Lussana Filippo
(Medico, fisiologo, Cenate Sotto 1821 – Bergamo 1897)

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Le carte di Filippo Lussana sono pervenute nella Biblioteca di Bergamo tra il 1929 e il 1930, per dono del figlio Felice. L’acquisizione delle carte da parte della Biblioteca è annotata sul Registro d’entrata n. 22 dell’anno 1930 ai numeri 1265-1300, 1450-1468, 1471-1472.
L’anno prima, Felice Lussana aveva già fatto dono alla Biblioteca, come rileviamo dal Registro n. 21 del 1929, di varie opere scientifiche del padre. Fu dunque negli anni 1929-1930 che maturò nell’erede l’intenzione di erigere la Civica Biblioteca custode delle memorie paterne.

Possiamo ritenere che la volontà di donare quelle carte all’Istituto civico, preposto alla conservazione dei documenti e delle opere di bergamaschi distintisi nelle lettere, nelle arti e nelle scienze, principiò con la presa di coscienza dell’importanza scientifica del lascito intellettuale di Lussana, il cui valore di medico e scienziato era stato pubblicamente riconfermato pochi anni prima quando, tra il 1923 e il 1925, si erano tenute in Bergamo varie manifestazioni destinate a ricordarne l’attività e il pensiero. Il 23 luglio 1923 gli era stata dedicata una delle principali vie cittadine. Nel 1924 era uscito in Bergamo, stampato dalla Società Anonima A. Savoldi, un volumetto dal titolo In ricordo di Filippo Lussana (senior), con la bibliografia delle opere e un’antologia di testi letterari. Nel 1925 gli veniva intitolato il Liceo Scientifico di Bergamo. Il fascicolo del maggio 1925 della Rivista di Bergamo era tutto dedicato al medico cenatese con saggi che ne mettevano in rilievo gli studi, le scoperte scientifiche, la pratica medica, la passione letteraria. Se già era nelle intenzioni di Felice Lussana procedere alla donazione, non c’è dubbio tuttavia che la causa prossima dell’arrivo delle carte Lussana in Biblioteca, come ci confermano i documenti, fu rappresentata dalla prima Esposizione Nazionale di Storia della Scienza, che si tenne nel 1929 a Firenze. In quell’anno, il diretttore della Biblioteca, mons. Giuseppe Locatelli, ricoprì l’incarico di Presidente del Comitato Bergamasco per l’esposizione fiorentina. Il Comitato aveva lo scopo di individuare opere e oggetti da inviare a Firenze, che testimoniassero il contributo dato dalla terra di Bergamo allo sviluppo scientifico della Nazione. Il Presidente del Comitato si rivolse a enti e privati cittadini per sollecitare e raccogliere i possibili prestiti; le sue lettere si conservano nel Minutario della Biblioteca, fasc. XXII, gennaio 1929-luglio 1930. La lettera del 25 marzo 1929 (minuta n. 54) è indirizzata alla Amministrazione dell’Ospedale Maggiore di Bergamo: “Per la Esposizione Naz. di Storia della Scienza che verrà inaugurata a Firenze tra pochi giorni la Città nostra sta raccogliendo quanto può darle onore: la medicina e la chirurgia sono in prima linea: mancano però i ritratti del Pasta e del Facheris, come pure la raccolta Lussana. Ho pertanto l’onore di pregare codesta spettabile Amministrazione a nome dell’ On. sig. podestà, di voler cortesemente concedere almeno il ritratto del Pasta".
Il 26 marzo l’Amministrazione dell’Ospedale rispondeva: "La scrivente Amministrazione è ben lieta di mettere a disposizione per la esposizione Nazionale della Storia della Scienza il ritratto del fisico dr. Pasta. Quanto alla raccolta Lussana risulta che può essere ritirata quando che sia presso l’Eg. Sig. Prof. Felice Lussana. Tanto in risposta a Nota 25 corrente numero 310. Con ossequio" (Archivio della Biblioteca, anno 1929,prot.329). Chiusa l’esposizione, l’Amministrazione dell’Ospedale in data 21 novembre 1929 (Archivio della Biblioteca, anno 1929, prot.755) accusava ricevuta di quanto si era prestato: “Ricevo di ritorno dalla spettabile Civica Biblioteca il quadro ad olio del protofisico Giuseppe Pasta nelle identiche condizioni con le quali venne prestato”. Come si comprende da questa corrispondenza, era dunque nelle intenzioni del direttore della Biblioteca attingere anche dalla raccolta Lussana materiali significativi per l’esposizione fiorentina, come in realtà avvenne. Date e circostanze autorizzano a credere nel 1929, nella fase preparatoria dell’esposizione di Firenze, Felice Lussana, già forse da tempo propenso al dono, recò in Biblioteca varie opere a stampa, i manoscritti e le otto cartelle della raccolta paterna, non solo in vista della scelta di quanto inviare a Firenze ma ormai deciso a lasciare quei materiali definitivamente presso l’Istituto. Dalle etichette incollate alla copertina di ciascuna opera esposta alla mostra di Firenze, conosciamo quali pubblicazioni e manoscritti del Lussana vennero scelti a Bergamo per la grande esposizione nazionale: Fisiologia umana applicata alla medicina, in quattro volumi, Padova, Premiata Tipografia Editrice F. Sacchetto, 1879-1881, in mostra coi numeri 1896 e 1903; Lezioni di frenologia, con ritratto fotografico di Lussana incollato al controfrontespizio, Parma, Dalla Tipografia di G. Ferrari, 1864, in mostra col n. 1902; Circumvolutionum cerebralium anatomes humana et comparata quam ex vero XXXIV tabulis exaravit, Patavii, Typis Petri Prosperini, 1886, in mostra col n. 1901; Opuscoli medici, Milano, Tipografia e libreria di Giuseppe Chiusi, 1850, in mostra col n. 1900; Organologia cerebrale o Trattato delle funzioni del cervello, testo manoscritto illustratto con disegni (Sala 24 Z 2 1/9), in mostra col n. 1898; un testo manoscritto con disegni a colori sui funghi (Sala 24 Z 2 2), in mostra col n. 1899; Opuscoli di fisiologia, raccolta rilegata (Sala 24 Z 2 17/9), in mostra col n. 1897. Oltre a queste opere venne pure inviato a Firenze un documento prelevato dalla raccolta delle carte Lussana: Nel trigesimo dalla morte del prof. comm. Filippo Lussana, Padova 1898, con piccolo ritratto fotografico incollato a mezzo del titolo (Carte di Filippo Lussana, 7.5), in mostra col n. 1875.

I rapporti tra la Civica Biblioteca e i due Lussana, padre e figlio, datavano da lungo tempo, per cui la donazione delle carte paterne da parte di Felice non va considerato un fatto inatteso. Filippo aveva intrattenuto costanti relazioni con la Biblioteca di Bergamo, alla quale soleva inviare copia delle sue pubblicazioni con dedica autografa. Alla segnatura Specola Epist. 695/45-46 si conservano due lettere di Filippo Lussana al direttore della Biblioteca Antonio Alessandri, una datata Cenate 7 settembre 1871, l’altra Padova 27 novembre dello stesso anno. Con la prima lettera, ritenendo di assolvere un "tributo di caro dovere" inviava "un esemplare in due volumi della mia recente opera premiata Fisiologia dei centri nervosi encefalici". Con la seconda lettera invitava il bibliotecario a caldeggiare l’aggregazione all’Ateneo di scienze lettere e arti di Bergamo, come socio corrispondente, del rettore dell’Università di Padova, Giacomo Zanella, letterato e poeta, del quale inviava in omaggio una recente edizione di poesie. L’aggregazione dello Zanella al sodalizio bergamasco avverrà poco dopo, nel febbraio 1872 (Juanita Schiavini Trezzi, Ateneo di Scienze lettere e arti di Bergamo. Inventario dell’archivio (secoli XVII-XX), Bergamo, Edizioni dell’Ateneo, 2005, p. 188).
Riguardo poi a Felice Lussana, il Bollettino della Civica Biblioteca n. 1 - 1907, pp. 32-33, aveva dato notizia della edizione in fac-simile, da questi curata, di due autografi inediti di Gaetano Donizetti e di Silvio Pellico; nella segnalazione, che con buona certezza riteniamo scritta dall’allora direttore della Biblioteca, Angelo Mazzi, si auspicava che il curatore rendesse di pubblico dominio anche le poesie inedite del padre Filippo, e le lettere, pure inedite, di Nicolò Tommaseo da lui possedute.

Una volta acquisiti dalla Biblioteca, i documenti di Filippo Lussana, contenuti in otto cartelle, vennnero sommariamente catalogati su schede, poi inserite nel Catalogo generale delle opere a stampa, dove ancora oggi si trovano, sotto l’intestazione "Lussana Filippo". Le schede, poco più di una ventina, si possono individuare, tra le molte intestate allo stesso autore, per essere scritte tutte dalla stessa mano, per la presenza dei numeri del Registro d’entrata n. 22 del 1930 (1265-1300, 1450-1468, 1471-1472) e per la segnatura, rimasta tale sino ad oggi, che indica la collocazione assegnata alle otto cartelle: Sala 24 Z 3/1-8. Ciascuna scheda reca una generica descrizione del contenuto, ad esempio: “Note varie Episodi Aneddoti Ritratti, mss. e stampati”. Nessuna scheda fu inserita nel Catalogo generale dei manoscritti, nonostante che nelle otto cartelle i fogli manoscritti fossero di gran lunga più numerosi degli stampati. Al momento della catalogazione prevalse dunque una “preferenza” per gli opuscoli a stampa, donde la decisione di dare notizia delle carte Lussana appena pervenute solo nel Catalogo generale delle opere a stampa. Non si ebbe purtroppo il dovuto riguardo per la corrispondenza, per le numerose memorie manoscritte, per le fotografie, per i disegni e gli schizzi anatomici, che costituivano sicuramente la parte di maggiore interesse della raccolta. Quella scelta catalografica non ha certamente giovato alla ricerca, rivelatasi in seguito del tutto inadeguata nell’indirizzare correttamente gli studiosi alla individuazione e collocazione delle fonti.

Le carte Lussana si trovano ordinate in otto cartelle, di cartone rigido ricoperto di carta radicata bruna, rinforzate al dorso con tela grigia e fornite di tre legacci di stoffa verde. Anche se il figlio Felice vi aggregò materiali posteriori alla morte del padre, l’originaria costituzione delle cartelle si deve sicuramente al grande fisiologo, di cui sono, accanto alle opere a stampa, preziosa testimonianza scritta. Della consuetidine di Filippo Lussana di tenere in un archivio personale le proprie carte scientifiche, abbiamo una conferma pure iconografica. Presso il Liceo scientifico "Filippo Lussana" di Bergamo si conservano due ritratti, di Filippo Lussana e della moglie Isabella Testa, che formano un pendant, non firmati ma che attribuiamo per stile e per documentati precedenti rapporti al pittore di Albino Angelo Ceroni (1816 – ultima notizia 1887. Maria Cristina Rodeschini, "Angelo Ceroni", in I pittori bergamaschi dell’Ottocento, Bergamo, Edizioni Bolis, 1992, vol. II, pp. 143-151, in particolare p. 143). I due ritratti furono eseguiti dal Ceroni quando Lussana risiedeva a Gandino come medico condotto, tra gli anni 1849-1860; nel ritratto della moglie si vede, dalla finestra della stanza, sulla destra, l’inconfondibile sagoma del campanile della Basilica gandinese. Un elemento presente nel ritratto del medico ci consente di essere più precisi nella datazione: Lussana appoggia la mano destra, quasi a invitare l’osservatore a indirizzarvi l’attenzione, sulla pubblicazione Saggi clinici sull’atropina, uno scritto che fu premiato a Milano nel 1857 (Ezio Pellegrini – Sergio Stefanini, Filippo Lussana senior. La vita e le opere, Trescore Balneario, Editrice San Marco1999, p.72). Il ritratto fu pertanto eseguito con molta probabilità proprio in quell’anno o poco dopo, quando il medico aveva 36 anni. Lussana è ritratto seduto allo scrittoio, di tre quarti, con gli occhi rivolti in alto donde gli viene ispirazione e luce, in quel tipico atteggiamento che da secoli, per tradizione, connotava il ritratto ufficiale dell’uomo di pensiero. Sullo scrittoio stanno penna e calamaio, immancabili attributi dello scrittore, e una lettera, con indicata in indirizzo la località Gandino. Nel ripiano inferiore dello scrittoio si vedono, oltre a un teschio, chiaro riferimento agli studi del medico, e a fogli manoscritti arrotolati, due cartelle contenenti fascicoli, chiuse con legacci verdi, in tutto simili alle cartelle giunte in Biblioteca nel 1929; sul dorso della cartella posta in verticale si legge la scritta: "Memorie mediche". Il pittore, forse dietro suggerimento del committente, ha voluto consegnarci di Lussana un’immagine nella quale la persona effigiata e gli scritti di lui, frutto del quotidiano lavoro di ricerca, costituiscono un’intima e indissolubile unità.

Nelle otto cartelle sono raccolti materiali di diversa tipologia: manoscritti preparatori di articoli e saggi, osservazioni, disegni, minute, lettere, fotografie, ritagli di giornale, opuscoli a stampa. Tutti i materiali riguardano Filippo Lussana, ad eccezione di alcune carte contenute nella cartella n. 8 che si riferiscono a Filippo junior, pure medico, figlio di Felice Lussana. Carte, documenti e stampati sono raggruppati in fascicoli tematici. Per le camicie dei fascicoli ci si è serviti, a seconda dei casi, di cartoncini leggeri, di ritagli di giornale di contenuto pubblicitario, delle copertine di vecchie bozze. Dalla verifica delle mani che hanno apposto i titoli sulle camicie si arguisce che almeno tre persone sono intervenute, in momenti diversi, a porre ordine nelle carte. In primo luogo Filippo Lussana, la cui mano, che si serve di inchiostro nero, intitola molti fascicoli delle prime tre cartelle, quelle ove sono raggruppati prevalentemente materiali trattatistici delle discipline mediche e fisiologiche. Si noterà dalla lettura dell’inventario sommario, e meglio ancora con la consultazione delle carte, che le prime tre cartelle, per la loro sistematicità e omogeneità tipologica, sono quasi interamente da ascrivere a Filippo Lussana. I fascicoli in esse contenute riprendono nei titoli, quasi alla lettera, i vari capitoli della pubblicazione Fisiologia umana applicata alla medicina, edita in quattro volumi a Padova negli anni 1879-1881. Ciascun fascicolo è composto secondo una regola che pare comune a tutti: vi è la presenza delle pagine a stampa della citata pubblicazione, ovviamente ritagliate, pertinenti il tema del fascicolo, es. Modificazione sangue (cartella 2.3); queste pagine a stampa recano correzioni e aggiunte di mano di Filippo Lussana, forse in vista di una nuovariedizione del testo mai avvenuta; vi sono poi schizzi, annotazioni, ritagli di giornali scientifici, lettere di medici e fisiologi corrispondenti di Lussana, materiali tutti inerenti il tema del fascicolo. Per la conoscenza dei modi di Filippo Lussana di condurre la ricerca e di avanzare negli studi, del suo metodo di lavoro, delle sue fonti, queste prime tre cartelle sono testimonianze esemplari. I titoli di altri fascicoli sono della mano di Felice Lussana, che si serve di matite colorate di rosso e blu; si tratta prevalentemente di fascicoli di contenuto biografico.
Una terza mano, calligrafica, dal tratto sottile, è quella del bibliotecario che ha redatto, come già ricordato, le schede di catalogo, e che evidentemente deve essere intervenuto sulle carte quando queste erano già in Biblioteca; la mano del bibliotecario è anche quella che ha apposto al dorso di ciascuna cartella un titolo riassuntivo pertinenete il contenuto. Nella descrizione dell’inventario sommario qui sotto pubblicato si è dato conto ogni volta della mano che ha apposto titoli alle cartelle e ai fascicoli.


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Inventario Lussana Filippo