(ingegnere, sec. XIX)
Notizie
Sereno Milesi (Bergamo 1821-1904) fu ingegnere assistente presso la direzione veronese delle strade ferrate lombardo-venete, ingegnere di 3^ classe nel corpo reale del genio civile e nel 1862 venne inviato (con il grado di capo sezione) nel Gargano per un progetto generale di strade in quei luoghi. Fu poi assegnato all'ufficio centrale del genio civile di Genova per il servizio tecnico a porti, spiagge e fari; suoi i progetti per il palazzo della sanità marittima e per lo scalo di allaggio al molo vecchio di Genova, e la direzione dei lavori per i porti di Savona e La Spezia. Nel 1870, sempre come ingegnere marittimo, diresse l'ufficio speciale del genio civile a Napoli, con giurisdizioni su alcuni porti nell'Adriatico, nello Jonio e nel Tirreno; a Napoli lavorò all'ampliamento e alla sistemazione generale del porto. Nel marzo 1884 venne nominato ispettore del genio civile di 1^ classe ed entrò così di diritto a far parte del consiglio superiore dei lavori pubblici.
Le carte documentano l'attività professionale del Milesi e sono disposte in 7 faldoni: 1-2:
lavori pubblici nel mar Mediterraneo; 3:
lavori pubblici nel mar Jonio e in Sardegna; 4-5:
lavori pubblici nel mar Adriatico; 6:
lavori pubblici per: 1 canali, fiumi e torrenti, 2 laghi e vedrette, carte e piante relative a vari lavori pubblici; 7:
lettere per opere pubbliche, studi per opere pubbliche.
Nei faldoni 1-6 le carte sono ordinate alfabeticamente secondo il nome della località in cui è stato operato l'intervento.
Circa 140
lettere di carattere strettamente professionale, dal 1854 al 1895, sono descritte in un indice dattiloscritto.
L'archivio è stato donato alla Biblioteca dagli eredi e porta registri d'ingresso del 1954.
Inventario
Archivio Sereno Milesi.
Bibliografia: Mauro Gamba,
La vita avventurosa dell'ingegner Sereno Milesi, "Giornale di Bergamo", 3 aprile 1964, p. 7; Giuseppe Locatelli Milesi,
Sereno Milesi. Note biografiche. Bergamo, Fratelli Bolis, 1905; Necrologie e ritratti, "Diario-guida della città e provincia di Bergamo", 1905, p. XIII-XIV.