano nomarsi in Italia: onde il mio, al Suo Dotto parere s'unisce. Il Zanotti53 era un buon Teorico, mà un mediocre pratico: e pare adesso, che più si studii la teorica, che la pratica: e pure essendo più difficile, e più lunga la seconda della prima, a quella dovrebbesi attendere, e non a questa, la quale con la pratica s'acquista.
Se non mi si fosse fatta la più possibile Sollecitudine per i Ritratti, e se gli avessi potuto incidere tutti sul gusto di quello del Zanotti, sarei più contento mà l'averli dovuto tutti intagliare in un mese, hà fatto si, che non sono uniformi. Io però non hò cercato di comparire intagliatore, ma istorico, e da quello solo del Zanotti, e per la somiglianza, e per l'intaglio, si comprende cosa avessi potuto fare, se aggio avessi avuto, e commodo.
La figlia del Monti si è stata quella, che abitante col Padre54 in Brescia, e Pittrice mi hà date tutte le informazioni, e se a questa credere non dovevo, a quell'altro dovevo prestar fede? rispetto al luogo della morte, io non sò, come sia scappato l'errore di Bergamo in vece di Brescia55.
Io sono intorno al IV Tomo56, ed' a qualche altra Opera57, che dovrebbe interessare il pubblico, che quanto prima darò in luce.
Gli Paesi del Guercino intagliati dal Mattioli, non sono molti, mà sono mal stampati, e strachi58.
Io mi desidero la continuazione della Sua Grazia, che valuto moltissimo, e l'onore de Suoi stimatissimi Comandi, che desidero ardentemente per contestarle, che immutabilmente mele dichiaro
Di Vostra Signoria Illustrissima
Umilissimo Devotissimo Obbedientissimo Servitore vero
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, cc. 2.
Segnatura: MMB 554, c. 48
10
Bologna, 1772 febbraio 25.
Lettera.
Illustrissimo Signor Signor Padrone Colendissimo
Dal Padre Maestro Vajarini Carmelitano ricevendo io i suoi gentilissimi Saluti, ritorno i miei più distinti Ringraziamenti per la memoria conserva di un suo debolissimo Servitore.
Si stamperà quanto prima in Roma per il Pagliarini il 7° tomo delle lettere Pittoriche59, che sarà tutta debolezza mia
Cosi pure anderà sotto il Torchio qui in Bologna l'Opera postuma del Celebre Baruffaldi60, da me corretta, compita, e ornata di note a ciascuna vita de Pittori Ferraresi, ed' Architetti; e della Romagna bassa.
Anche altra operetta stò compiendo di tutte le Pitture della Città di Pescia61; ed' è quanto devo umigliarle per sua notizia.
Siccome devo supplicarla umilmente a farmi provedere il Forestiere instruito delle cose più rare di Architettura della Città di Vicenza, di Ottavio Berotti. per il Vendramino 1761. in 4°. e degnarsi farmene pervenire trè Copie, che tosto la rimborserò dello Speso62. Perdoni l'Ardire, ed' offerendomi senza risserva, eternamente mi dichiaro
Di Vostra Signoria Illustrissima
Umilissimo Devotissimo Obligatissimo Servitore vero
Luigi Canonico Crespi
Bologna li 25 febbraio 72
Ms, originale, c. 1.
Segnatura: Specola Epistolario 26, c. 3
11
Bologna, 1772 marzo 7.
Lettera.
Illustrissimo Signor Signor Padrone Colendissimo
Il Padre Maestro Vaerini trovasi fuori in questa Diocesi a predicare la Quaresima, e però sino al suo Ritorno non posso adempire alle sue degnissime comissioni.
Il Quadretto in Casa Guidalotti è in tavola, e ve n'è una Copia in Casa Danzi, ora Zambeccari da S. Paolo, e potrebbe essere benissimo Opera di qualche eccellente Copista del Vinci, o l'una, o l'altra, come Saggiamente riflette Vostra Signoria Illustrissima, e converrebbe vederle tutte, e due insieme, essendo ambedue di gran merito63.
Tutti i Ritocchi poi fatti a oglio, sono Soggetti infallibilmente a mutazione, e variazione, per la pattina, che prende l'oglio, e dà alle tinte, particolarmente a bianchi, ed' alle Carnaggioni; e questa è verità irrefragabile, e vaglia per tutti l'esperienza, che si vede infausta dei Ritochi fatti da Guido medesimo nella Sua bell'Opera nel Chiostro di S. Michele in Bosco64. Però, certamente i ritocchi fatti al Cenacolo di Leonardo da Vinci, muteranno col tempo.
Date alla luce, che saranno le acennate mie operette, nell'altra mia umilissima mi darò l'onore di fargliele avere.
Vedrò per' altro mezzo di avere il libro di Vicenza, ringraziando non pertanto la Sua Somma gentilezza65.
Ma, e il libro delle Pitture di Bergamo, non s'ha mai da vedere?66 Vostra Signoria Illustrissima non differisca più a consolare il publico, che si avidamente l'aspetta; e me particolarmente, che ambisco l'onore di ubbidirla, protestandomi senza fine
Di Vostra Signoria Illustrissima
Bologna li 7 Marzo 72
È giunta questa mattina in Bologna la serenissima Elettrice di Sassonia, e parte dimani per Loreto.
Umilissimo Devotissimo Obligatissimo Servitore vero
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, c. 1.
Segnatura: Specola Epistolario 26, cc. 1 e 2
12
Bologna, 1772 settembre 26.
Lettera.
Illustrissimo Signor Signor Padrone Colendissimo
È verissimo essere corso l'errore, di non avere apposti i numeri delle Carte nell'Indice, ma io stavo fuori, e chi aveva la cura della Revisione, trascurò nel libercolo di Pescia67 la neccessaria indicazione. Anche lo stampare in Corsivo i Rispettivi nomi dè Pittori sarrebbe stata cosa buona. Ciò varrà per altra stampa, ed io la ringrazio di questi amerevoli avvisi.
Le Pitture della Certosa68 sono nel Passeggiere notate, non descritte; ma nel mio libretto sono diligentemente descritte, non semplicemente notate. Uscirà alla luce fra 5 o 6 giorni.
Rispetto al Quadro69, intanto m'ero presa la libertà di supplicarla, inquanto che dal Padre Maestro Vaiarini ero stato notiziato, avere Vostra Signoria Illustrissima l'impegno di provedere di quadri un Personaggio d'alta sfera70, e però mi persuadevo fosse al caso, per farne esito prima della mia morte, come cosa degna di Galleria, e che avrei dato a quel prezzo fosse stato giudicato da lei. Sospendo dunque lo spedirlo, quando dall'amor suo, e dalla Sua gentilezza non si veda il mezzo di poterlo fare, essendo sempre pronto a farlo, ad ogni suo cenno. Hò pure qualche quadretto di piccole figure in Rame dello stesso mio genitore, e del suo miglior gusto, dè quali volendone descrizione particolare, sarei in Caso di servirla, e a prezj mediocri, a tutto suo piacere. Che però le rinuovo le mie Suppliche, desiderandone spogliarmi, e me le protesterò anche per questo infinitamente obligato, siccome col desiderio dè suoi comandi, senza fine mi rassegno
Di Vostra Signoria Illustrissima
Bologna li 26 Settembre 72
Il Padre Maestro Vaiarini la Riverisce divotamente
Umilissimo Deovtissimo Obbedientissimo Servitore vero
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, c. 1.
Segnatura: Specola Epistolario 26, c. 4 e 5
13
Bologna, 1772 novembre 14.
Lettera.
Bologna li 14 Novembre 72
Illustrissimo Signor Signor Padrone Colendissimo
Benchè doppo l'ultima sua gentilissima, io non habbia motivo di replicare su quanto saggiamente si degnò mottivarmi: tuttavolta ricevuti i suoi gentilissimi Saluti dal Padre Maestro Vajarini, e da essa sentito non più effettuarsi la compra di Quadri di Casa Gennari (del che me ne congratulo con lei, non essendo la più parte originali71) si per lo prezzo esorbitante, come anche per l'incertezza del gradimento dè medesimi72, io mi faccio coraggio nuovamente esporle, che de' quadri, che io le propongo, non ne faccio alcuna richiesta, ma lasciarò alla Sua Onestà il dar loro quel prezzo le piacerà, bastandomi che siano veduti; Onde a tali condizioni mi faccio animo di esibirli, giacchè, devono essere prima veduti, esaminati, e poi contrattati a piacimento di chi gli deve acquistare; condizioni in vero che non dovrebbero essere rigettate.
L'Adorazione de Rè Maggi del fù mio Padre in tela, con figure grandi al Naturale, in numero di undici; che si può rottolare in Cassettina, essendo la tela con pochissima mestica, e tale quale un fazzoletto
La Circoncisione di Nostro Signore, di Federico Barocci, numerosa di Figure N° 13 alte più di braccio, in tela, ma da non potersi rotolare.
Gli dodici Apostoli intorno al Sepolcro di Nostra Signora, la quale è portata dagl'Angioli al Cielo in figura più di braccio, in tela del Guercino, ma da non potersi rotolare.
Un Quadro in tela del Guercino con Pastore, ed' annimali della prima maniera, per il traverso, da potersi rottolare.
Un Ritratto Magnifico sino alle Ginnochia di un Medico sul Gusto di Wandik fatto dallo Spagnoletto. da non potersi rottolare
Sicche due sarebbero da rottolarsi, e tre da mandarsi in Casse distesi e questi sarebbero spediti ad' ogni suo avviso, sempre colle condizioni altra volta spiegate73.
Perdoni se nuovamente le arreco tedio, ma la ingenuità con cui si tratta, l'agevolezza con cui saranno contrattati, mi fà sperare il Suo benigno compattimento, bramando, che tali Opere non vadino sulla Piazza a vendersi doppo la mia morte.
La sua benignità mi conforta onde tenendo per sicuro il suo umanissimo Compatimento, col desiderio de' suoi comandi mi confermo tutto
Di Vostra Signoria Illustrissima
Umilissimo Devotissimo Obligatissimo Servitore vero
Luigi canonico Crespi
Ms, originale, c. 1.
Segnatura: Specola Epistolario 26, c. 6 e 7
14
Bologna, 1773 marzo 17.
Lettera.
Bologna li 17 Marzo 1773
Illustrissimo Signor Signor Padrone Colendissimo
Avendo avuta la Comissione il Padre Maestro Vaiarini di far fare uno de 4 Quadri per la Capella della Crocera, nella Chiesa Colleggiata di S. Alessandro di Bergamo, ed' avendo sentita la pretensione di què pochi qui, i quali potrebbero competentemente adempire un tale impegno, la quale è stata di 100 Zechini; egli, il medesimo Padre mi hà consigliato a ricorere alla sua Protezzione per vedere se potessi ottenerne l'incarico74, giacche egli si ritrova' in questa Diocesi a predicare la sua Quaresima.
Non sarà questa la prima Tavola da me dipinta, ed esposta al Publico avendone quattro in Bologna
quattro in Modona
una in Faenza
una in Imola
una a Castel S. Pietro
una in Rimino
una in Prato
una in Pistoia
una in Lucca
una in Pescia
ed' ultimamente nella Galleria Reale di Toscana, hà voluto quell'Altezza, il mio Ritratto nella Sua Raccolta; essendo già Maestro Professore della Reale Accademia di Firenze.
Or' io m'esibisco di fare il pensiero del Quadro, e mandarlo compito nel Mese di Maggio prossimo, con la presentazione al Tempio, e la Profezia di Simeone correlativamente in piccolo alla misura di p. 9. e d 6 e di p. 6. e d 575 acciò potessero approvarlo prima, e rimandato m'impegnerei a dare il Quadro per il Mese di Ottobre; rimandando anche il pensiero in dono a chi me ne dasse la Comissione; e finalmente per prezzo ultimo di dett'Opera mi contenterei di soli 60 Zechini, senza ulterior Spesa di tela, e colori76.
Quando la Sua bontà voglia patrocinarmi in quest'affare le conser-verò eterne obligazioni, mentre valuteri molto avere un'Opera Mia in tale concorenza, e in cotesta Città; La supplico dunque, quanto sò, e posso a farmi godere gl'effetti della Sua Somma gentilezza, nel mentre attendendo lieta, e grata sua gentile Risposta, mi dichiaro inalterabilmente
Di Vostra Signoria Illustrissima
Umilissimo Devotissimo Obbendientissimo Servitore vero
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, cc. 2.
Segnatura: MMB 554, c. 49
15
Bologna, 1773 aprile 10.
Lettera.
Illustrissimo Signor Signor Padrone Colendissimo
Bologna li 10 Aprile 73
Io resto molto obligato alla sua Gentilezza per la bontà hà per me; per' altro io l'avevo supplicata affine si compiacesse di passare qualche suo Autorevole officio con chi hà dato l'Ordine al Padre Maestro Vajarini, al quale non hò creduto, ne credo a proposito di far capo, essendo egli meco non poco amareggiato per la Confidenza fatagli tempo fà da Vostra Signoria Illustrissima, d'averle io scritto, che la maggior parte de Quadri di Casa Gennari erano Copie77; Veramente io gle lo scrissi in confidenza, e sarebbe stato desiderabile ch'ella si valesse della notizia, senza nominare la persona; Potrebbe però (se le mie Suppliche vogliono) medicare in qualche parte queste piaghe colla sua gentile mediazione in questo affare, tanto più che la mia esibita mi sembra tanto degna d'accettazione, che nulla più; pronto anche a tutto quello si facesse Vostra Signoria Illustrissima Arbitro, ben volentieri soscrivendomi a quanto mi prescrivesse. La stima, che Vostra Signoria Illustrissima gode ben degnamente presso della Città in tale Categoria Specialmente; la cognizione ed Amicizia, che hà di quelli che hanno la Sopraintendenza alla Chiesa; il Vantaggio, che ella procurarebbe in tal negozio; La benignità, infine, che Vostra Signoria Illustrissima conserva per me, mi fanno corraggio rinovarle le mie Suppliche, siccome faccio umilmente Soscrivendomi senza fine
Di Vostra Signoria Illustrissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servitore vero
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, cc. 2.
Segnatura: Specola Epistolario, c. 8
16
Bologna, 1873 maggio 25.
Lettera.
Illustrissimo Signor Signor Padrone Colendissimo
Lodo anzi moltissimo il pensiero, e la dissoluzione di far travagliare i Paesani, e però non hò, che da ringraziarla dell'incomodo si è preso di informarmene, e della sua gentile disposizione di favorirmi in altra occasione. Riceverà i miei complimenti dal Signor D. Giuseppe Bettoni, e dal Signor Pietro Rossi, che hò avuto occasione di trattare, e servire qui ne' pochi giorni sonosi fermati. Se voglio in' obbedirla non mi risparmj, che sempre mi preggiarò di potermi contrasegnare
Di Vostra Signoria Illustrissima
Bologna li 25 Maggio 73
Umilissimo Devotissimo Obligatissimo Servitore
Luigi Canonico Crespi
Ms, originale, cc. 2
Segnatura: MMB 554, c. 50
Indice
A
Alessandria d'Egitto: 1
Atanasio, santo: 1
Asburgo Federico Augusto III, re di Polonia: 5
B
Barbieri Giovan Francesco detto il Guercino, pittore: 4, 9, 13, 15
Barocci Federico, pittore: 13
Baruffaldi Gerolamo: 10
Batoni Pompeo: 1, 9
Baviera: 15
Becker Felix: 9
Bergamo: 2, 4, 5, 6, 7, 9, 11, 12
Archivio dell'Accademia Carrara: 2
Borgo Pignolo: 14
Chiesa di S. Alessandro della Croce: 14
Bertotti Scamozzi Ottavio, architetto: 10, 11
Bettoni Giuseppe: 16
Bianconi Carlo, pittore: 1
Bigari Vittorio Maria, pittore: 1
Bologna: 1, 2, 3, 4, [5], 6, 7, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16
Chiesa della Carità: 5
Chiesa di S. Domenico: 6
Chiesa di S. Maria Maddalena: 1
Chiesa di S. Salvatore: 1
Chiostro di S. Michele in Bosco: 3, 6, 11
Collegio Montalto: 1
Bolognini, senatore: 3
Borsetti Bartolomeo: vedi "Catalogo di Bartolomeo Borsetti delle opere possedute dal conte Giacomo Carrara"
Bottari Giovanni, monsignore: 2, 10, 13, 15
Brescia: 9
Buonincontri Francesca: 7, 9
Burrini Gian Antonio, pittore: 6
Bussi, spedizioniere: 4, 6
C
Cambiaso Luca, pittore: 6
Cappella Francesco, pittore: 14
Carracci Ludovico, pittore: 3, 6
Carrara Giacomo, conte: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16
Casalini: 5
Castel S. Pietro Emilia (ex Castel S. Pietro Terme): 14
Catalogo di Bartolomeo Borsetti delle opere possedute dal conte Giacomo Carrara: 2, 4, 7, 8, 13
Cignani Carlo, pittore: 6, 7
Cignaroli Giambettino, pittore: 1, 9
Collegio Montalto: vedi "Bologna".
Coriolano, cavaliere e pittore: 6
Crespi Antonio, pittore: 1
Crespi Giuseppe Maria detto lo Spagnolo, pittore: [1], 2, 3, 4, [5], [12], [13]
Crespi Giuseppe Maria detto lo Spagnolo, opere:
Bozzetti dei quattro quadri per la chiesa di S. Paolo d'Argon: 2, 3, 4, 5, 6
Crespi Luigi, canonico e pittore: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16
Crespi Luigi, opere a stampa:
Felsina pittrice: 1, 2, 3, 7, 8, 9
Le Pitture della Certosa di Bologna: 7, 12
Le Pitture della città di Pescia: 7, 10, 12
Croce Giulio Cesare: 4
D
Dalla Volpe, stampatore: 3
Dalton Richard, bibliotecario: 7
Danzi, famiglia: 11
Dell'Abate Niccolò, pittore: 1
De Mura Francesco detto Franceschiello, pittore: 1
F
Faenza (Ra): 14
Firenze: 14
Franceschiello vedi "Solimena Francesco"
Franceschini Marco Antonio, pittore: 6
Frangipane Niccolò, pittore: 1, 2
G
Gandolfi Ubaldo, pittore: 1
Gennari, casa: 13, 15
Gennari Cesare, pittore: 6, 15
Giovannini Giacomo, incisore: 3
Graziani Ercole, pittore: 1
Guercino: vedi "Barbieri Francesco"
Guidalotti, famiglia: 11, 12
I
Imola (Bo): 14
L
Lami Giovanni, letterato: 8, 9
Leonardo da Vinci: 11
Loescher Ermanno: 14
Lucca: 14
M
Magnani Bentivogli, Paleotti Lorbelli, marchesa: 5
Malvasia Carlo Cesare, critico d'arte: 3
Marescotti, contessa: 3
Mariette Pierre, collezionista: 2, 6, 8, 9, 10
Martini Angelo: 14
Mattioli Lodovico, incisore: 4, 9
Modena: 14
Monti Eleonora, pittrice: 9
Monti Francesco, pittore: 9
N
Napoli: 1, 9
Nessi, vescovo: 5
P
Paccanelli Rosanna: 4, 6, 7
Padri Comendoni: vedi "Padri Somaschi"
Padri Somaschi: 2, 3, 5
Pagliarini Marco, stampatore: 10
Pallavicini, conte: 5
Panfilj, principe: 4
Parenzo: 5
Parigi: 8
Pesaro: 1
Pescia (Pi): 14
Pesne Jean: 9
Pistoia: 14
Prato: 14
R
Raffaello: vedi "Sanzio Raffaello"
Ragazzoni Bernardo, parroco: 14
Reni Guido, pittore: 6, 11
de Ribera Jusepe detto Spagnoletto, pittore: 13
Rimini (Fo): 14
Robusti Jacopo detto Tintoretto: 6
Roma: 9, 10
Romagna: 10
Rossi Francesco: 5
Rossi Pietro: 16
S
Salviati de' Rossi Francesco detto Cecchino, pittore: 7
S. Paolo d'Argon (Bg): 2
Sanzio Raffaello, pittore: 1
Sassonia: 5
Sirani Giovanni Andrea, pittore: 6
Solimena Francesco detto Franceschiello, pittore: 9
Spagnoletto: vedi "Ribera Giuseppe"
T
Tassi Francesco Maria: 11
Thieme Ulrich: 9
Tibaldi Pellegrino, pittore: 6
Tintoretto: vedi "Jacopo Robusti"
Torelli: 5
Torino: 14
Torre Flaminio, pittore: 6
Traballesi Giulio, incisore: 3
V
Vaerini Giuseppe, frate: 1, 7, 8, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16
Van Dick Anton, pittore: 13
Varotti Giuseppe, pittore: 1
Vendramini Mosca Giovambattista: 10
Verona: 9
Viani Domenico, pittore: 4
Vicenza: 10, 11
Z
Zambeccari, famiglia: 11
Zanotti Giovan Pietro, incisore: 3, 7, 9
Bibliografia
- Dizionario Biografico degli italiani, vol. 30, Roma, Società Grafica Romana, 1966, pagg. 735-736
- Giovanni Bottari, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura, Roma, Pagliarini, 1754-1773
- Lettere pittoriche inedite di Monsignor Giovanni Bottari e del Conte Giacomo Carrara, a cura di Angelo Pinetti, Bergamo, Stabilimento tipo.litografico fratelli Bolis, 1914
- Incisori bolognesi ed emiliani del sec. XVIII, a cura di Giovanna Gaeta Bertelà con la collaborazione di Stefano Ferrara, in dodici sezioni Bologna, edizione Associazione per le Arti "Francesco Francia", dal 1974
- Luigi Grassi, Teorici e storia della critica d'arte. Il Settecento in Italia, volume 3, Roma, Multigrafica Editrice, 1979
Note:
- Si tratta del Collegio Montalto di Bologna (1585-1797), eretto da papa Sisto V come luogo di residenza per il clero.
- La lettera, di cui manca la busta, é probabilmente indirizzata al frate carmelitano Giuseppe Vaerini e non al conte Giacomo Carrara di Bergamo (vedi primo e secondo capoverso della lettera). Costui era corrispondente di Crespi e intermediario degli affari artistici tra i due.
- Si tratta del terzo tomo della Felsina pittrice (1769), una raccolta di biografie di artisti bolognesi realizzata dal canonico in continuazione dei primi due volumi pubblicati da Carlo Cesare Malvasia nel 1678.
- Il conte Giacomo Carrara di Bergamo, corrispondente di Vaerini (a testimonianza della nota 2).
- Si tratta del pittore Niccolò Frangipane (1555-1600).
- Si tratta del pittore bolognese Ercole Graziani il Giovane (1688-1765).
- Presumibilmente a Bologna.
- Si tratta degli artisti Pompeo Batoni (1708-87) e di un esponente della famiglia di pittori Cignaroli, forse Giambettino (1706-1770).
- Si tratta dei pittori Vittorio Maria Bigari (1692-1776), Giuseppe Varotti (1715-1780), Carlo Bianconi (1732-1802) e Ubaldo Gandolfi (1728-1781).
- Crespi elogia il fratello Antonio come unico continuatore della maniera del padre Giuseppe Maria e della pittura degli antichi (intendendo, forse, i classici bolognesi quali i Carracci e il Guercino).
- Non si capisce chi possa essere questo "Abbate di Pesaro". Forse può essere identificato col pittore Niccolò Dell'Abate (1509-1571).
- Si tratta di Francesco de Mura (1696-1782) detto Franceschiello, pittore napoletano.
- Crespi si paragona a S. Atanasio di Alessandria, vescovo e dottore della chiesa (III-IV sec.) strenuo oppositore dell'eresia ariana. Gli episodi della cisterna e della tomba del padre sono riferibili forse ad avvenimenti minori della sua vita, non citati neppure nella "Bibliotheca Sanctorum".
- Non si capisce il motivo per cui Crespi si ritenga un carcerato nel Collegio Montalto. "C. R. Somasco" verrà citato anche in altre lettere dove l'autore intenderà i Padri Somaschi.
- Si tratta della Raccolta [in sette volumi] di lettere sulla Pittura, Scultura e Architettura che in dette arti fiorirono dal sec. XV al sec. XVIII, realizzata da mons. Giovanni Bottari, dal conte bergamasco Giacomo Carrara e dall'erudito e collezionista Pierre Mariette. La raccolta venne pubblicata tra 1757-1768.
- Nella lettera 141 del V tomo delle Lettere pittoriche..., il conte Carrara scrive a mons. Bottari in questi termini: "in questo tomo [il IV di cui sta parlando] ho osservato nella fine della lettera CLXXXII, che il sig. canonico Crespi di Bologna, figliuolo del rinomato pittore detto lo Spagnoletto, cerca da Lei qualche notizia del Frangipani [vedi doc. 1]. Ella gliele avrà forse date maggiori di quelle, ch'io abbia; ad ogni modo non voglio restare di mandarle quelle poche, che io tengo, perchè in caso diverso, possa communicarle a quel degno signore, e sono queste [ecc]".
- Tali quadri sono gli abbozzi delle tele realizzate da Giuseppe Maria Crespi per la chiesa parrocchiale di S. Paolo d'Argon (Bg).
- Così risponderà Giacomo Carrara alla proposta di acquisto di Crespi: "Il numero grande che io ho di quadri d'antichi principali Autori da me raccolti ne miei viaggi per tutta Italia fa che ormai io non sappia ove collocarli atteso che ne ho quanti bastano per fornire l'abitazione di Città e di villa […] si che non mi sarebbe possibile collocare li quattro che ella chiama pensieri del fu Sig. suo padre che col levarne delli altri". Nonostante ciò, il conte Carrara, forse in virtù del modico prezzo, ci ripenserà scrivendo al canonico: "ne prenderei due cioè S. Andrea e S. Giovanni Evangelista per l'indicato prezzo di zecchini cinque veneziani". L'acquisto dei due quadri è confermato anche dal catalogo Borsetti, in quanto essi figurano nella "Sala Terza al piano superiore detta degli Storici", ai numeri 14 e 40. I documenti, entrambi minute di lettere senza data indirizzate da Carrara a Crespi, sono conservati nell'Archivio dell'Accademia Carrara di Bergamo,
cart. XLII, fasc. 9. Per il catalogo Borsetti si veda Inventario de mobili ed altro della casa dei Conti Carrara di Bergamo, a cura di Rosanna Paccanelli, in Giacomo Carrara (1714-1796) e il collezionismo d'arte a Bergamo, Bergamo, 1999.
- Le misure dei quadri confermano l'identità degli stessi con quelli proposti nel doc. 4.
- Si tratta del libro del pittore e incisore Giovan Pietro Zanotti (1674-1765) intitolato Il claustro di San Michele in Bosco in Bologna de monaci olivetani dipinto dal famoso Lodovico Carracci e da altri eccellenti maestri usciti dalla scua scuola descritto ed illustrato da Giampietro Cavazzoni Zanotti, con la compiuta serie delle dipinture diligentemente disegnate, ed incise in Rame, Bologna, stampa dalla Volpe, 1776.
- Giacomo Giovannini eseguì un primo ciclo di incisioni riguardanti il chiostro di S. Michele, in considerazione dell'importanza attribuitagli da C. C. Malvasia nel XVII sec., probabilmente nei primi due volumi della Felsina pittrice (1678). Nel Settecento, invece, venne affrontata da Giovan Pietro Zanotti una prima ricostruzione storico-critica del chiostro (vedi nota precedente).
- Si tratta dell'incisore fiorentino Giulio Traballesi (1727-1812).
- Si tratta dei racconti di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno di Giulio Cesare Croce (1550-1609) illustrati da Lodovico Mattioli (1662-1747), pittore e acquafortista bolognese, scolaro di Giuseppe Maria Crespi, su disegni del maestro.
- Si tratta del pittore Domenico Viani (1668-1711).
- Nel catalogo Borsetti dei dipinti acquistati dal conte Carrara, è presente un "Istoriato modello, opera di Domenico Viani" (vedi Inventario de mobili ed altro della casa dei Conti Carrara di Bergamo, a cura di Rosanna Paccanelli, in Giacomo Carrara (1714-1796) e il collezionismo d'arte a Bergamo, Bergamo, 1999, pag. 297).
- Pare che il conte non abbia acquistato il quadro del Guercino propostogli da Crespi, poiché non figura nel catalogo Borsetti.
- Per le ipotesi sulla datazione della lettera, si veda la nota 31.
- Probabilmente intende i quadri precedenti.
- Non sembra che Carrara abbia acquistato da Crespi il gruppo di medaglie imperiali (per maggiori chiarificazioni sulla raccolta si veda: Francesco Rossi, Il Medagliere in Giacomo Carrara (1714-1796) e il collezionismo d'arte a Bergamo, Bergamo, 1999, pag. 225-232).
- Parenzo o Porec, città della Croazia.
- Si tratta, forse, di Federico Augusto III, re di Polonia, morto il 17 gennaio 1763; se fosse confermata l'identità del sovrano, la lettera avrebbe una datazione risalente proprio al 1763 (per "sabbato Santo passato" intenderebbe, quindi, quello dell'anno 1762). Nonostante ciò, alcune corrispondenze con argomenti trattati alle lettere 4 e 6 – in particolare le proposte di acquisto dei due bozzetti rimanenti (raffiguranti S. Alessandro e i SS. Fermo e Rustico) e delle medaglie (qui imperiali mentre nel doc. 6 di uomini illustri) presentate col rispettivo catalogo, nonché la richiesta, avanzata da Crespi al Carrara (doc. 4), di informarlo del nome del possessore dei rametti incisi dal padre e raffiguranti le favole di Bertoldo, e il successivo ringraziamento per l'informazione data (doc. 5) – sono tutti elementi che inducono a ipotizzare una datazione della lettera vicina al mese di maggio del 1767.
- Oltre ai due quadri già inviati nella cassetta (doc. 3 e 4), Crespi spedisce al conte anche i due quadri compagni, rappresentanti S. Alessandro e SS. Rustico ed Eleuterio nella Prigione. Tuttavia, nel catalogo Borsetti delle opere acquistate dal conte Carrara, questi ultimi due quadri non sono citati (vedi: Inventario de mobili ed altro della casa dei Conti Carrara di Bergamo, a cura di Rosanna Paccanelli, in Giacomo Carrara (1714-1796) e il collezionismo d'arte a Bergamo, 1999, pag. 246-316, in particolare pag. 282-283). È possibile che Carrara li abbia acquistati a nome di altri, ad es. di Pierre Mariette che nel 1759 scrisse al Bottari nelle Lettere Pittoriche (tomo quarto, lettera CCXIV): "Io ho, come voi sapete, una delle più belle raccolte di disegni, che sia in Europa, e avrei sommamente a cuore di renderla completa. Io vi vorrei inserire uno, o due disegni d'un professore di Bologna, morto pochi anni sono [...]. Questo professore è
Giuseppe Crespi detto lo Spagnoletto. So che i suoi figliuoli, e sopra tutti il sig. canonico, n'hanno molti, ma che ne son gelosissimi. Or ho veduto dal vostro terzo tomo delle Lettere pittoriche, che voi siete amico di questo canonico. Io ho dunque creduto, che non vi ritirerete dal fargli la proposizione di cedervene uno, o due per me".
- Le medaglie vennero già proposte da Crespi al Carrara nel doc. 5. Ma in tal caso erano medaglie imperiali. Qui, invece, si tratta di medaglie di uomini illustri.
- Si tratta dell'artista Luca Cambiaso (1527-1585).
- Crespi fu uno dei fornitori di disegni di Carrara, anche se non pare che il conte ne acquistò (vedi: Giacomo Carrara (1714-1796) e il collezionismo d'arte a Bergamo, Bergamo, Accademia Carrara di Belle Arti, 1999, pag. 203).
- Si tratta dei due quadri compagni citati precedentemente.
- Crespi propone a Carrara altri oggetti collezionistici, ma sembra che il conte non abbia acquistato più nulla per sé.
- Si tratta, forse, delle Lettere Pittoriche, pubblicate tra 1757-68.
- Nel manoscritto con segnatura 65 R 7 è presente una lettera (c. 141) di Vaerini al Carrara, datata 11 maggio 1772, dove afferma: "quand'egli [Crespi] aveva dato alle stampe la sua opera etc io mi prenderò il pensiero di prenderla e spedircela con opportuno incontro a Bergamo". L'opera di Crespi potrebbe essere la Felsina pittrice (1769), considerando anche la citazione dell'incisione per i ritratti di ogni biografia (vedi capiverso successivo nella lettera). Egli realizzò anche Le Pitture della città di Pescia (vedi doc. 10) e Le Pitture della Certosa di Bologna (doc. 12).
- Si tratta, probabilmente, del pittore e incisore Giampietro Zanotti (1674-1765).
- Per rami intende le lastre su cui Crespi ha inciso i ritratti degli artisti per la "Felsina".
- Non si conosce l'identità di questo disegnatore-incisore bolognese (vedi Francesca Buonincontri, Il fondo di incisioni dell'Accademia Carrara: una ricognizione, in Giacomo Carrara (1714-1796) e il collezionismo d'arte a Bergamo, Bergamo, 1999, pag. 397-411, in particolare pagg. 404-405).
- Si tratta di Richard Dalton, bibliotecario di Giorgio III, re d'Inghilterra.
- Non pare che il conte Carrara abbia acquistato questi quadri, almeno valutando gli indici presenti in: Francesco Rossi, Accademia Carrara. Catalogo dei dipinti sec. XV-XVIII, in due volumi, Bergamo, 1988.
- Si tratta dell'artista Carlo Cignani (1628-1719). Nel catalogo Borsetti delle opere acquistate dal conte Carrara, è segnalata una "Donna con due puttini, opera bellissima di Carlo Cigniani bolognese", forse da identificare con questa "Carità" (vedi: Inventario de mobili ed altro della casa dei Conti Carrara di Bergamo, a cura di Rosanna Paccanelli, sta in: AA. VV., Giacomo Carrara (1714-1796) e il collezionismo d'arte a Bergamo, Bergamo, 1999, pag. 246-316, in particolare pag. 272).
- Si tratta dell'artista fiorentino Francesco Salviati de' Rossi detto Cecchino Salviati (1510-1563).
- Si tratta, quasi sicuramente, del terzo tomo della Felsina pittrice (1769), così come si evince dal doc. 9.
- Si tratta, forse, del letterato fiorentino Giovanni Lami (1697-1770), citato esplicitamente nel doc. 9.
- Si tratta, molto probabilmente, del già citato Pierre Mariette (vedi doc. 2).
- Crespi voleva, forse, omaggiare o vendere al Carrara qualche saggio della sua pittura. Di fatto, nel catalogo Borsetti non sono presenti quadri del canonico.
- Vedi docc. 7 e 8.
- Si tratta del pittore Francesco Solimena (1657-1747).
- Si tratta, forse, del già citato pittore e incisore Giampietro Zanotti (1674-1765). Il fatto che ne parli al passato, avvalora l'ipotesi.
- Si tratta di Francesco Monti (1685-1768), pittore bolognese che visse e lavorò a Brescia insieme alla figlia, Eleonora, anch'essa pittrice.
- In realtà, il Thieme-Becker (Algemeines Lexikon der Bildenden Kunstler, vol. XXV) sembra confermare questo "errore".
- Per quarto tomo, forse Crespi intendeva quello della Felsina pittrice, non realizzato.
- Vedi docc. 10 e 12.
- Si tratta, molto probabilmente, della serie formata da una trentina di incisioni di vedute tratte da Guercino, realizzate da Jean Pesne e da Lodovico Mattioli. Le incisioni sono segnalate anche nel fondo Carrara (vedi: Il fondo di incisioni dell'Accademia Carrara: una ricognizione, a cura di Francesca Buonincontri, in Giacomo Carrara (1714-1796) e il collezionismo d'arte a Bergamo, Bergamo, 1999, pag. 397-411, in particolare pag. 405).
- Come già detto (doc. 2), Crespi realizzò il settimo volume delle Lettere pittoriche raccolte da mons. Bottari, dal conte Carrara e dal collezionista Mariette.
- Si tratta di Gerolamo Baruffaldi (1675-1755), letterato ferrarese, autore delle Vite dei pittori e scultori ferraresi.
- Si tratta di un libretto sulle Pitture della Città di Pescia, così come attesta il frate Vaerini a Carrara nella lettera del 28 luglio 1772 (Segnatura: 65 R 7, c. 148).
- Si tratta dell'architetto vicentino Ottavio Bertotti Scamozzi (Vicenza 1719-1790) che realizzò una guida di Vicenza in forma dialogica, intitolata Il forestiere istruito delle cose più rare di architettura e di alcune pitture della città di Vicenza, Vicenza, Giovambattista Vendramini Mosca, 1761. Di quest'opera Crespi ne richiede tre copie, in formato "quarto", al conte Carrara.
- È difficile ricostruire i fatti con così pochi elementi a disposizione.
- Qui Crespi intende i ritocchi approntati da Guido Reni sui dipinti eseguiti da Ludovico Carracci nel chiostro di S. Michele in Bosco in Bologna. Carracci, infatti, eseguì gli affreschi ad olio su muro, secondo la tecnica leonardesca dell'encausto. Ma ciò, unito alle forti escursioni igrometriche dell'ambiente, compromise da subito la leggibilità degli affreschi, oggi ridotti a lacerti.
- Si tratta, probabilmente, del libro di Bertotti Scamozzi richiesto da Crespi a Carrara nel doc. 10.
- Si tratta, probabilmente, delle Vite dei pittori, scultori e architetti bergamaschi (1793) che Francesco Maria Tassi stava realizzando grazie anche alle informazioni ricevute dal conte Carrara. L'opera sarà pubblicata nel 1793, undici anni dopo la morte del Tassi.
- Si veda il doc. 10.
- A distanza di pochi mesi dalla stampa delle Pitture della Città di Pescia, Crespi fa pubblicare anche un libretto sulle Pitture della Certosa di Bologna (1772).
- Si tratta, forse, del quadretto di casa Guidalotti (doc. 11) oppure dei quadri citati nel doc. 13.
- Per un panorama del collezionismo bergamasco si legga: Francesco Rossi, Collezioni e collezionisti d'arte a Bergamo all'epoca del conte Carrara, in Giacomo Carrara (1714-1796) e il collezionismo d'arte a Bergamo, Bergamo, 1999, pag. 39-69.
- La tesi della non autenticità dei quadri guercineschi del fondo della famiglia Gennari (unici eredi del Guercino), venne sostenuta anche da mons. Bottari nella Raccolta di lettere sulla Pittura, Scultura e Architettura che in dette arti fiorirono dal sec. XV al sec. XVIII, II, 1759, pag. 399, e avanzata da Crespi, con grande rammarico del frate Vaerini che cercò di condurre a termine la trattativa (vedi anche doc. 15).
- La lista dei quadri di casa Gennari venne spedita dal Vaerini al conte Carrara insieme alla lettera del 9 giugno 1772 (Segnatura: 65 R 7, cc. 142-146).
- Nessuno di questi quadri è presente nel catalogo Borsetti.
- L'incarico riguarda la decorazione del Cappellone di crociera della Pietà nella chiesa di S. Alessandro della Croce (in borgo Pignolo) a Bergamo. Per reperire i pittori, il parroco don Ragazzoni chiamò il conte Carrara, il quale si affidò alla collaborazione del frate Vaerini. Crespi non ottenne la commissione in quanto il conte Carrara, dopo aver ripetutamente ascoltato le raccomandazioni del frate Vaerini – si veda la corrispondenza tra Vaerini e Carrara, in particolare la lettera alla c. 149 del manoscritto con Segnatura 65 R 7, in cui il frate affermò: "Il Signor Conte Prevosto [Ragazzoni] mi fa intendere, che per li dipinti da farsi nella chiesa di Pignolo me la debbo intendere con lei, ma qui a Bologna per quel che sento, si sta male, e li più rinomati anno i loro difetti" – si rivolse al bergamasco Francesco Cappella che realizzò in quell'anno (1774) il quadro raffigurante "L'incontro di Gesù Cristo con la madre". La decorazione della cappella fu poi completata con
quadri dei pittori G. Cignaroli, Raggi e M. Picenardi.
- Le misure possono essere interpretate in questo modo: "p" sarebbero "palmi da tela" (equivalenti a 0,212047 metri), mentre "d" potrebbero essere "decimi" (equivalenti a 0,001862 m). Entrambe le unità di misura erano in vigore a Bologna nel XVIII secolo (vedi: Angelo Martini, Manuale di Metrologia ossia Misure, Pesi e Monete in uso attualmente e anticamente presso tutti i popoli, Torino, Ermanno Loescher, 1883, in consultazione in Biblioteca alla segnatura: Cons. 389.15 Marta 1).
- Crespi propose al conte Carrara due quadri: "La presentazione di Maria al tempio" e "La profezia di Simeone", per poter avere la commissione della cappella nella chiesa di S. Alessandro della Croce in Pignolo.
- Così scrisse il padre Vaerini al conte Carrara il 19 gennaio 1773, a proposito delle "confidenze" di Crespi sull'autenticità dei quadri del sig. Gennari, che il conte stava acquistando: "Il Signor Canonico Crespi non ha mai fatta azione di galantuomo a scrivere a Lei, che la maggior parte de Quadri del Signor Gennari siano copie, mentre egli per nuin conto può avere tale notizia [...] quasi che noi non fossimo per farne tutta la maggiore diligenza per rilevare questo". Vaerini, con toni accesi, rivela al conte che Crespi "con tutta la sua impostura non ha cognizione di distinguere le copie dalli originali, poiche essendo stato chiamato alla Corte di Baviera per presiedere a quella Galeria, cio non seppe fare, ma ne anche capire, e distinguerne li Autori, e cosi pagatogli il viaggio, con poco suo decoro fù licenziato". Il documento si trova alla Segnatura: 65 R 7, c. 152. Il conte Carrara rinunciò, così, all'acquisto della collezione Gennari, che vantava la presenza
di numerosi quadri del Guercino (in quanto la famiglia era l'unica erede). D'altra parte, l'opinione del Crespi sulla collezione non faceva altro che confermare il parere di mons. Bottari, secondo il quale "ci furono i Gennari parenti, e scolari del Guercino, che imitarono così bene la sua maniera, e specialmente Cesare Gennari, che i suoi quadri si prendono talora per opere del Guercino". Quest'ultimo documento sta in Raccolta di lettere sulla Pittura, Scultura e Architettura che in dette arti fiorirono dal sec. XV al sec. XVIII, vol. II, 1759, pag. 399.