ATTI DAL TERRITORIO


1.2.20 - Atti dal territorio
descrizione della fonte
Estremi cronologici 1492 gennaio 1-1806 dicembre
Unità 74

La documentazione qui raccolta proviene e riguarda il territorio bergamasco. Si tratta di materiale prodotto negli uffici dei giusdicenti che la città inviava per l'amministrazione della giustizia e verbali dell'elezione di sindaci e consoli di alcune zone del bergamasco.

1.2.20.1 - Giusdicenti del Territorio
Le valli, ognuna già dotata di una propria organizzazione di natura statutaria, "volontariamente" si separarono dal Ducato di Milano nel 1427 "e vennero sotto l'ombra del Serenissimo Dominio"; l'anno seguente ottennero il privilegio che sanciva la loro autonomia amministrativa: "Che siano sciolti dalla città di Bergamo e che non debbano avere niente a che fare con tale città per qualsiasi causa e per qualsiasi motivo che possa essere detto, né in alcun modo siano obbligati (a spese) al di fuori dei confini di dette valli per qualsiasi fortificazione né per salarii di rettori od ufficiali di Bergamo o del distretto di Bergamo né per qualsiasi altro motivo od occasione". All'indomani della Pace di Ferrara del 1433, Venezia accolse un gran numero di rappresentanti delle varie comunità che richiedevano concessioni e privilegi. Le valli fondarono le proprie richieste sul concetto di separazione dalla città: un governo il più possibile autonomo e fondato su statuti propri con un'amministrazione della giustizia diversa da quella cittadina; la possibilità di gestire al proprio interno il riparto fiscale; l'obbligo per i cittadini che avessero acquistato terreni in valle di pagare le tasse con i valeriani. In definitiva chiesero di essere indipendenti dalla città e di poter contrattare tutto questo direttamente con il governo centrale. Nell'esaudire le richieste delle valli, Venezia si pose in linea con la precedente politica viscontea confermando, almeno formalmente, la superiorità della città più sulla pianura che sulle valli.
Nel 1429 Venezia concesse anche alla valle Seriana Inferiore gli stessi diritti e prerogative già concessi alla valle Brembana: la valle sarebbe stata retta da un vicario, senza il consenso del quale nessun ufficiale cittadino avrebbe potuto esercitare atti di autorità nella valle; varie norme fiscali avrebbero regolato il transito delle merci e assicurato l'esenzione per dieci anni dalla contribuzione ad imposte statali. Venezia per parte sua, nel contesto di questi patti, ritenne più proficuo stimolare il riordino e l'aggiornamento degli statuti locali piuttosto che imporre il proprio ordinamento.
Nella Descrizione del capitano Giovanni da Lezze viene tracciata la fisionomia del consiglio delle valli: il governo di queste dipendeva dai sei tesorieri eletti da ciascuna valle; la valle Seriana Superiore e la valle Brembana Superiore non facevano parte di questa assemblea dato che si governavano "separatamente et cadauna per se stessa". Tali tesorieri si riunivano a Bergamo all'osteria della croce e secondo le necessità contingenti imponevano "taglie e gravezze" e ridistribuivano i carichi su ciascuna valle secondo le quote fissate dall'estimo generale -allo stesso modo ogni valle la redistribuiva sui propri comuni. Questa assemblea eleggeva poi ogni anno un tesoriere generale per l'intero corpo delle valli (tesoriere generale delle valli), con l'incarico di esigere e pagare alla camera fiscale di Bergamo le taglie già riscosse dai tesorieri dei comuni del comprensorio. Nell'esercizio della sua funzione tale tesoriere generale era accompagnato da un cancelliere.
Erano note anche al da Lezze le discordie che limitavano la reale efficacia dei compiti e delle funzioni di tale collegio: "E' dannosa la discordia de governatori delle valli perché non sono uniti nelle fattioni, che disuniti danno maggiore spesa et si guarda l'un l'altro nella diffesa delle raggioni. Che se si facesse un sol capo di tutti questi governatori de valli se passaria con maggior facilità et benefitio perché le differentie non procedono da popoli ma da governatori o ministri".
Le valli erano rette, per quel che concerne l'amministrazione finanziaria, da un consiglio formato dai tesorieri delle singole circoscrizioni. In una prima fase del funzionamento di tale ente non facevano parte di questo collegio, i tesorieri della valle Seriana Superiore e della valle Brembana Superiore, che avevano un'amministrazione autonoma. Nell'ambito del territorio delle valli diverso era il grado di autonomia e diverso era il legame che la città stringeva riservandosi la nomina di quasi tutti i giusdicenti con l'elezione da parte del consiglio maggiore di Bergamo, alla presenza di almeno uno dei due rettori. Altro limite era posto dalla competenza conferita a tale giudice in materia civile e in materia penale. L'autorità cittadina si garantiva l'esercizio del secondo grado di giurisdizione, cioè l'eventuale appello. La concessione del mero e misto imperio consentiva al vicario di distretto di comminare la sanzione pecuniaria che arricchiva la cassa locale. Tutti i vicari e podestà restavano in carica un anno. Era diversa la loro competenza a giudicare in ambito civile e criminale (penale). La valle Seriana Superiore era l'unico distretto delle valli in cui il vicario o Podestà veniva eletto dal Consiglio locale, ma era un patrizio veneziano successivamente approvato dal Maggior Consiglio di Venezia. Risiedeva in Clusone e restava in carica 18 mesi; assai alta era la sua competenza in materia civile, L. 800, mentre in materia penale non poteva oltrepassare, come gli altri vicari le L. 50. Nel corso del tempo tali cifre vennero gradatamente aumentate.
Vi erano inoltre distretti, quelli delle cosiddette valli separate, in cui i vicari venivano eletti dai Consigli locali e successivamente venivano approvati dal consiglio maggiore della città di Bergamo: la valle Averara, Valtorta e la val Taleggio.
I componenti di questo consiglio delle valli stabilivano la quota dei tributi che ciascuna valle doveva pagare secondo le quote fissate dall'estimo generale del 1544-1547: inoltre , come abbiamo visto, eleggevano annualmente il tesoriere generale (non erano quindi sottoposti a questa disciplina i tesorieri delle valle Seriana Superiore e Brembana Superiore che non dovevano rendere conto a questo intermediario, ma pagavono lo scosso direttamente alla camera fiscale di Bergamo.).
Nel 1645, come testimoniano i capitoli per l'elezione del tesoriere del corpo delle valli e montagne, si registra l'ingresso della valle Seriana Superiore e della valle Brembana Superiore nel consiglio delle valli. La prima delle due riuscì ad ottenere di eleggere un tesoriere che rimaneva in carica due anni, a rotazione con i tesorieri presentati dalle altre valli che rimanevano in carica un solo anno. Tale tesoriere doveva effettuare tutte le trasferte necessarie per la difesa delle valli a sue spese e non poteva adire in giudizio senza il consenso del consiglio. Il consiglio doveva essere convocato dallo stesso tesoriere almeno una volta al mese.
Altre nuove competenze delle valli riguardarono i controlli sanitari. Assai lunghe furono in questo settore le vertenze sostenute dalle valli; l'emergenza della peste del 1630 aveva messo a dura prova le finanze locali, poiché la diffusione del contagio esigeva un costoso controllo dei confini (la fornitura e il mantenimento di soldati) per il transito di persone e merci.
In relazione alla divisione delle spese, si registrano interminabili dispute tra i diversi corpi territoriali, città, valli, e tra comuni. In particolare le vallic sulla scorta dell'interpretazione estensiva dei privilegi di separazione, rivendicarono la massima autonomia di gestione di fronte alle richieste della città e del piano nel 1632 di presidiare i confini del territorio con la Valtellina e lo stato di Milano. Se in quella occasione le valli furono condannate a contribuire, in seguito, nel 1656, il senato riconobbe l'emancipazione precedentemente richiesta facendo dipendere i funzionari delle valli in materia di sanità dai rettori piuttosto che dall'apposito ufficio cittadino. Nemmeno l'ente territorio, costituitosi nella seconda metà del XVII secolo, riuscì, attraverso il proprio cancelliere, ad incidere sull'autonomia pretesa dalle valli in materia di sanità. E' probabile la costituzione nel XVIII secolo di un apposito ufficio di sanità per la valle Seriana Inferiore, così come si verifica per la valle Seriana Superiore nel 1712.

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Estremi cronologici 1575 marzo-1806 dicembre
Unità 62

La documentazione qui raccoltà è formata in genere da filze e registri che testimoniano l'attività dei giusdicenti in campo giudiziario e amministrativo. In particolare, importanti sono i cosiddetti "Libri ducali" nei qauli venivano registrate le condanne inflitte dai giusdicenti sulle quali le valli vantavano una parte dei diritti.
La presenza di documentazione prodotta fuori dalla Città può essere spiegata con il fatto che, a fine mandato, i giusdicenti erano sottoposti ad un giudizio (sindicato)da parte di funzionari comunali, i quali valutavano l'operato dei giudici e ne permettevano la remunerazione.


1.2.20.1.1 - Podestà di Cologno
Il podestà, inviato da Bergamo e scelto dal consiglio maggiore cittadino, risiedeva tre giorni la settimana a Cologno e tre a Urgnano, l’altra località sulla quale aveva giurisdizione, la quale valeva nel solo civile sino a lire 100. Il suo salario era suddiviso in parti uguali fra i due centri.
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Estremi cronologici 1729 aprile 4-1759 maggio 7
Unità 1

1, class. 1.2.20.1.1-1
1729 aprile 4-1759 maggio 7
"Libro ducale comandato dall'Eccellentissimo Consiglio di X nel quale devono essere annottate tutte le denontie che vengono portate all'offitio di Cologno et di tempo in tempo con giuramento del Signor Cancelliere a cui incombe registrare alla presenza del Signor Podestà di Cologno o suo luogo tenente".
Annotazioni su condanne dei podestà di Cologno.
1 registro cart., cc. 42, num. rec.; bianche cc. 18-42, leg. originale in cartone, latino e volgare


1.2.20.1.2 - Podestà di Lovere
La podestaria di Lovere, non citata in un elenco di analoghi uffici del 1384, venne costituita fra il 1389, data per la quale abbiamo una prima citazione di un “notaius, missus regis et iudex ordinarius”, e il 1404, data a cui risale un privilegio di Martino Visconti alla valle Seriana Superiore nel quale si fa menzione a un giusdicente in Lovere già attivo. Pandolfo Malatesta concesse, nel 1409, piena giurisdizione nel civile per il podestà, salariato dalle comunità locali. Inoltre, concesse un limite di 25 lire per i giudizi del podestà; oltre questa cifra ci sarebbe stata la necessità del giudizio concorde di un collegio nominato dai comuni. In caso di dissidio, sarebbe stato investito del giudizio un arbitro eletto da podestà e consiglieri. Questo tipo di sentenze sarebbero state inappellabili. Gli introiti delle condanne sarebbero andate al comune di Lovere, fatta eccezione di quelle contro ufficiali podestarili, che sarebbero finiti alla camera fiscale di Bergamo. Nel 1413, però, ritroviamo a Lovere un reggente di nomina ducale. Nello stesso anno Filippo Maria Visconti concesse un privilegio che ripercorre da vicino quanto disposto quattro anni prima dal Malatesta. In quella data fu confermata l’estensione della podesteria fino a Predore, e l’inclusione di Pisogne. Nel 1414-15 Lovere ripassò al Malatesta, per tornare ai Visconti nel 1420. Lovere e la sua zona rimasero ai Visconti fino al 1427, rette da un capitano del lago e da un vicario residenti a Lovere. La fedeltà a Venezia di Lovere risale al dicembre 1427, con la concessione dei vecchi privilegi l’anno successivo. Nel 1428 la giurisdizione di Lovere si estendeva su Sovere, Sellere, Bossico, Costa e Volpino. Meno certa la presenza di Tavernola, Cambianica e Vigolo. Escluse Riva e Solto. Il primo vicario venne nominato da Venezia, nella persona di Rainaldo da Fermo nel luglio 1428. Bergamo si lamentò del fatto, rivendicando il diritto di nomina. Nel maggio successivo Venezia intimò ai propri rettori in Bergamo di non nominare giusdicenti di Lovere. Dalla fine del 1437 alla metà del 1441 Lovere ripassò sotto Milano. Restò definitivamente sotto Venezia con la pace del 1443. Nell’agosto 1447 abbiamo la prima nomina, da parte del podestà di Bergamo, di un bergamasco a podestà di Lovere. Nel 1449, Sovere, Sellere e Bossico appaiono già con la valle Seriana Superiore e a Lovere restano soggetti i soli comuni di Costa e Volpino. Dal 1453 fu Bergamo a nominare i giusdicenti di Lovere. Nel 1589 Lovere chiese di ampliare i poteri del podestà o ampliando a Riva e Solto la giurisdizione, o estendendo, dalle 100 lire nel civile e 25 nel penale a 300 nel civile e 50 nel penale la sua autorità. Nel febbraio 1593 si venne incontro a tali richieste: il podestà sarebbe dovuto essere un membro del collegio dei dottori e del consiglio maggiore, poteva condurre un cavaliere e un cancelliere, annuali, con contumacia di due anni, oltre all’aumento della giudicatura a 50 lire nel penale e 350 nel civile. Bisogna ricordare che l’eletto poteva rinunciare. Nel caso, però, la rinuncia non fosse stata accolta dal consiglio, doveva accettare, pena una contumacia decennale da ogni altra carica. Tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, divenne quasi impossibile trovare chi accettasse di andare a Lovere a causa delle continue lettere di scuse e dei rifiuti. Fra il 1607 e il 1618 le autorità di Bergamo cercarono di rimediare alternando misure repressive (ammende e contumacia dai pubblici uffici fino a venti anni) e incentivi economici per chi accettasse la nomina (ad esempio, nel 1614 si stabilì che il compenso sarebbe stato erogato per metà all’inizio del mandato e il rest alla fine). Dopo qualche difficoltà iniziale, la situazione andò a definirsi verso la normalità con addirittura il rinnovo dell’incarico. Nel 1712 si aumentò ancora la giurisdizione, portandola a 700 lire nel civile. Nel 1752 Castro chiese, e ottenne, di passare sotto Lovere. Nel 1755 la giurisdizione passò a 1000 lire.
Disponeva di un proprio cancelliere. Nominato dal podestà, era mantenuto a sue spese. Giurava all’inizio del suo mandato nelle mani del cancelliere del comune. Aveva l’obbligo di tenere i libri delle condanne civili e penali, portandoli ogni tre mesi alla cancelleria comunale perché se ne potesse trarre la lista dei condannati. Alla fine del reggimento podestarile, doveva depositare i libri presso la cancelleria comunale per la loro conservazione (Silini 1981).
Geograficamente la podestaria di Lovere era situata nella parte orientale del territorio bergamasco, ed era delimitata a Nord e a Est dal territorio bresciano, a Sud dalla val Cavallina e ad Ovest dalla valle Seriana Superiore.
descrizione della fonte
Estremi cronologici 1731 giugno 2-1758 agosto 18
Unità 1

1, class. 1.2.20.1.2-1
1731 giugno 2-1758 agosto 18
"Libro ducale comandato dall'Eccellentissimo Consiglio di X nel quale devono essere annotate tutte le denontie criminose e miste che vengono portate all'offitio et di tempo in tempo con giuramento del signor cancelliere a cui in combe registrarle alla presenza del Signor Podestà" (1).
Denunce presentate all'ufficio del podestà di Lovere e verificate da Lelio Recuperati, deputato dal comune di Bergamo a rivedere le denunce assieme al cancelliere pretorio di Bergamo.
1 registro, cc. 36, bianche cc. 29-36, leg. originale in cartoncino, volgare
note:
(1). A c. 1.



1.2.20.1.3 - Vicario della valle Brembana Inferiore
Il vicario di valle, inviato annualmente dalla città, scelto dal consiglio maggiore, giudicava nel civile sino a 200 lire e nel criminale sino a 50.
descrizione della fonte
Estremi cronologici 1678 settembre 3-1678 ottobre 18
Unità 1

1, class. 1.2.20.1.3-1
1678 settembre 3-1678 ottobre 18
Vicario della valle Brembana Inferiore.
Atti del vicario della valle Brembana Inferiore. Luogotenenti: Berdardino Ghilardi e Giuseppe Mario Pecis.
1 registro cart., cc. 27-76, num. orig., leg. assente, volgare


1.2.20.1.4 - Vicario della valle Brembana Superiore
Già citato in età viscontea, il vicario di valle, in età veneta, veniva eletto dal consiglio maggiore di Bergamo e nominato dai rettori della città. Appena giunto in valle giurava di rispettarne gli statuti. Stava in carica un anno e amministrava la giustizia civile e penale coadiuvato da un cancelliere e da altri collaboratori. Assieme a tre membri del consiglio di valle aveva potere di sospensiva su leggi e controversie e di rendere efficaci le sentenze emanate contro i debitori delle comunità. Doveva riscuotere taglie, dazi, e ogni altra entrata di valle. Vagliava, infine, statuti di comuni e vicinie (Statuti di Valle 1468).
descrizione della fonte
Estremi cronologici 1729-1759 giugno 29
Unità 1

1, class. 1.2.20.1.4-1
1729-1759 giugno 29
"Libro ducale comandato dall'Eccellentissimo Consiglio di X nel quale devono essere annottate tutte le denontie che vengono portate all'offitio et di tempo in tempo con giuramento del Signor Cancelliere a cui incombe registrare dette denontie" (1).
Annotazioni su condanne dei vicari della valle Brembana Superiore.
1 registro cart., cc. 48, num. rec.; bianche cc. 43-48, leg. originale in cartone, latino e volgare
note:
(1) Sulla coperta: "Libro ducale per le denontie del vicariato di Serina".



1.2.20.1.5 - Vicario della valle Imagna
Sin dal 1355 abbiamo notizia di un “Dominus vicarius de Lemine” e l’anno successivo di un “Vicarius Burgi de Lemene et pertinentiarum” la cui autorità si estendeva anche su Palazzago e la valle Imagna. Non si sa nulla, però, sulla durata della sua carica. Le sue funzioni non erano solamente giudiziarie ma comprendevano anche l’ordine pubblico e il controllo politico-
militare. Nel 1359 è menzionato un “Potestas vallium Brembanae et Sancti Martini et Insulae”, mentre nel 1362 si torna ad un vicario “burgi de Lemine et pertinentiarum”. Nel 1364 Almenno superiore venne inserito nel vicariato della val San Martino mentre Almenno inferiore formò un vicariato proprio, in questo caso con estensione del territorio fino a Mapello (vicarius Leminis et Mapello). Nel 1370 è citato il vicariato “vallis Sancti Martini, Palazagi et vallis Imaniae”, a testimoniare una situazione affatto stabilizzata. Si tornò, nel 1398, ad un “vicarius de Lemine et pertinentiarum” e, nel 1410, al “vicarius vallium Sancti Martini, Ymaniae, Palazagi et Leminis et pertinentiarum”. Nel periodo 1419-27 Palazzago fu sicuramente aggregato alla val San Martino. Nel luglio 1431 un decreto veneto attribuì le competenze sull’area al vicario della val San Martino. Più tardi, nel 1438-1440, col ritorno temporaneo dei milanesi, il vicariato perse Palazzago, Gromfaleggio e Valmora, che passarono alla val San Martino. Questi comuni, tuttavia, ritornarono sotto Almenno nel 1440 e 1442. Il 31 ottobre 1443, lasciati liberi di aderire ad un vicariato, Palazzago, Belvedere e la valle Imagna restarono con Almenno; Valmora, Pontida, Gromfaleggio e Canto scelsero la val San Martino. Nel 1444 vennero approvati gli statuti che regolarono la vita della valle sino alla fine dell’età veneta. Il vicario era un forestiero, inviato da Bergamo, nominato dal consiglio maggiore cittadino, e stava in carica un anno. Amministrava la giustizia civile e, per alcuni delitti gravi, contro la persona, l’autorità competente era il podestà di Bergamo. Il primo giorno del mandato, il vicario e la sua “famiglia” giuravano, davanti alla congregazione dei comuni del vicariato, di osservare quanto disposto negli statuti di valle. Fra le competenze che esulavano dall’amministrazione della giustizia, annoveriamo far sistemare le fontane, stabilire con gli anziani il calmiere del pane, il prezzo della carne, vigilare con i calcatori delle strade sulla viabilità pubblica, operazioni queste in stretto contatto con i consoli dei comuni.
Il vicario, inoltre, doveva avere l’autorizzazione del consiglio per assenze superiori ai sedici giorni e risiedere ad Almenno (dopo la separazione, ad Almenno San Salvatore) mentre per due giorni la settimana si spostava in valle. In seguito fu stabilmente almeno per un giorno la settimana anche a Palazzago. Quando si recava in valle si fermava a Sant’Omobono. Era coadiuvato da un notaio (anch’egli forestiero, non doveva avere moglie originaria della zona e doveva avere più di 25 anni. Giurava ed aveva una contumacia di quattro anni) e da un servitore (ufficiale giudiziario: proclamava le “crida” riguardanti il vicariato, trasmetteva citazioni e ordini scritti, operava pignoramenti e sequestri. Giurava e portava, per riconoscimento, una berretta rossa con l’arma del vicario e aveva una contumacia di 4 anni). Entrava in carica da prima il 1° agosto, e dal primo Seicento l’11 novembre. (Manzoni 1988; statuti di Valle Imagna sec. XV).
descrizione della fonte
Estremi cronologici 1576 novembre 26-1806 dicembre
Unità 48

1, class. 1.2.20.1.5-1
1576 novembre 26-1577 luglio 10
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Nicolino de Roncallis. Notaio Oloferne di Battista de Cucchis.
1 registro cart., cc. 20, num. orig., leg. senza coperta, latino

2, class. 1.2.20.1.5-2
1605 febbraio-1698 ottobre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., latino e volgare

3, class. 1.2.20.1.5-3
1644 novembre 16-1645 novembre 14
Vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Giovanni Battista Gavazzeni. A c. 21v: "Calmerio fatto con la presenza dell'Illustrissimo Signor Vicario et Signori Antiani della Comunità d'Almenno", 1644 novembre 16, 1645 aprile 12 e 1645 agosto 1. Anziani Fabrizio Betoschi e Gerolamo [...].
1 registro cart., cc. 21, num. orig., leg. assente, volgare

4, class. 1.2.20.1.5-4
1698 dicembre-1699 ottobre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., cc. 1-34, 53-55, 71, 138-146, 182-188 num. orig., latino e volgare

5, class. 1.2.20.1.5-5
1700 marzo-1704 giugno; 1709 febbraio
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., cc. , num. rec., leg. piatti mancanti, latino e volgare

6, class. 1.2.20.1.5-6
1702 novembre-1703 ottobre
"Accuse e consegne Illustrissimi Domini Andreae Benalei vicarii Leminis".
Atti del vicario della valle Imagna Andrea Benaleus.
1 registro cart., cc. 39, num. orig., leg. originale in cartone, volgare, stato di conservazione: cattivo

7, class. 1.2.20.1.5-7
1710 gennaio-1710 agosto
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., pratiche 33-35, 37, 43, 78-97, 104-106, 123-127 num. orig., leg. piatti mancanti, latino e volgare

8, class. 1.2.20.1.5-8
1711 ottobre-1718 marzo
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., cc. , num. rec., leg. piatti mancanti, latino e volgare

9, class. 1.2.20.1.5-9
1719 luglio-1719 novembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., pratiche 54, 87-89, 91-92, 94-96, 99-109 num. orig., leg. piatti mancanti, latino e volgare

10, class. 1.2.20.1.5-10
1720 ottobre-1721 agosto
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., (1), leg. piatti mancanti, latino e volgare
note:
(1) tracce di numerazione originaria.


11, class. 1.2.20.1.5-11
1723 gennaio-1723 giugno
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., (1), leg. piatti mancanti, latino e volgare
note:
(1) tracce di numerazione originaria.


12, class. 1.2.20.1.5-12
1724 maggio-1724 settembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

13, class. 1.2.20.1.5-13
1726 novembre 18-1727 maggio 17
Vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Bartolomeo Vairino. Luogotenente del vicario Giuseppe Raspis. Cancelliere del vicario Angelo Pecis.
A pagina 1 comunicazione di Leonardo Pesaro, podestà di Bergamo, ad Antonio Valmarana, capitano di Bergamo, dell'avvenuta elezione del vicario, copia semplice.
1 registro cart., cc. 15, num. orig., leg. assente, volgare

14, class. 1.2.20.1.5-14
1727 luglio-1727 novembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

15, class. 1.2.20.1.5-15
1730 febbraio-1737 agosto
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

16, class. 1.2.20.1.5-16
1730 novembre 21-1731 novembre 3
"Libro delle accuse dell'Illustrissimo Signor Emanuele [Servi] de Manoli si de [...] le consegne ed accuse 1730 1731".
Atti del vicario della valle Imagna Emanuele [Servi] de Manoli.
1 registro cart., cc. 30, num. orig; mancanti cc. 13-14, volgare

17, class. 1.2.20.1.5-17
1741 maggio-1741 settembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

18, class. 1.2.20.1.5-18
1741 novembre-1742 febbraio
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

19, class. 1.2.20.1.5-19
1742 novembre-1743 novembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

20, class. 1.2.20.1.5-20
1744 febbraio-1748 novembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

21, class. 1.2.20.1.5-21
1748 novembre 26-1748 settembre 16
Vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Lorenzo Milesi. Luogotenenti del vicario Antonio Gavazzeni e Nicoletto Pellegrini. Cancelliere del vicario Nicolò Francesco Rota.
1 registro cart., cc. 15, num. orig., leg. assente, volgare

22, class. 1.2.20.1.5-22
1750 gennaio-1754 febbraio
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

23, class. 1.2.20.1.5-23
1753 settembre 12-1754 ottobre 20
Vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Pietro Vacis. Calmieri del pane "losenghino", del vino "bono grosso", della carne di vitello, della farina di melgone posti dal vicario e dagli anziani di valle.
1 registro cart., cc. 15, num. orig., leg. assente, volgare

24, class. 1.2.20.1.5-24
1754 novembre 23-1755 novembre 8
Vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Ludovico Vacis.
1 registro cart., leg. assente, volgare

25, class. 1.2.20.1.5-25
1754 novembre-1755 novembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

26, class. 1.2.20.1.5-26
1756 maggio-1757 ottobre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

27, class. 1.2.20.1.5-27
1757 dicembre-1758 settembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

28, class. 1.2.20.1.5-28
1758 novembre-1759 ottobre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

29, class. 1.2.20.1.5-29
1759 novembre-1760 maggio
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, volgare

30, class. 1.2.20.1.5-30
1761 dicembre-1762 novembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, volgare

31, class. 1.2.20.1.5-31
1762 dicembre-1768 gennaio
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, volgare

32, class. 1.2.20.1.5-32
1770 giugno-1770 settembre
Comunicazioni al vicario della valle Imagna.
Comunicazioni da parte dei rettori di Bergamo al vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, volgare

33, class. 1.2.20.1.5-33
1772 febbraio-1774 ottobre
Comunicazioni al vicario della valle Imagna.
Comunicazioni da parte dei capitani di Bergamo al vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, volgare

34, class. 1.2.20.1.5-34
1775 gennaio-1775 novembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Antonio Astori.
1 filza cart., cc. 52, 99-101, 153-159, 204-205, 213-214, 222, 227-228, 423-433, 493, 545, 554-556, leg. piatti mancanti, volgare

35, class. 1.2.20.1.5-35
1776 gennaio-1776 novembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Cristoforo Biffi.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, volgare

36, class. 1.2.20.1.5-36
1780 gennaio-1780 aprile
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

37, class. 1.2.20.1.5-37
1781 gennaio-1781 maggio
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

38, class. 1.2.20.1.5-38
1781 novembre-1782 febbraio
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., cc. 12-21, 57, 93-104, num. orig., leg. piatti mancanti, latino e volgare

39, class. 1.2.20.1.5-39
1782 novembre 12-1783 novembre 4
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Pietro Taglioni Borella.
1 registro cart., leg. mancante di coperta, latino e volgare

40, class. 1.2.20.1.5-40
1782 novembre-1783 novembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

41, class. 1.2.20.1.5-41
1783 novembre-1784 novembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Marsiglio Vassalli.
1 filza cart., pratiche 4, 5, 41, 92, 108-114, 190, 232, 234-235, 249, 251, 309, 326-336, 338-391, 393-401, 404-416, 464-466, 471-475, 494-495, 498-505, 509-510, leg. piatti mancanti, latino e volgare

42, class. 1.2.20.1.5-42
1784 dicembre-1785 ottobre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Franco Caravina.
1 filza cart., pratiche 34, 45, 78, 91, 100, 148, 156, 163, 167, 170, 198, 217, 229-220, 283, 285-293, 315-319, 322, 331-337, 340, leg. piatti mancanti, latino e volgare

43, class. 1.2.20.1.5-43
1786 gennaio-1786 agosto
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Bartolomeo Adelasio.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

44, class. 1.2.20.1.5-44
1786 novembre-1787 ottobre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna Alessandro Caseri.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

45, class. 1.2.20.1.5-45
1787 dicembre-1788 dicembre
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, latino e volgare

46, class. 1.2.20.1.5-46
1799 gennaio-1799 maggio; 1788 dicembre
Atti del giusdicente del distretto dell'Imagna.
Atti del giusdicente del distretto dell'Imagna Giacomo Bonasio.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, volgare

47, class. 1.2.20.1.5-47
1799 maggio-1799 novembre; 1795 giugno
Atti del vicario della valle Imagna.
Atti del vicario della valle Imagna.
1 filza cart., leg. piatti mancanti, volgare

48, class. 1.2.20.1.5-48
1806 gennaio-1806 dicembre; antecedenti da 1794 novembre
"Atti civili 1806".
Atti del pretore di Almenno Girolamo Longaretti (facente funzione di giudice di pace), e del giudice conciliatore di Almenno. Allegata lettera del "Presidio di Verona per l'ufficio della collateraria e Banca Generale di Verona", 1794 novembre 22.
1 filza cart., volgare, stato di conservazione: cattivo, danni: macchie


1.2.20.1.6 - Vicario della valle Seriana Inferiore
La valle Seriana Inferiore era governata da un vicario, il quale risiedeva a Nembro ma amministrava giustizia anche ad Albino e ad Alzano. Inviato dalla città, scelto dal consiglio maggiore cittadino, aveva autorità nel civile sino a 200 lire (somma in seguito incrementate fino a 500 lire) e nel penale sino a 50. Portava con sé un notaio di sua scelta. Entrava in carica il 1° agosto, ma dal 1600 l’11 novembre.
descrizione della fonte
Estremi cronologici 1575 marzo-1766 ottobre
Unità 10

1, class. 1.2.20.1.6-1
1575 marzo-1575 dicembre
"Libellorum sub eccellentissimo domino Valerio de la Valle et spectabile domino Domenico a Valle substituti 1574 1575".
Atti dei vicari della valle Seriana Inferiore Domenico della Valle e Valerio della Valle.
Luogotenenti del vicario: Giovanni Francesco de Curtinovis e Nicolò Vitalba.
1 filza cart., pratiche 610, num. orig., latino e volgare, stato di conservazione: cattivo, danni: umidità, macchie

2, class. 1.2.20.1.6-2
1587 novembre-1588 dicembre; 1587 giugno
Atti del vicario della valle Seriana Inferiore.
Atti dei vicari della valle Seriana Inferiore Pietro Bosonus e Gerolamo Carrara.
1 filza cart., pratiche 28-246, 306-338, 376-414, 586-642, num. orig., latino

3, class. 1.2.20.1.6-3
1591 gennaio-1591 dicembre
"Filtia [...] sub Magnifico Domino Johanne Baptista Albani vicario".
Atti del vicario della valle Seriana Inferiore Giovanni Battista Albanus.
Allegata rubrica alfabetica onomastica di cc. 24.
1 filza cart., pratiche 660, num. orig. fino a 654, poi rec., latino e volgare, stato di conservazione: cattivo, danni: strappi, macchie

4, class. 1.2.20.1.6-4
1596 maggio-1596 settembre
"1596. Filtia actorum sententiarum comparimentarum cedularum que expensarum sub Magnifico Domino Giovanni Jacobo Adelasio Vicario".
Atti del vicario della valle Seriana Inferiore Giovanni Giacomo Adelasio.
Luogotenenti del vicario: Giuseppe Pulzino, Pellegrino Tirabuscus, Nicolò Colleone. Allegata alla pratica 270 lettera di Giovanni Da Lezze, capitano di Bergamo. Le pratiche 296, 422, 429 e 430 sono inviate da Gerolamo Priolus, podestà di Bergamo. Le pratiche 318, 394, 494 e 495 sono inviate dai rettori di Bergamo e dai provveditori alla sanità di Venezia in Bergamo. Le pratiche 349 e 350 sono inviate dal luogotenente del vicario della valle Brembana Inferiore.
Allegata alla pratica 499 lettera di Giovanni Da Lezze, capitano di Bergamo, con la quale accompagna i "Capitoli circa il governo dei comuni del territorio" approvati con decreto del senato di Venezia 1596 settembre 12. Allegata alla pratica 503 lettera di Leonardo Zane, auditore nuovo di Venezia. Allegate alle pratiche 514, 563, 564 e 566 lettere di Giorgio Cornelio, podestà di Bergamo.
1 filza cart., pratiche 579, num. orig., latino e volgare, stato di conservazione: cattivo, danni: umidità, macchie
note:

5, class. 1.2.20.1.6-5
1659-1671
"Libro sopra qual vi sono scritte tutte le condanne fatte per li Molto Illustrissimi Signori Vicarii della Spettabile Valle Seriana Inferiore principiando l'anno 1659 essendo annotato tutti li nomi delle persone statte condannate et quello che s'applica alla detta Spettabile Valle di dette condanne".
Annotazioni su condanne dei vicari della valle Seriana Inferiore.
1 registro cart., cc. 59, num. rec.; bianche cc. 45-59, leg. originale in cartone, latino e volgare, stato di conservazione: cattivo, danni: fragilità del supporto, sbiadimento dell'inchiostro

6, class. 1.2.20.1.6-6
1673 dicembre-1674 ottobre
Atti del vicario della valle Seriana Inferiore.
Atti del vicario della valle Seriana Inferiore Antonio de Balvis. La pratica 241 è inviata da Lorenzo Tiepolo, capitano di Bergamo. La pratica 242 è inviata dai rettori di Bergamo. La pratica 257 è inviata da Giovanni Michiel, capitano di Bergamo.
1 filza cart., cc. 15-46, 187, 270, 296-297, num. orig., latino e volgare

7, class. 1.2.20.1.6-7
1727 novembre-1728 agosto
Atti del vicario della valle Seriana Inferiore.
Atti del vicario della valle Seriana Inferiore. La pratica 68 è inviata dal vicario vicegerente pretorio di Bergamo.
Allegata rubrica alfabetica onomastica di cc. 24.
1 filza cart., pratiche 86, num. orig., volgare

8, class. 1.2.20.1.6-8
1740 novembre-1741 novembre
"Filza de Alzano 1741".
Atti del vicario della valle Seriana Inferiore Carlo Morandi. La pratica 46 è inviata dal podestà di Bergamo, Lunardo Dolfin e dal capitano di Bergamo Paolo Antonio Labia.
La pratica 83 è inviata da Giovanni Battista Albrici I, capitano vicepodestà di Bergamo. Allegata rubrica alfabetica onomastica di cc. 20.
1 filza cart., pratiche 149, num. orig., latino e volgare, stato di conservazione: cattivo, danni: fragilità del supporto, sbiadimento dell'inchiostro, funghi e batteri

9, class. 1.2.20.1.6-9
1761 novembre-1762 novembre
Atti del podestà della valle Seriana Inferiore.
Atti del podestà della valle Seriana Inferiore Alessandro Terzi. Allegata rubrica alfabetica onomastica di cc. 20.
1 filza cart., cc. 152, num. orig., volgare

10, class. 1.2.20.1.6-10
1765 novembre-1766 ottobre
Atti del podestà della valle Seriana Inferiore.
Atti del podestà della valle Seriana Inferiore Francesco Biffi. La pratica 80 è inviata da Vincenzo Longo, auditore nuovo di Venezia. La pratica 121 è inviata da Giuseppe Sanudo, podestà di Bergamo.
La pratica 267 è inviata da Venceslao Gaspare Martinengo, capitano vicepodestà di Bergamo.
1 filza cart., pratiche 1-215, 244-272, 288, num. orig., volgare


1.2.20.2 - Sindicati dei comuni del territorio
La serie è composta da filze di documenti pubblici rogati e sottoscritti da un notaio (1), riguardanti l'elezione di cariche delle vicinie cittadine e dei comuni del piano del territorio bergamasco. Le principali cariche elette dai comuni e dalle vicinie sono quelle di sindaco, console, tesoriere e camparo.
Le competenze dei sindaci e dei consoli sono ampiamente descritte nello statuto di Bergamo (2). Da questo si ricava che di particolare importanza era la carica di sindaco: per ordinamento statutario, infatti, ogni comune era tenuto a costituire ed eleggere, con una formula solenne, uno o più sindaci per mezzo di un "publicum instrumentum" nel quale venivano nominati tutti gli abitanti e vicini presenti all'elezione; questi dovevano essere almeno due terzi del totale e avere almeno 18 anni compiuti.
I sindaci ricevevano dai comuni e dai vicini "plenum, liberum et specialem mandatum, plenam, liberam, generalem et specialem administrationem", che impegnava loro personalmente, i loro beni e i beni del comune quali garanzie e "cauzioni".
Chi rifiutava il mandato era soggetto a una pena pecuniaria e non poteva agire in cause civili finchè non l'avesse pagata.
La carica di sindaco rappresentava per il potere centrale di Bergamo e di Venezia un mezzo con cui vincolare gli abitanti del territorio mediante un patto di fedeltà. Era prevista, infatti, nello statuto una "forma provisionis et cautionis" con cui venivano istituiti i sindaci: i sindaci dovevano giurare sulla loro vita ("in eorum animas") e su quella dei loro vicini e promettere, con un'obbligazione verbale solenne, impegnando se stessi, i propri vicini, il proprio comune e i rispettivi beni, di essere fedeli e obbedienti alla Serenissima, al podestà in carica e al comune di Bergamo e di osservare tutti i loro precetti; di denunciare, entro i termini statutari, i "maleficia", le risse e i vari reati che si verifichino nei territori dei loro comuni e di catturare e consegnare i "malefactores", in nome del podestà e del comune di Bergamo; di provvedere alla soddisfazione e al pagamento di tutte le taglie e oneri che siano stati imposti dal podestà o dal comune di Bergamo; di consegnare i beni interdetti e pignorati tramite loro alle autorità giudiziarie competenti.
Tali garanzie e promesse di fedeltà valevano per un anno soltanto e ogni anno dovevano essere rinnovate, messe per iscritto e rogate, secondo lo statuto, da uno dei notai dell'ufficio del podestà di Bergamo; in realtà i documenti esaminati riportano, nella maggior parte dei casi, la sottoscrizione di un notaio del comune ove era avvenuta l'elezione.
La stessa procedura è prevista dallo statuto per le vicinie cittadine e i rispettivi sindaci. I comuni e le vicinie che si rifiutavano di eleggere i sindaci tenuti a fare "cautionem", venivano condannati a una pena pecuniaria e all'interdizione, valida per ogni abitante che non fosse cittadino di Bergamo, dall'adire e dal difendersi nei giudizi civili; contro coloro che, invece, si obbligavano con questa promessa di fedeltà, si poteva procedere nelle cause civili solo secondo forme previste dallo statuto di Bergamo e da decreti della Serenissima.
Secondo lo statuto, poi, gli abitanti dei "communia de foris", ma cittadini di Bergamo, potevano, come tali, sostenere gli oneri fiscali facendo capo alla città e dovevano iscriversi nei libri d'estimo di una vicinia cittadina; a tal scopo, anch'essi erano tenuti ad eleggere ogni anno, nel mese di gennaio, uno o più sindaci, distinti dai sindaci dei comuni di residenza, abitanti in città o nei suoi sobborghi; questi, quali rappresentanti degli stessi cittadini, potevano essere citati in giudizio e chiamati qualora fosse stato opportuno ed al fine di sbrigare gli affari amministrativi della Serenissima e del comune di Bergamo.
L'elezione veniva registrata su un documento pubblico e rogata dal cancelliere del comune di Bergamo, o da altro notaio, che la consegnava in seguito nella cancelleria. I documenti riguardanti l'elezione dei sindaci di cittadini bergamaschi venivano conservati in filze separate, come ci testimonia l'unica filza di tal genere conservata in archivio; questa, del resto, copre solo un breve arco temporale, dal 1557 al 1559, il che lascia supporre che le elezioni avvenivano solo sporadicamente ed in caso di necessità e non con scadenza annuale come voleva lo statuto; nel caso in esame, le elezioni erano state effettuate probabilmente in occasione dell'estimo indetto nel 1555.
Dai documenti si ricava, inoltre, che i cittadini bergamaschi chiamati ad eleggere i propri sindaci potevano essere abitanti sia del piano che delle valli e che un sindaco poteva rappresentare cittadini sparsi su diversi comuni di una medesima zona.
Lo statuto descrive anche la figura del console. Stabilisce, infatti, che i comuni e le vicinie cittadine aventi almeno sei famiglie erano tenuti ad eleggere annualmente, nel mese di gennaio, uno o due consoli, a fronte di una pena pecuniaria da addebitarsi agli stessi comuni o vicinie. L'ufficio di console durava un anno.
Anche l'elezione dei consoli doveva essere registrata su un "publicum instrumentum" che i consoli dovevano consegnare, entro lo stesso mese, alla cancelleria del comune di Bergamo; con ogni probabilità è proprio grazie a questa norma che i documenti sono stati conservati nell'archivio comunale.
L'eletto veniva legittimato ad adire e a difendere il proprio comune o vicinia in qualsiasi tipo di giudizio. Se i documenti del consolato venivano presentati in cancelleria secondo i termini previsti, i rispettivi comuni o vicinie non potevano essere citati in giudizio se non secondo particolari procedure statutarie; qualora, invece, l'elezione non fosse avvenuta o i documenti non fossero stati consegnati, i comuni o vicinie potevano essere citati senza godere di procedure privilegiate fino alla sentenza definitiva.
All'elezione doveva partecipare la maggioranza degli abitanti e vicini di un comune o vicinia. Anche i consoli potevano fare la medesima promessa di fedeltà o "cautionem" a cui erano tenuti i sindaci, nel qual caso la loro carica implicava gli stessi diritti e doveri di quella di sindaco.
I consoli erano ammessi ad adire e difendere in giudizio i propri comuni o vicinie senza essere tenuti a pagare alcuna cauzione. Il podestà, i suoi giudici o i consoli di giustizia potevano, su loro istanza, concedere ai consoli di comune o di vicinia la licenza di pignorare, interdire e sequestrare i beni dei vicini e abitanti dei rispettivi territori e di prenderne possesso per il pagamento di taglie o altri oneri disposti dal comune di Bergamo o dagli stessi comuni del piano.
I consoli di comune o vicinia erano tenuti a notificare e denunciare al podestà o al giudice al maleficio o, in casi specifici, al capitano di Bergamo entro quattro giorni, per i comuni, o entro un giorno, per le vicinie, eventuali omicidi o ferimenti perpetrati nel loro territorio; per la notificazione non potevano richiedere compensi; viceversa, in caso di mancata notificazione, erano personalmente soggetti a una pena pecuniaria commisurata alla gravità del reato non denunciato e potevano essere inquisiti per la loro negligenza. Lo statuto prevedeva per i consoli anche alcune competenze che non compaiono nei documenti esaminati: i consoli erano tenuti, su mandato del podestà o altra autorità giudiziaria, a misurare, estimare e designare le coerenze dei terreni e delle case situate nei loro comuni o vicinie; dovevano inoltre avere presso di sé pesi e misure di cui gli abitanti possono usufruire per le operazioni commerciali; i consoli erano anche responsabili della manutenzione delle strade e sono tenuti a notificare ogni anno ai giudici delle strade e incanti le strade pubbliche, vie e ponti dei propri comuni o vicinie aventi bisogno di rifacimento. I documenti riportano talvolta anche l'elezione diretta o indiretta di altre cariche tra cui le più importanti sono quelle di tesoriere e di camparo. Vengono quindi enumerate le competenze di questi ultimi che non sempre sono esattamente le stesse per i vari comuni.
Il tesoriere aveva competenze di carattere finanziario e per lo più si occupava di riscuotere le taglie e ogni altro credito e di pagare le spese del comune stesso, rendendone poi conto ai sindaci suddetti.
Il camparo aveva compiti di vigilanza sulle terre e acque del comune ed era tenuto a notificare i danni eventualmente verificatisi nel comune o nelle sue vicinanze e denunciare i colpevoli. Chi ricopriva tali cariche percepiva un salario pagato dagli abitanti e vicini dei comuni o vicinie; per i loro uffici non avevano diritto altre entrate. I consoli e i sindaci potevano anche nominare uno o più procuratori come loro sostituti nella rappresentanza in giudizio del proprio comune.

Unità archivistiche: 12 (fill. 12).


Note:
1. E' disponibile un
Indice di notai relativo alla serie 'Sindicati dei comuni', in formato pdf.
2. "Statuta Bergomi", Brescia, 1726, collatio II cap. LXVI,LXXIV; collatio III cap. XXXI, LVII; collatio V cap. LXV; collatio VII cap. CXLV; collatio VIII cap. XLVIII; collatio IX cap. XXVI - XXVIII; collatio X cap. XVII, XVIII, XIX, XXII, XXIII.

descrizione della fonte
Estremi cronologici 1575 marzo-1806 dicembre
Unità 62

I documenti della serie rispecchiano, in genere abbastanza fedelmente, le disposizioni statutarie. Secondo uno schema - tipo, in apertura del documento vengono poste la data e il luogo di redazione; segue l'elenco dei testimoni presenti all'elezione, i quali devono dichiarare di conoscere gli elettori. In seguito vengono elencati gli abitanti e vicini presenti e riuniti in "publico et generali consilio" specificando che siano almeno due terzi del totale, nel caso dell'elezione di sindaci, o la maggioranza semplice, per quella di consoli. Il più delle volte in un medesimo documento viene registrata l'elezione tanto dei sindaci che dei consoli e talvolta le due cariche sono ricoperte dalla stessa persona.
L'elezione dei sindaci e dei consoli può essere diretta o indiretta a seconda delle consuetudini del comune; nel secondo caso gli abitanti del comune possono eleggere una commissione ristretta, in genere costituita da dodici persone, le quali hanno poi il compito di eleggere i nuovi consoli e sindaci. Per alcuni comuni il "concilio de detti dodeci" è di particolare valore e deve essere convocato dai consoli e sindaci in caso di questioni importanti per il comune. Segue poi l'atto di fedeltà dei sindaci in cui vengono ribaditi i doveri previsti dallo statuto.
Alla fine dei documenti è apposta la sottoscrizione del notaio, in genere un notaio locale, il quale fà fede dell'avvenuta elezione e di aver presenziato alla stessa.
I documenti riguardanti l'elezione di sindaci e consoli delle vicinie cittadine, sono invece molto più concisi:
in genere riportano, oltre alla data e al luogo di redazione, il nome dell'eletto dalla congregazione dei vicini e la sottoscrizione del notaio.
Il fatto che i documenti ritrovati riguardino solo i comuni del piano è facilmente spiegabile: il piano, infatti, non gode, al contrario delle valli, dei privilegi che le rendono amministrativamente indipendenti. I documenti sono stati ritrovati raccolti in filze che coprono periodi di tempo talvolta sovrapponentisi.
All'interno delle filze i documenti erano ordinati secondo un ordine cronologico talvolta lacunoso e confuso; per questo e per facilitare eventuali operazioni di ricerca, pur conservandole nelle filze preesistenti, le carte sono state riordinate secondo un ordine alfabetico per comuni o vicinie e le carte di uno stesso comune o vicinia sono state, a loro volta, riordinate cronologicamente.
I comuni citati nei documenti sono: Adrara, Azzano, Ambivere, Arcene, Bianzano, Brembilla, Bottanuco, Borgo di Terzo, Bolgare, Bonate sopra, Bonate sotto, San Paolo d'Argon, Brembate, Brembate sotto, Bagnatica, Credaro, Castegnate, Costa di Mezzate, Chignolo Isola, Calcinate, Calepio, Calusco, Carvico, Chiuduno, Cividate al Piano, Cologno al Serio, Cortenuova, Colognola, Ciserano, Endine Gaiano, Foresto Sparso, Grone, Gromo, Entratico, Levate, Luzzana, Mariano, Madone, Mapello, Medolago, Monasterolo del Castello, Montello, Mologno, Mornico, Osio sotto, Osio sopra, Ossanesga, Parzanica, Pedrengo, Pianico, Ponteranica, Pontida, Predore, Palosco, Paladina, Ponte San Pietro, Ranzanico, Riva di Solto, Suisio, San Gervasio, Sarnico, Scanzorosciate, Seriate, Solto, Solza, Sorisole, Sotto il Monte, Spinone al lago, Stezzano, Spirano, Santo Stefano, Tagliuno, Tavernola, Telgate, Trescore, Treviolo, Sedrina, Urgnano, Viadanica, Vigano, Vigolo, Villa d'Adda, Villa di Serio, Villa d'Almè, Villongo, Verdello Maggiore, Zandobbio, Zanica.

1, class. 1.2.20.2-1
1492 gennaio - 1518 gennaio
"1501 usque 1518. Instromenti sindaci de' comuni".
Elezioni di consoli, sindaci, campari, tesorieri ed altre cariche delle vicinie cittadine e di comuni situati nel piano.
Al n. 1, fascicolo con registrazione di elezioni.
Al n. 137, pergamena.
1 Filza cart., pratiche 412, num. rec., latino e volgare

2, class. 1.2.20.2-2
1519 gennaio - 1524 febbraio
"1519 usque 1524. Instrumenti sindacati de' comuni".
Elezioni di sindaci, consoli, campari, tesorieri ed altre cariche delle vicinie cittadine e dei comuni situati nel piano.
Al n. 210, pergamena.
1 Filza cart., pratiche 325, num. rec., latino e volgare

3, class. 1.2.20.2-3
1523 gennaio - 1528 gennaio
"Sindacati diversi d'electione de consoli".
Elezioni di sindaci, consoli, campari, tesorieri ed altre cariche delle vicinie cittadine e dei comuni situati nel piano.
Ai nn. 1 - 2, elenchi di comuni.
1 Filza cart., pratiche 43, num. rec., latino
note:
Con antecedenti dal 1501 settembre.


4, class. 1.2.20.2-4
1524 gennaio - 1548 gennaio
"1524 usque 1548. Instrumenti de' sindacati de' comuni".
Elezioni di consoli, sindaci, campari, tesorieri ed altre cariche delle vicinie cittadine e dei comuni situati nel piano.
Al n. 1, elenco di cittadini.
Ai nn. 2 - 6, atti diversi di cause proposte davanti al podestà Giovanni Donato riguardanti abitanti dei comuni e loro rappresentanti.
Al n. 7, verbale della divisione e compartizione delle competenze in materia di manutenzione delle strade tra i comuni della quadra di Calcinate.
1 Filza cart., pratiche 149, num. rec., latino e volgare

5, class. 1.2.20.2-5
1528 gennaio - 1529 gennaio
"1511 usque 1529. Instromenti sindacati de' comuni".
Elezioni dei consoli, sindaci, campari ed altre cariche dei comuni situati nel piano.
1 Filza cart., pratiche 59, num. rec., latino e volgare, danni: roditori
note:
Con antecedenti dal 1511 gennaio.


6, class. 1.2.20.2-6
1530 gennaio - 1547 gennaio
Elezioni dei sindaci dei comuni.
Elezioni di consoli, sindaci, campari, tesorieri ed altre cariche delle vicinie cittadine e dei comuni situati nel piano.
Al n. 1, ordine di eleggere i sindaci e consoli dei comuni disposto dal podestà.
1 Filza cart., pratiche 444, num. rec., latino

7, class. 1.2.20.2-7
1542 gennaio - 1562 gennaio
"1542 usque 1562. Instromenti sindacati de comuni".
Elezioni di consoli, sindaci, campari, tesorieri ed altre cariche delle vicinie cittadine e dei comuni situati nel piano.
1 Filza cart., pratiche 537, num. rec., latino

8, class. 1.2.20.2-8
1557 gennaio - 1559 gennaio
"1557 usque 1559. Instromenti sindacati de' comuni".
Elezioni di consoli, sindaci e procuratori di abitanti nei comuni del territorio, ma cittadini di Bergamo e proprietari di beni
situati nel territorio, ma estimati con la città.
1 Filza cart., pratiche 18, num. rec., latino e volgare

9, class. 1.2.20.2-9
1563 gennaio - 1569 gennaio
"Consulatus".
Elezioni di consoli, sindaci, campari, tesorieri ed altre cariche delle vicinie cittadine e dei comuni situati nel piano.
1 Filza cart., pratiche 202, num. rec., latino, danni: acidità dell'inchiostro, roditori

10, class. 1.2.20.2-10
1570 gennaio - 1584 gennaio
Elezioni dei sindaci dei comuni.
Elezioni di consoli, sindaci, campari, tesorieri ed altre cariche delle vicinie cittadine e dei comuni posti nel piano.
1 Filza cart., pratiche 255, num. rec., latino

11, class. 1.2.20.2-11
1585 gennaio - 1616 gennaio
"1586 usque 1616. Instromenti Sindicati de' Comuni".
Elezioni di consoli, sindaci, campari, tesorieri ed altre cariche delle vicinie cittadine e di comuni situati nel piano.
Al n. 482, elezione dei sindaci dell'arte dei "farinari"(1).
1 Filza cart., pratiche 482, num. rec., latino e volgare
note:
1. Pratica probabilmente inserita per errore.


12, class. 1.2.20.2-12
1621 gennaio - 1641 gennaio
Elezioni dei sindaci dei comuni.
Elezioni di consoli, sindaci, campari, tesorieri ed altre cariche dei comuni situati nel piano.
Ai nn. 1 - 80, elenco di abitanti di diversi comuni.
1 Filza cart., pratiche 158, num. orig., latino e volgare
note: